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                      Conad si prepara allo shopping nel Nordest, pronti 800 milioni

                      Pugliese Conad
                      Il gruppo ha chiuso il 2013 con ricavi per 11,5 miliardi di euro (+5,9%) e si avvicina alla Coop. Pugliese: “Pronti 800 milioni per ingrandirci. Si comprano insegne a un prezzo dimezzato”. Il secondo gruppo distributivo nazionale punta sul Triveneto, la Lombardia e il Piemonte, le uniche aree dove non ha una posizione di leadership

                       

                      Francesco Pugliese

                      Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad

                      Come riporta un articolo di CorrierEconomia del 9 giugno, a firma Roberta Scagliarini, Conad torna ad investire puntando all’area in cui è più debole: il Nordest. “Investiremo 800 milioni tra ristrutturazioni, nuove aperture e acquisizioni”, spiega il ceo Francesco Pugliese. “Stiamo valutando diverse opportunità. Siamo leader nei supermercati, nei negozi di prossimità. Siamo i numeri uno in quasi tutto il Sud e i secondi in Emilia e Toscana ma siamo fuori concorso in Lombardia, Piemonte e Veneto. Quindi è lì che stiamo guardando, senza disdegnare eventuali possibilità di rafforzare la rete nelle nostre zone, per esempio in Puglia”.

                      La cooperativa dei dettaglianti è una delle poche insegne che, invece di giocare in difesa, attacca e funge da acceleratore del processo di concentrazione dell’industria al dettaglio dove la somma tra calo dei consumi e riduzione della liquidità dovuta all’articolo 62, ha messo in difficoltà imprese grandi e piccole. Negli ultimi tre anni Conad ha comperato centinaia di punti vendita da catene come Billa-Rewe, Lombardini e Carrefour arrivando ad insidiare la supremazia della Coop. “Tutto è in vendita, il tema è il prezzo, se dieci anni fa comperavi al 30% del fatturato oggi acquisti al 15%, sono rallentati tutti i piani di sviluppo, ci sono già troppi metri quadri di superficie di vendita, aprire nuovi negozi costa più che comperare. Molte imprese sono indebitate, reggono quelle che hanno ricavi da altri settori come gli affitti di gallerie”.

                      Secondo l’amministratore delegato nel nuovo scenario della distribuzione non ha più senso parlare di differenze tra canali di vendita ma piuttosto di imprese che vanno bene o male in tutti i canali. “Conta il valore che un’insegna ha saputo dare al proprio brand, non il formato, iper, super, o discount”. In questa competizione identitaria Conad vede due soli rivali: Esselunga ed Eurospin. “I consumatori chiedono più servizi e pressi bassi, tutti noi ci stiamo provando. Vincono le catene che hanno una connotazione precisa e sono gestite bene, noi abbiamo una produttività per metro quadro di 6.140 euro contro una media italiana di 5.400 euro”.

                      Fondamentale in questa competizione tra insegne è la spinta dei prodotti a marchio. In Conad la quota dei prodotti private label sul giro d’affari totale è arrivata al 27,8%, con una crescita di quasi due punti rispetto all’anno precedente e un fatturato di 2,5 miliardi. A questo livello sono arrivate solo le Coop mentre la media nazionale è ferma al 20%. “Sui nostri prodotti stiamo cercando di allentare la pressione promozionale che è arrivata ormai a livelli eccessivi, è come una droga che falsa il mercato e la percezione che i consumatori hanno del valore di ciò che comperano. Se un prodotto è offerto al 70% di sconto alla fine non si sa più quale sia il prezzo reale. Ma i consumatori ci stanno dando ragione, sono più consapevoli, hanno capito qual è il corretto rapporto tra qualità e prezzo di un prodotto, stanno cercando di uscire dalla dipendenza da promozioni”.

                      Fonte: CorrierEconomia