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                      Conip, 65 mila tons di casse riciclate e 150 mila tons di CO2 risparmiate: l’LCA 2022

                      CO.N.I.P (il Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica) a Ecomondo ha presentato l’impronta ambientale del ciclo di vita delle cassette, che certifica i benefici indotti dal recupero e dal riciclo degli imballaggi in plastica. I numeri del Life Cycle Assessment 2022 parlano di risparmi annui di 150 mila tonnellate di CO2, 2,3 milioni di Gigajoule di energia, 606 milioni di litri di acqua, 135 mila tonnellate di materia prima vergine. Questo grazie al sistema ad “anello chiuso”, che da oltre 20 anni fa di Conip una realtà pioniera dell’economia circolare. Il Consorzio – così come tutte le realtà del riciclo che fanno dell’Italia un paese virtuoso – dice no al nuovo Regolamento UE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio che, se approvato, metterebbe in ginocchio un’intera economia 

                      di Carlotta Benini

                      Conip Ecomondo ©FM

                      La direttrice di Conip Fabiola Mosca e il presidente Domenico D’Aniello a Ecomondo (copyright: Fm)

                      Se il nostro Paese rappresenta un’eccellenza a livello europeo in tema di economia circolare, lo si deve a esperienze virtuose e innovative come quella di CO.N.I.P, il primo Consorzio autonomo di produttori di casse di plastica – anche quelle per l’ortofrutta – riconosciuto fin dal 1999 dal Ministero dell’Ambiente, che da oltre 20 anni opera basandosi su un principio fondamentale: “La plastica, se correttamente gestita, non è un rifiuto ma una risorsa. E come tale va valorizzata, non demonizzata”. Lo ha sottolineato anche la direttrice del consorzio Fabiola Mosca a Ecomondo, raccontando che il Conip oggi è una realtà che movimenta 87 mila tonnellate di casse in plastica (dato relativo all’immesso al consumo nel 2021), il 75% delle quali vengono recuperate e avviate al riciclo, per un totale di 65 mila tonnellate imballaggi gestiti in modo sostenibile.

                      Grazie al recupero di queste 65 mila tonnellate di cassette di plastica, in un anno è stato possibile evitare l’emissione di 150 mila tonnellate di CO2 (pari all’inquinamento prodotto da 61 mila automobili), risparmiare 2,3 milioni di Gigajoule di energia (paragonabili al consumo annuo di 577 mila persone) e oltre 600 milioni di litri di acqua (pari al contenuto di 243 piscine olimpioniche) e ridurre di 135 mila tonnellate il fabbisogno di materia prima vergine. Sono i numeri che ha presentato il Conip nella seconda giornata della kermesse riminese dedicata alla transizione ecologica, rendendo conto dei grandi benefici ambientali indotti dalla propria attività. Questi numeri sono certificati nell’LCA (Life Cycle Assessment 2022), ovvero nel documento annuale di impatto ambientale delle cassette Conip, illustrato in fiera dall’Ing. Isabella Capurso di Interzero.

                      Lo studio analizza il risparmio in termini ambientali che si ottiene seguendo il ciclo vita delle casse prodotte con materia prima seconda ottenuta dal recupero e avvio al riciclo delle stesse, una volta che hanno terminato il loro utilizzo. A loro volta i numeri Conip sono messi a confronto con lo scenario alternativo che analizza il ciclo vita delle casse prodotte con materia prima vergine.  La riduzione significativa di utilizzo di materia prima vergine permessa dal sistema utilizzato dal Consorzio genera poi, oltre ai vantaggi ambientali svelati dallo studio, anche significativi vantaggi economici in quanto consente un notevole risparmio, sia sull’acquisto della materia prima, sia sui consumi derivanti dai processi produttivi.

                      Conip Ecomondo ©FM

                      Isabella Capurso di Interzero presenta i numeri dell’LCA 2002 di Conip (copyright: Fm)

                      Ma come si ottengono questi risultati? La spiegazione sta nel circuito virtuoso messo a punto dal Consorzio che coinvolge tutti i principali attori delle filiere (produttori, utilizzatori, raccoglitori e riciclatori di casse e pallet in plastica) attraverso una rete capillare di piattaforme di raccolta.  Il percorso disegnato da Conip prevede infatti la raccolta delle casse in plastica dagli utilizzatori finali (grande distribuzione, mercati rionali, fruttivendoli, ecc.) e l’avvio al riciclo. La prima fase è quella della macinazione, da cui deriva materiale plastico sotto forma di scaglie che sarà utilizzato dalle imprese produttrici per realizzare nuovi imballaggi (di materia prima seconda) pronti a rientrare nel ciclo.

                      “Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti da Conip in quasi 25 anni di attività in termini di raccolta ed avvio al riciclo dei propri imballaggi – ha commentato il presidente del Consorzio Domenico D’Aniello durante la presentazione dell’LCA 2022 a Ecomondo -. Soltanto nel 2021 infatti Conip ha recuperato ed avviato a riciclo il 75% delle cassette che ha immesso sul mercato nazionale. Un esempio virtuoso, efficace ed efficiente di economica circolare. L’obiettivo ovviamente è quello di arrivare a recuperare ed avviare al riciclo la quasi totalità di casse immesse sul mercato nazionale; un traguardo per il quale tutti i nostri consorziati si stanno adoperando con il massimo impegno al fine di raggiungerlo”.

                      CO.N.I.P è stato il primo sistema collettivo in Europa a produrre casse e pallet in materiale poliolefinico riciclabile e riciclato al 100% grazie all’adozione del sistema ad “anello chiuso”, ed è stato il primo anche a realizzare una propria rete di raccolta a livello nazionale, riuscendo così a eliminare i costi di logistica per gli operatori. Una realtà pioniera dell’economia circolare, che non può che dirsi sfavorevole di fronte alle misure previste nel nuovo Regolamento UE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, che sarà presentato il 30 novembre in Commissione Europea. Ad oggi è solo una bozza, non c’è nessun testo ufficiale, ma l’attenzione – e la preoccupazione – tra gli addetti ai lavori in Italia è già altissima e anche il Governo si prepara a battagliare a Bruxelles. Oltre a prevedere una riduzione degli imballaggi generati pro capite del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, il nuovo regolamento UE infatti, in base alle anticipazioni, girerà intorno a una parola chiave: riuso. L’obiettivo finale è quindi quello ridurre la quantità di imballaggi immessi sul mercato puntando sul loro riutilizzo, a discapito del riciclo.

                      “Stiamo lavorando insieme a Confidustria, Unionplast e Federazione Gomma Plastica per cercare di porre all’attenzione della Comunità Europea la necessità di una revisione delle misure presentate in bozza – racconta Fabiola Mosca -. Così com’è, è un regolamento che colpisce molto la plastica, che colpisce il settore del riciclo e colpisce l’Italia, che ha raggiunto risultati eccellenti in questo senso, già da tempo superiori a quanto previsto dagli obiettivi comunitari”. “Il nostro è un Paese virtuoso nella gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio – conclude la direttrice di Conip -, quindi cambiare un sistema in cui le aziende hanno investito in modo pesante e forte, dotandosi di tecnologie che oggi rappresentano la nuova frontiera del riciclo, dando lavoro a milioni di persone, significa mettere in ginocchio un’intera economia. Con impatti a livello economico e sociale di cui non si può non tenere conto”.

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