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                      Continua l’escalation del biologico. Nel 2016 AssoBio supera i 500 milioni (+20%)

                      L’associazione che riunisce a livello nazionale le imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici prevede di chiudere l’anno con un fatturato che supera i 500 milioni di euro. L’andamento dell’export è brillante: nei soli primi nove mesi del 2016 il campione di aziende AssoBio ha inviato all’estero prodotti biologici per 64 milioni di euro, superando già il totale delle vendite dell’intero 2015. La categoria più esportata è l’ortofrutta, con il 18% del valore totale. Continua anche l’andamento fortemente positivo della grande distribuzione, che ha visto una fornitura di prodotto bio pari a 104 milioni di euro nei primo nove mesi del 2016. Trend in crescita anche nel canale dei negozi specializzati, a cui le aziende di AssoBio hanno fornito prodotti per 263 milioni di euro

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Bio - Obst

                      Nel 2016 il biologico cresce del 20%, confermando l’interesse del consumatore per questa nicchia 

                      AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici, ha visto una crescita esponenziale nel fatturato delle aziende associate: 18 realtà leader di settore, di cui fanno parte anche i marchi più noti del bio italiano come Almaverde Bio e Canova, Alcenero e Brio, EcorNaturaSì. Nel 2015 queste imprese hanno fatturato (a prezzi all’ingrosso) 594 milioni di euro di prodotti biologici, contro i 485 milioni del 2014, con un’eccezionale crescita del 22.4%.

                       

                      AssoBio stima che anche il 2016 chiuderà con una performance analoga, confermando il crescente orientamento dei consumatori per gli alimenti bio, controllati e certificati secondo i regolamenti europei, ottenuti con tecniche sostenibili per l’ambiente, senza il ricorso a fertilizzanti e pesticidi chimici di sintesi e senza mangimi OGM. Nei primi tre trimestri del 2016, infatti, il fatturato del campione dei soci AssoBio ha già raggiunto quota 493 milioni, superando in soli nove mesi le vendite dell’intero 2014. Il campione è solo apparentemente ridotto, dato che le imprese monitorate hanno un rilievo assoluto sul totale delle vendite di prodotti biologici, che nel 2015 hanno pesato per 2,6 miliardi sul mercato interno, con più di 1,6 miliardi di export.

                       

                      Qualità e servizio offerti dalle aziende biologiche italiane sono infatti particolarmente apprezzati dal mercato internazionale. In testa alla classifica degli acquirenti dei nostri prodotti biologici Germania e Francia con il 18% ciascuno, Usa e Canada, l’area del Benelux e quella scandinava; categoria più esportata l’ortofrutta, con il 18% del valore totale. L’andamento dell’export è quindi assai brillante: nei soli primi nove mesi del 2016 il campione di aziende AssoBio ha inviato all’estero prodotti biologici per 64 milioni di euro, superando già il totale delle vendite dell’intero 2015 (63 milioni). La percentuale di crescita del 16% registrata nel 2015 sarà quindi abbondantemente superata, anche grazie all’acquisizione da parte di operatori italiani di imprese distributive estere conclusa a metà anno.

                       

                      Continua anche l’andamento fortemente positivo della grande distribuzione, al quale nei primi nove mesi del 2016 il campione di aziende AssoBio ha fornito 104 milioni di euro in prodotti biologici, contro i 115 forniti nell’intero 2015. AssoBio stima che le vendite totali al pubblico di prodotti biologici nei supermercati supereranno il miliardo di euro (erano 737 milioni nel 2014 e 873 milioni nel 2015), con una crescita che sfiorerà il 20%.

                       

                      organic

                      Nei primi 9 mesi del 2016 le aziende di AssoBio hanno fornito alla GDO 104 milioni di euro di prodotto

                      Positivo anche l’andamento del canale dei negozi specializzati in prodotti biologici, una rete di oltre un migliaio di punti vendita, cui nei primi nove mesi dell’anno il campione di aziende preso in esame ha fornito prodotti per 263 milioni di euro, il 75% dei 349 milioni dell’intero 2015. Considerando il fisiologico calo delle vendite sul mercato interno nei mesi estivi e il tradizionale aumento dei consumi dell’ultimo trimestre, anche questo canale chiuderà il 2016 con segno più che positivo.

                       

                      Ottima la tendenza anche degli “altri canali” (prevalentemente si tratta di ristorazione): nei primi nove mesi le vendite delle imprese monitorate hanno raggiunto i 62 milioni, contro i 68 dell’intero anno precedente. I dati sull’occupazione saranno elaborati a fine anno, ma nel 2015 le 18 imprese del campione sono passate da 1993 addetti a 2288, con un incremento di ben il 18.4%.

                       

                      “Il campione è costituito da un numero contenuto di imprese, ma si tratta di 18 leader, il cui fatturato a fine anno supererà i 500 milioni di euro, con una quota estremamente significativa sul mercato totale. – commenta Roberto Zanoni, presidente di AssoBio – Le tendenze che esprime, quindi, sono una fedele rappresentazione di quelle del mercato biologico nel suo complesso”.

                       

                      “Grazie ad alcuni progetti per l’internazionalizzazione sostenuti dalla Commissione Europea e coordinati dalla federazione unitaria del settore FederBio – continua il presidente – e grazie alla positiva collaborazione con ICE, l’export continuerà ad aumentare, in particolare in Cina, Giappone, Usa e Canada. Per quanto riguarda il mercato interno, attendiamo che il ministero dia attuazione al Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico, approvato in Conferenza Stato Regioni nel marzo scorso. È apprezzabile che un settore, che non solo svolge, come riconosce anche l’Unione europea, un ruolo fondamentale nella fornitura di beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale, ma ha anche le performance economiche e occupazionali migliori di tutto l’agroalimentare italiano, possa finalmente contare su strumenti che lo affianchino nel rafforzare la crescita”.

                       

                      “Contiamo che i nostri risultati inducano nuove aziende agricole ad avviare la conversione al metodo biologico e le imprese di trasformazione ad avviare linee biologiche. – conclude Zanoni – Il nostro obiettivo non è certamente mantenere rendite di posizione, ma dimostrare che convertire in chiave ecosostenibile la produzione non è solo una necessità, ma anche una grande opportunità per le imprese”.

                       

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