L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      Convegno Donne dell’Ortofrutta: i big del packaging per F&V a confronto

                      A Bologna l’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta ha festeggiato l’8 marzo con un convegno dedicato al futuro del packaging, che ha affollato la sala 20 Maggio nella sede dell’Assessorato all’Agricoltura. Nella prima parte del dibattito, incentrato sulla nuova normativa europea che impone scelte precise sull’uso della plastica e sulla sostenibilità della produzione, sono intervenuti i rappresentanti di alcune realtà leader dell’imballaggio per ortofrutta: Lorenzo Foglia di Bio-on, Enrico Frigo di Cpr System, Riccardo Zoffoli di Infia e Claudio Dall’Agata di Bestack. È  seguito un confronto fra mondo della produzione, della distribuzione e dell’informazione,  a cui ha partecipato anche Rossella Brenna, sales director di Unes (U2 Supermercato)

                       

                      di Carlotta Benini

                       

                      Donne Dell'Ortofrutta convegno packaging

                      I relatori del convegno delle Donne Dell’Ortofrutta sulla rivoluzione del packaging

                      “Un diamante è per sempre”. Se nel 1998 il celebre spot del colosso dell’oreficeria De Beers faceva sognare milioni di donne, nel 2019, 21 anni dopo e in un settore ben preciso, quello dell’ortofrutta, è un altro materiale a fare riflettere e a stimolare l’immaginazione su quelli che potranno essere gli scenari futuri di consumo: la plastica. Un materiale che ha una vita lunghissima: se abbandonato nell’ambiente, non si smaltisce mai, se non dopo centinaia e centinaia di anni.  Si è quindi aperto con un focus sull’utilizzo della plastica nel settore del food & grocery, e sulla nuova normativa europea che prevede una serie di limitazioni stringenti per questo materiale, il convegno organizzato l’8 marzo a Bologna dall’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, dal titolo “La rivoluzione del packaging”. Una mattinata per celebrare la festa della donna non con dei fiori di mimosa, ma con un contributo costruttivo al dibattito su un tema particolarmente sentito dalle aziende del settore ortofrutticolo, dalla produzione alla distribuzione, chiamate a orientare la propria attività in modo sempre più sostenibile.

                       

                      “La plastica è per sempre”: con questa piccola provocazione Lorenzo Foglia, capo del team di investor relations di Bio-on, ha aperto il dibattito che, nella prima parte della mattinata, ha visto coinvolti i rappresentanti di alcune realtà leader dell’imballaggio per ortofrutta. Bio-on è fra i player globali della bioplastica di alta qualità: a fine 2018 ha dato vita a un accordo strategico con il gruppo Rivoira per sviluppare nuovi materiali per il packaging di frutta e verdura fresche, puntando sulla sostenibilità e completa biodegradabilità: questo grazie a Zeropack , società fondata da Bio-on e di cui oggi Rivoira detiene il 50% (leggi qui). “L’ortofrutta per noi è un settore fondamentale. – esordisce Foglia nel suo intervento – Il nostro rivoluzionario packaging per ortofrutta, infatti, nasce a sua volta da scarti agricoli, che vengono trasformati in bioplastica, 100% biodegradabile”. Una soluzione che promette di rivoluzionare il mondo del packaging alimentare per frutta e verdura fresche. “Con questo progetto non abbiamo la presunzione di poter cambiare il mondo, ma certamente possiamo dare un contributo concreto all’emergenza plastica, che sta letteralmente distruggendo il nostro Pianeta”, aggiunge. Il progetto Zeropack è stato presentato ufficialmente a Berlino, nel corso dell’ultima edizione di Fruit Logistica: “A ottobre organizzeremo un nuovo evento dove presenteremo i primi prodotti per il mercato”, conclude Foglia.

                       

                      Donne Dell'Ortofrutta convegno packaging

                      In piedi il presidente dell’Associazione Le Donne Dell’Ortofrutta Alessandra Ravaioli

                      Se la plastica è per sempre, è anche vero che questo materiale può essere riutilizzato infinite volte: si apre con questa puntualizzazione l’intervento di Enrico Frigo, responsabile operativo di CPR System. “Il nostro circuito nasce 20 anni fa – spiega Frigo – Oggi sono 140 milioni le cassette movimentate ogni anno all’interno del nostro circuito, dove non viene immesso nell’ambiente nessun tipo di rifiuto”. Il ciclo di vita di una cassetta di plastica riutilizzabile dura in media sette anni: quando giunge a fine vita ogni imballaggio viene rigranulato e ritorna in circolo sotto forma di cassetta tutta nuova (leggi qui). “Questa è la vera rivoluzione del packaging. – continua il responsabile operativo di CPR System – Un modello di economia circolare che rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra i diversi attori della filiera ortofrutticola”. Tuttavia il consumatore finale, oggi particolarmente sensibile al tema della sostenibilità, ma anche soggetto a una certa disinformazione e influenzato da un fenomeno mediatico in atto che potremmo definire “guerra  alla plastica”, non è del tutto a conoscenza di questo ciclo virtuoso. “Stiamo studiando la percezione del consumatore attraverso dei focus specifici – aggiunge Enrico Frigo – e abbiamo scoperto che la storia delle nostre cassette di plastica riutilizzabili, spesso sconosciuta ai più, stupisce e appassiona i consumatori. Perché non la raccontate? ci chiedono”. Non semplice farlo in punto vendita: ecco allora che la soluzione potrebbe essere partire dal basso, parlare ai consumatori del domani. “Abbiamo in programma anche degli incontri con le scuole”, rivela. Obiettivo? “Diffondere una maggiore consapevolezza su come si possa fare un utilizzo virtuoso di questa materia, che è fantastica”.

                       

                      Non un materiale da demonizzare, dunque, ma un imballaggio che offre vantaggi fondamentali per il settore ortofrutticolo. “Le nostre confezioni hanno la funzione di proteggere i prodotti ortofrutticoli, preservando il più a lungo possibile la loro freschezza e quindi riducendo gli sprechi. – sottolinea Riccardo Zoffoli, project & quality manager di Infia – Hanno altresì la funzione di garantirne la sicurezza alimentare. Il nostro compito è quello di comunicare con chiarezza queste preziose funzioni dell’imballaggio in plastica, partendo da un’informazione che oggi è ancora più importante: tutti i nostri cestini oggi sono realizzati in R-PET 100%, ovvero polietilene (PET) riciclato al 100% (leggi qui). Siamo stati la prima azienda del settore a dotarsi della tecnologia per produrre autonomamente questo packaging eco-sostenibile, che a sua volta può essere riciclato nella sua totalità”. Anche in questo caso, tuttavia, il consumatore finale non è abbastanza informato in materia. “Stiamo lavorando con la nostra associazione di categoria, Union Plast, per comunicare in modo più diretto con il consumatore finale e dare risalto a tutti gli aspetti tecnici positivi dell’imballaggio di plastica”, conclude Zoffoli.

                       

                      Donne Dell'Ortofrutta convegno packaging

                      Il gruppo dei relatori al convegno dell’8 marzo a Bologna

                      Nel calderone mediatico sulla plastica attualmente in corso, ci sono poi quei materiali che giocano la loro parte da leone. È il caso del cartone ondulato, “che in Italia oggi ricopre il 35% del fabbisogno di imballaggi ortofrutta, è lo standard più diffuso e rappresenta una filiera innovativa, naturale e sostenibile per definizione”, sottolinea il direttore di Bestack Claudio Dall’Agata. Fare “guerre” fra i vari materiali per il direttore di Bestack non ha senso. “Oggi gli imballaggi ortofrutticoli, ognuno a suo modo, sono tutti sostenibili. – continua Dall’Agata – La riflessione che dobbiamo porci, piuttosto, è: come dare valore a un prodotto, come renderlo distintivo sui banchi? Dieci anni fa avevamo a che fare con un attore che, da solo, faceva il buono e il cattivo tempo: la Gdo. Oggi ci troviamo di fronte a uno scenario molto diverso. Oggi dobbiamo fare i conti con un super consumatore, sempre più infedele al punto vendita, schizofrenico, sempre più informato ed esigente, e sempre più digitale. Di fronte a questo interlocutore dobbiamo chiederci: come è possibile creare valore, in ortofrutta? La risposta è che bisogna dare all’imballaggio delle funzioni d’uso. Una di queste è la riduzione dello spreco: l’imballaggio in cartone ondulato, ad esempio, allunga la vita di scaffale di frutta e verdura fino a due giorni, riducendo di conseguenza gli scarti in modo significativo”. “Non confrontiamoci fra noi operatori su aspetti tecnici che non interessano al consumatore. – conclude Dall’Agata – Chiediamoci piuttosto: come possiamo vendere una mela in più, generando un vantaggio per tutti?”.

                       

                      La prima parte del convegno, moderato dalla giornalista Raffaella Quadretti e aperto dal saluto della presidente delle Donne dell’Ortofrutta Alessandra Ravaioli, ha visto anche un focus a cura di Freshfel sulla normativa comunitaria che oggi impone scelte precise sull’uso della plastica e sulla sostenibilità della produzione. La seconda parte del convegno ha visto invece un dibattito fra produzione, ricerca, informazione e grande distribuzione. Sono intervenute Alessandra Damiani, direttore commerciale dell’azienda Orsini e Damiani, Chiara Venturini, tecnologa alimentare, Sara Roversi, coordinatrice del Future Food Institute e Lisa Bellocchi, presidente dell’Arga, Associazione interregionale giornalisti dell’agroalimentare, nuova socia onoraria dell’Associazione Nazionale Le Donne Dell’Ortofrutta. Anche Rossella Brenna, sales director di Unes (U2 Supermercato), è una new entry dell’associazione. Al convegno a Bologna è intervenuta nel dibattito sul packaging raccontando come il reparto ortofrutta abbia un ruolo di spicco nei punti vendita del gruppo. “Lo valorizziamo a partire dal layout, che ricorda quello di un mercato rionale, che punta sul prodotto e ne esalta la bellezza e anche la semplicità”, sottolinea Rossella Brenna. Da qui anche la scelta di privilegiare il prodotto sfuso, in modo che il consumatore si senta libero di decidere quanta merce acquistare, fosse anche un singolo frutto: misura, questa, volta a contenere gli sprechi”. Gli imballi quindi sono ridotti al minimo nei punti vendita U2 Supermercato e sono relativi solo a quarta e quinta gamma, oltre a qualche referenza del Viaggiator Goloso, dove nel packaging generalmente prevale il cartone, per differenziare il prodotto nell’esposizione.

                       

                      Ha chiuso i lavori Simona Caselli, assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna e presidente di Areflh.

                       

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