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                      Coop, Brasina: “La sostenibilità passa anche dai bollini per l’ortofrutta”

                      Anche se piccoli e utili per raccontare e individuare un prodotto ortofrutticolo, i bollini possono essere un problema in fase di smaltimento in quanto solitamente non sono compostabili e vanno buttati nell’indifferenziato. I consumatori meno virtuosi potrebbero anche buttarli nell’umido insieme alla buccia. Per questo Coop Italia, in collaborazione con Sinclair, è stato il primo gruppo distributivo in Italia a utilizzare i bollini compostabili su mele, pere e altri frutti sfusi a marchio Origine. “Un progetto lungo e complesso, nato a metà 2017, che ha visto il loro utilizzo nei nostri punti vendita dal gennaio 2019”, ci spiega Maurizio Brasina, responsabile qualità ortofrutta di Coop Italia. I bollini compostabili si inseriscono in un progetto molto più ampio legato alla sostenibilità nel reparto ortofrutta

                      Di Valentina Bonazza

                      Coop

                       

                       

                      I bollini per l’ortofrutta possono essere molto comodi per dare informazioni anche quando si acquistano prodotti sfusi, eppure al momento dello smaltimento può essere difficile staccare il bollino dalla buccia e gettarlo nel bidone giusto. I bollini compostabili, garantiti da TÜV Austria con le certificazioni OK compost e Seedling – sono pensati per offrire un branding davvero sostenibile e su misura per l’ortofrutta.

                      L’idea è nata da alcune segnalazioni di nostri consumatori, che sottolineavano come i bollini fossero scomodi da smaltire: spesso è molto piccolo, difficile da staccare, poi va separato dall’organico e gettato nell’indifferenziato. C’è chi addirittura ci chiedeva di toglierlo, ma nel prodotto sfuso il bollino è l’unico sistema per far conoscere e rendere identificabile un prodotto. È garanzia di riconoscibilità, qualità e sicurezza”, ci spiega Maurizio Brasina, responsabile qualità ortofrutta di Coop Italia.

                      “Quindi, quando ci si è presentata la possibilità di utilizzare il bollino industrial compost – ci racconta Brasina – abbiamo deciso di proseguire su questa strada in cui abbiamo investito tempo e risorse. Non volevamo infatti abbandonare i bollini, che sono di fatto una sorta di etichetta in miniatura che permette di identificare i prodotti a marchio Coop Origine, ma utilizzarli in maniera più responsabile, e meglio“.

                      La collaborazione con Sinclair e GTP per sviluppare il progetto ha avuto inizio a metà del 2017. Lo sviluppo del bollino compostabile, infatti, è stato portato avanti in contemporanea con la ditta Italiana GPT, Gruppo Poligrafico Tiberino, per i bollini applicabili manualmente, come per le banane, melanzane, pomodori, ecc e con Sinclair per i bollini applicati in maniera automatica.

                      È stato un lavoro lungo – prosegue Brasina – in quanto volevamo che il prodotto finito fosse completamente compostabile, a livello industriale, quindi anche gli inchiostri e la colla utilizzati per il bollino. L’iter è stato molto articolato e ha visto varie riunioni con i tecnici di Sinclair, anche per ottenere tutte le certificazioni sul prodotto finito e non solo sui singoli componenti però poi da gennaio 2019 lo abbiamo lanciato sui nostri prodotti ortofrutticoli sfusi a marchio Origine Coop, in cui è comunicato al consumatore finale che è compostabile. Per ora ci siamo quindi concentrati sui bollini compostabili, che possono essere gettati nell’umido e poi smaltiti industrialmente”.

                      Stiamo parlando di circa 50 milioni di bollini che prima erano in “plastica tradizionale” e da gennaio 2019 sono in materiale compostabile e possono essere raccolti nella pattumiera dell’organico, con le bucce. Lo stesso vale per i sacchetti compostabili per l’ortofrutta sfusa, che possono essere utilizzati e conferiti per la raccolta dell’umido, come da normativa, compresa l’etichetta.

                      Un percorso questo che si inserisce in un contesto più ampio di sostenibilità e di riduzione di plastiche e imballaggi. “Dove possibile abbiamo alleggerito le confezioni in plastica nei nostri prodotti a marchio e le nostre vaschette per l’ortofrutta a marchio Coop sono tutte in materiale riciclato (R-pet). Inoltre riutilizziamo le cassette in plastica attraverso l’adozione di quelle a sponde abbattibili del sistema Cpr”. Bisogna poi considerare che, quando si parla di ortofrutta confezionata, il sistema contenuto-contenitore non può essere trascurato: il packaging deve avere il minore impatto ambientale e al contempo proteggere il prodotto, e garantirne le caratteristiche in termini di sicurezza, prolungarne la “vita utile” per ridurne lo spreco e fornire un buon servizio al consumatore.

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