Dalla Redazione
Annunciata due anni fa, avviata e sviluppata con entusiasmo, la rivoluzione della private label di Coop oggi è una realtà a tutto tondo: 5 mila nuovi prodotti a marchio sono arrivati nei supermercati del gruppo. Di questi, circa 3 mila del tutto inediti e 2 mila rivisitati nella formulazione o almeno nelle confezioni, suddivisi in 22 linee. “Un’iniziativa senza paragoni nella grande distribuzione europea, per assortimento, dimensioni e anche rapidità”: con quali risultati?
A fare un’analisi è Consumatori Coop, l’house organ del gruppo, in distribuzione in questi giorni nei punti vendita: lo abbiamo trovato proprio due giorni fa facendo la spesa in un supermercato a Bologna.
La rivisitazione dei prodotti a marchio Coop nasce da un contesto economico complesso, in cui l’inflazione – nel 2023 la più alta degli ultimi 40 anni – ha messo pesantemente mano al portafoglio degli italiani, costringendoli a fare rinunce anche nel carrello della spesa. “Le difficoltà della domanda sono evidenti – conferma Maura Latini, presidente di Coop Italia, su Consumatori -. La spesa è cambiata: si fa più di frequente, acquistando meno pezzi, con uno scontrino più basso e privilegiando prodotti più economici. Per rispondere a questi cambiamenti, abbiamo applicato quello che per Coop è un principio irrinunciabile: il cibo non è una merce ma un bene, che deve essere buono, sano e accessibile per tutti. Conveniente per chi lo compra, ma anche rispettoso dell’ambiente e remunerativo per chi lo produce”.
Come hanno reagito soci e clienti alla nuova proposta di Coop per affrontare l’inflazione nel carrello della spesa? “I primi risultati sono incoraggianti e positivi – rivela la presidente di Coop Italia – Oggi, nell’80% delle categorie merceologiche presenti alla Coop, i più venduti sono i prodotti a marchio: l’anno scorso il 95% dei soci e consumatori ne ha messo nel carrello almeno uno. Mentre nel 2023 il giro d’affari complessivo di Coop ha raggiunto i 16,4 miliardi (+2% rispetto al 2022), con i prodotti Coop che rappresentano il 40% dei volumi venduti e da soli hanno generato un fatturato di 4,5 miliardi l’anno”.
Secondo le stime, acquistando i prodotti a marchio Coop, soci e consumatori nel 2023 hanno risparmiato 1,2 miliardi di euro rispetto all’acquisto di omologhi prodotti di marca (200 milioni in più rispetto al 2021).
Da settembre arriveranno nei negozi le ultime categorie rinnovate ed ampliate: i formaggi e i salumi. Ma il cambiamento non è finito: “Stiamo valutando i risultati di ogni singola categoria e dei diversi prodotti – racconta il direttore generale di Coop Italia, Domenico Brisigotti, nell’house organ del gruppo – per perfezionarli ancora. I prodotti Coop sono oggetto di continui miglioramenti, anche se non sempre sono immediatamente visibili: cambiano i fornitori, i processi, le formulazioni, le confezioni…”.
Ogni restyling si basa sui feedback ricevuti dai clienti, che oggi possono esprimere le proprie preferenze anche online, con il progetto Approvato dai soci, che ha coinvolto 7.500 consumatori con circa 99 mila test di assaggio su decine di nuovi prodotti Coop: tutti hanno superato l’esame, con un “voto” medio tra 7,4 e 7,8.
“I consumatori hanno colto e apprezzato l’innovazione e la modernità di molte proposte, che hanno reso accessibili prodotti che finora erano offerti solo dalle marche private, a prezzi più elevati – sottolinea Maura Latini -. Oggi ci sono persone che vengono a fare la spesa alla Coop perché cercano proprio alcuni prodotti a marchio”.
Tra le nuove linee Coop di successo figurano indubbiamente “Gli Spesotti”, 270 prodotti superconvenienti con le garanzie di Coop, che sono ormai presenti nel carrello del 70% dei clienti. Ma i soci consumatori sono stati attratti anche da molte proposte ad alta innovazione e sostenibilità, come ad esempio le insalate Fior d’insalata Fiorfiore prodotte per Coop da Kilometro Verde, che hanno fatto il loro debutto sui banchi frigo dell’ortofrutta a dicembre scorso.
Altri esempi innovativi e molto apprezzati sono i tovaglioli di carta Vivi verde che utilizzano la carta recuperata dai brik delle bevande, ancora i salumi Fiorfiore da suini allevati all’aperto, in Maremma.
I Pancake Coop sono diventati in pochi mesi una tra le merendine più vendute e hanno “battuto” la marca leader di mercato. O ancora, la Pasta 3 grani ha un suo pubblico di estimatori e si colloca tra le grandi marche di alta qualità. Mentre le bevande vegetali all’avena, soia, riso e nocciola rappresentano la metà delle vendite di prodotti di questa categoria: grazie a un prezzo del 30% più contenuto rispetto a quelli di marca, hanno reso questo tipo di referenze più accessibile. Stesso exploit per i prodotti di gastronomia vegana e vegetariana Coop, che valgono oggi il 40% delle vendite di questo tipo di prodotti, mentre il Kefir a marchio è quello più venduto e in tanti hanno scoperto i prodotti proteici come lo Yogo Pro, il Cream Pro e le barrette proteiche. Infine hanno vissuto uno sprint alcuni prodotti per la pulizia della casa.
“Siamo soddisfatti – continua Maura Latini su Consumatori -: ci abbiamo messo competenze, volontà e passione, insieme all’impegno di circa 800 fornitori, quasi tutti italiani. E questo sforzo di innovazione ha generato impatti virtuosi anche su questo tessuto delle piccole e medie imprese di produzione e trasformazione, stimolandole a rendere più attuali e moderni i propri prodotti, anche per proporli in altri mercati e all’estero”.
“Il prodotto Coop – conclude Brisigotti nell’house organ del gruppo – non è altro che un generatore di economia per le aziende che lo realizzano, per chi lo distribuisce, per chi lo acquista, garantendosi un prezzo giusto. Un generatore, però, che ha una regola: contrastare le aberrazioni che l’economia di oggi produce sui lavoratori, sulla società e sull’ambiente. Un’utopia? No, esiste in Italia un tessuto di imprese sano e vitale, che va valorizzato e preservato. Le difficoltà del settore agroalimentare toccano le famiglie ma anche le aziende: occorre contribuire a mantenere vivo il panorama produttivo italiano”.
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