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                      CoopCa (Udine), ultime ore per una super cordata che scongiuri il fallimento

                      coopca
                      C’è tempo fino al 17 marzo, quando il Tribunale di Udine dovrà avere i documenti in base ai quali deciderà se evitare il crac della società cooperativa, nata in Carnia all’inizio de secolo scorso ma presente con una quarantina di punti vendita in tutto il Nordest

                       

                      Dalla redazione

                       

                      coopcaIl mondo cooperativistico è in fermento per il futuro della CoopCa, la Società Anonima Cooperativa di Consumo Carnica: l’ultima spiaggia per evitare il fallimento potrebbe essere infatti una supercordata. Ma i tempi sono stretti perché, come riporta il Messaggero Veneto, il 17 marzo il Tribunale di Udine dovrà essere in possesso dei documenti necessari relativi all’attestazione del Piano di fattibilità di ristrutturazione e alla linea difensiva del cda. A quel punto si deciderà per l’ammissibilità alla procedura di concordato che scongiurerebbe il fallimento.

                       

                      Quella della CoopCa – fondata in Carnia nel 1906 – è una situazione precipitata negli ultimi mesi: era il settembre dello scorso anno quando veniva annunciato l’avvio del contratto di solidarietà per i 650 dipendenti: una decisione legata alla diminuzione delle vendite per la crisi economica ma causata anche dai numerosi investimenti degli ultimi anni. Dopo l’apertura di punti vendita a Pordenone, dal 1997 la società ha iniziato la conquista del Veneto, inaugurando numerosi supermercati nelle province di Treviso, Padova, Mestre e Venezia. Successivamente alla notizia del fallimento delle Cooperative Operaie di Trieste Istria e Friuli, la CoopCa ha subito una grave crisi di liquidità dovuta anche alla richiesta di rimborso del prestito sociale: da qui la necessità di chiedere il concordato preventivo, presentando un piano industriale per conseguire il pareggio di bilancio entro 18 mesi. Per effetto del concordato, sono stati bloccati circa 3.000 conti di deposito dei soci, per un totale di circa 30 milioni di euro.

                       

                      Questi giorni sono una corsa contro il tempo. E mentre il presidente di Coop Nordest, Paolo Cattabiani, preferisce non sbilanciarsi visto il momento molto delicato, il presidente di Legacoop del Friuli Venezia Giulia Enzo Gasparutti sottolinea la necessità di un senso di responsabilità nei confronti di tutte le centrali cooperative, salvando quindi ciò che può ancora essere salvato. Ne fa una questione di territorialità Sergio Bini, dell’ufficio di presidenza di Legacoop Fvg, secondo il quale vanno tutelati i posti di lavoro e va difeso il territorio e il suo sviluppo. Secondo quanto riportato dal Messaggero Veneto nelle ultime ore ci sarebbe stato un interesse anche da parte di Conad, (Consorzio nazionale dettaglianti), un’altra società cooperativa attiva nella grande distribuzione organizzata.