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                      Coronavirus, i supermercati del nord Italia reggono la prima onda d’urto

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                      Un supermercato Famila di Verona lunedì 24 febbraio: banchi pieni e nessuna calca (copyright: Fm)

                      Con lo scoppio del coronavirus nel nord Italia e l’aumento incessante del numero di contagiati accertati e dei decessi, si assiste alla presa d’assalto dei supermercati in molte regioni per assicurarsi le scorte nel caso di quarantena forzata. Come se fosse la vigilia di Natale o come se fossimo in guerra, commentano gli operatori. Sotto pressione in particolare le città di Milano e Piacenza. Stanno andando a ruba beni di prima necessità, in particolare prodotti surgelati e a lunga conservazione, ma anche prodotti freschi. I rifornimenti di frutta e verdura sono comunque garantiti dagli agricoltori in tutte le aree del Paese con i mercati generali all’ingrosso che lunedì 24 febbraio hanno aperto e funzionano regolarmente, da Milano a Padova fino a Roma, mentre la vicepresidente di Confcommercio Donatella Prampolini ha spiegato che: “Nel weekend sono stati sotto assedio e svuotati soprattutto i supermercati del Piacentino, ma abbiamo riorganizzato i turni e le risorse di personale per far fronte all’emergenza anche per l’assenza obbligata dei dipendenti della zona rossa

                      Dalla Redazione

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                      Un supermercato Famila di Verona lunedì 24 febbraio: banchi pieni e nessuna calca (copyright: Fm)

                      Scaffali vuoti e carrelli pieni, persino qualche litigio per accaparrarsi l’ultima confezione di acqua: è stata una domenica d’assalto ai supermercati, a Milano e più in generale in Lombardia, ma anche Veneto e alcune zone del Trentino e dell’Emilia Romagna, dopo che le regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria hanno deciso di chiudere scuole e posti di ritrovo per l’emergenza coronavirus. I primi a mettersi in coda alle casse, riporta Rainews.it, domenica mattina, sono stati gli abitanti di Casalpusterlengo, che si trova nell’area dove da sabato vige il divieto di ingresso e di uscita per contenere il contagio del Coronavirus. Con guanti e mascherine, in molti hanno riempito i carrelli per assicurarsi generi alimentari e di prima necessità nel caso di quarantena forzata.

                      Nel weekend, infatti, si è registrato un sensibile aumento negli acquisti di prodotti alimentari freschi e a lunga conservazione. Lo evidenzia anche un monitoraggio della Coldiretti nei mercati di Campagna Amica svolto per verificare gli effetti dell’emergenza Coronavirus con l’annuncio delle prime misure per il contenimento. “La crescente preoccupazione – sottolinea la Coldiretti – sembra spingere molti a fare scorte con la sollecitazione delle autorità alla limitazione degli spostamenti per evitare la diffusione del contagio. Anche perché – continua la Coldiretti – nelle aree già a rischio sono state adottate misure cautelative con la chiusura di negozi, centri commerciali e mercati all’aperto per evitare rischiose forme di aggregazione”. I rifornimenti di frutta e verdura sono garantiti dagli agricoltori in tutte le aree del Paese con i mercati generali all’ingrosso che hanno aperto regolarmente lunedì 24 febbraio, da Milano a Padova fino a Roma.

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                      Non sussiste alcun problema per magazzini e supermarket. Inoltre, sono già state attivate consegne extra per rifornire i punti vendita: ad assicurarlo la vicepresidente di Confcommercio e numero uno della filiera alimentare (Confali) della confederazione, Donatella Prampolini, spiegando che “nel weekend sono stati sotto assedio e svuotati soprattutto i supermercati del Piacentino ma abbiamo riorganizzato i turni e le risorse di personale per far fronte all’emergenza anche per l’assenza obbligata dei dipendenti della zona rossa“.

                      Nei comuni della provincia di Lodi interessati dalle limitazioni – ha reso noto la prefettura – sono  “da ritenersi essenziali” e quindi “escluse dalla sospensione dell’attività lavorativa e di trasporto” le attività commerciali di “supermercati, ipermercati, negozi alimentari e quelle connesse al trasporto connesse al rifornimento di prodotti alimentari in quanto tese all’approvvigionamento di beni di prima necessità per la popolazione”.

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                      A Sesto San Giovanni, invece, sono stati chiusi due centri commerciali dopo che un residente di 78 anni è risultato positivo al coronavirus. Nei punti vendita di Coop Lombardia l’affluenza è stata ben sopra la media e i gel disinfettanti e le mascherine sono stati esauriti nelle prime ore di apertura. La corsa alla spesa ha travolto anche Milano: all’Esselunga di via Cena carrelli pieni e scaffali di conserve vuoti. Per qualcuno “è pazzesco che sia tutto vuoto, un’esagerazione. La gente fa la spesa come se fossimo in guerra”, ma poi la paura della quarantena travolge tutti. E si amplifica con le foto degli scaffalo vuoti condivise sui social, riporta Rainews.

                      Nella giornata del 24 febbraio, il Gruppo VéGé, che rappresenta oltre 3.500 supermercati in tutta Italia, ha dichiarato in una nota stampa che non sussistono problemi di scarsità di beni. Tutta la distribuzione è preparata, i magazzini sono pieni ed il flusso logistico con i fornitori è nella norma. Il ripristino delle scorte, nonostante l’incremento delle vendite del 50%, è continuo e quindi occorre evitare scene di panico davanti agli scaffali nei supermercati. Il Gruppo ha infine sottolineato che: “In tutti i punti di vendita, i prezzi dei prodotti di prima necessità sono rimasti inalterati e così rimarranno, anzi aumenteremo la pressione promozionale. Infine, tutti gli imprenditori di Gruppo VéGé lavorano alacremente per garantire un servizio efficiente e di qualità a tutti i clienti, e questa situazione non fa eccezione”.

                      Durante la trasmissione Che Tempo Che Fa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha infatti sottolineato che: “Non c’è alcun motivo di preoccupazione. Non siamo di fronte a una carestia alimentare – e prosegue -, adotteremo tutte le misure per assicurare il costante approvvigionamento alimentare della popolazione, che deve stare tranquilla, sia perché ci sarà un’assistenza sanitaria costante sia perché interverremo per gli approvvigionamenti”. Infine, come riporta l’Ansa il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana ha dichiarato: “Nessuno pensava che fosse così aggressiva la diffusione, ma la corsa agli alimenti non ha senso: i rifornimenti sono assicurati. Bisogna fare la vita di tutti i giorni come prima”.

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