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                      Covid-19. Il governo Uk propone: “Nei campi chi è in cassa integrazione”

                      Il problema della mancanza di manodopera nei campi non è esclusiva italiana. Si registrano problemi simili in molti altri stati europei e anche in Gran Bretagna, che vede nei campi solo un terzo della manodopera estera abituale (arrivata prima del lockdown), nonostante i voli charter organizzati appositamente per reperire lavoratori agricoli dalla Romania, che solitamente colmavano in gran parte il vuoto nelle campagne. “Ne servirebbero molti di più”, ha affermato George Eustice, segretario di stato per l’ambiente e l’agricoltura durante una conferenza stampa, tanto da proporre che i dipendenti delle aziende britanniche ora a casa per il lockdown o per mancanza di lavoro, in una sorta di “cassa integrazione” creata apposta dallo Stato, possano andare a lavorare nei campi. Proposta che sentiamo da tempo anche in Italia dove c’è chi propone di far lavorare temporaneamente nei campi chi percepisce il reddito di cittadinanza o chi è in cassa integrazione, e che ad oggi però non vede ancora un’applicazione reale

                      Di Valentina Bonazza

                      cassa integrazione - stagionali agricoli

                      Copyright: skynews

                      Secondo la British Growers Association sono necessari 80 mila dipendenti stagionali all’anno nelle campagne britanniche. Non bastano così i voli charter organizzati appositamente per reperire i lavoratori provenienti dalla Romania per sopperire alla mancanza di manodopera agricola. I contadini del Regno Unito inoltre rimarcano che la pandemia non solo ha limitato la disponibilità di lavoratori stagionali solitamente provenienti dall’estero, ma ha ridotto anche l’afflusso di manodopera interna.

                      Ne servirebbero molti di più” ha affermato George Eustice, segretario di stato per l’ambiente e l’agricoltura, durante una delle abituali conferenze stampa per aggiornare i cittadini britannici sullo stato della lotta al Covid-19: Eustice propone di incoraggiare i lavoratori ora a casa a causa della chiusura delle aziende e del lockdown a lavorare nei campi. Lavoratori definitiFurloughed workers”, ovvero impiegati e operai inseriti all’interno uno schema di sostegno appositamente creato del governo di Boris Johnson: il programma Job Retention Scheme da oltre 300 miliardi di sterline pensato per aiutare le imprese e i lavoratori in questo periodo di crisi straordinaria. Si tratta di una sorta di “cassa integrazione” o “congedo retribuito” dallo stato fino all’80% dello stipendio, non previsto in tempi “normali” dal sistema di welfare britannico, e mirato a evitare un ulteriore colpo all’economia oltre a quello che si prospetta con la Brexit.

                      Il segretario di stato per l’ambiente e l’agricoltura ha affermato che “La catena alimentare internazionale continua a funzionare bene”, aggiungendo però che il governo era “profondamente consapevole” del fatto che la stagione britannica dei frutti di bosco e delle insalate stava per iniziare e che solo un terzo dei lavoratori stranieri che normalmente lavorano nel Regno Unito si trovano nel Paese – tutti arrivati prima della chiusura. Infatti, sono circa 80 mila i lavoratori stagionali agricoli che ogni anno in Gran Bretagna aiutano le aziende agricole britanniche nei raccolti, di questi la maggior parte provengono dall’Est Europa e solo il 10-15% di questi sono residenti nel Regno Unito. Tutti gli altri arrivano in aereo per la stagione del raccolto, ma a causa delle restrizioni e dalla paura che il coronavirus ha portato con sé, gli afflussi di braccianti provenienti dall’estero sono diminuiti così tanto che il governo ha organizzato dei voli charter: il 16 aprile, ad esempio, un volo charter ha portato 150 braccianti rumeni nelle campagna britanniche.

                      “Stiamo lavorando con le aziende per individuare un sistema capace di incoraggiare quei milioni di lavoratori in ‘congedo retribuito’ a prendere in considerazione l’idea di un secondo lavoro – ha spiegato Mr Eustice, che ha poi aggiunto – Al momento non è un problema, visto che la raccolta è appena iniziata, ma prevediamo che ci sarà la necessità di assumere personale nel mese di giugno, soprattutto per la raccolta di insalata e frutti di bosco“.

                      cassa integrazione stagionali agricoli

                      Una lavoratrice stagionale rumena arrivata con un volo charter in una serra di fragole nel Kent. Copyright File pic

                      Dall’opposizione, il segretario “ombra” per l’ambiente Luke Pollard ha criticato il governo, che “Doveva spiegare prima che tipologia di sostegno il governo poteva offrire a tutti gli addetti dell’industria alimentare, in particolare agli agricoltori, ora preoccupati che i loro raccolti possano marcire nei campi a causa della mancanza di manodopera agricola”.

                      I lavoratori “in cassa integrazione”  hanno il diritto di cercare lavoro altrove durante la chiusura delle fabbriche, purché abbiano il permesso del loro datore di lavoro e siano in grado di completare comunque la formazione richiesta all’interno del progetto di ‘cassa integrazione’ sovvenzionato dallo stato durante il llock down. Inoltre, la guida pubblicata sul sito web del governo britannico spiega che coloro che sono in aspettativa per un nuovo lavoro devono comunque essere pronti a tornare al loro lavoro principale in qualsiasi momento e devono compilare e presentare la documentazione necessaria a chiarire alle autorità la loro situazione fiscale. Sembrerebbe, quindi, una situazione di non facile soluzione e soprattutto una proposta che non vede una reale applicazione pratica in tempi ristretti.

                      Nel frattempo, la disponibilità di prodotti alimentari in Gran Bretagna e di approvvigionamento nella Grande Distribuzione sta migliorando, e con essa anche l’aumento della presenza dei dipendenti sia nei supermercati che nei punti di consegna online. Infatti, molti addetti alla vendita al dettaglio di generi alimentari che si erano auto-isolati per sospetto coronavirus sono tornati al lavoro. “I livelli di assenze sono scesi da un picco del 20% nelle aziende alimentari tre settimane fa, a meno del 10% alla fine della scorsa settimana, e, in alcuni casi, le singole aziende hanno segnalato assenze del 6%”.

                      Inoltre, i supermercati del Regno Unito stanno aggiungendo altri 300 mila slot per la consegna della spesa, a seguito di reclami, soprattutto da parte dei clienti appartenenti alle categorie più a rischio, che non erano riusciti a prenotare slot online. “All’inizio del lockdown in Gran Bretagna erano disponibili 2,1 milioni di slot di consegna della spesa, una cifra che è salita a 2,6 milioni con l’aumento della domanda, e che ora sta raggiungendo quota 2,9 milioni, anche se – ammette Mr Eustice – questo numero potrebbe non essere ancora sufficiente a soddisfare la domanda”.

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