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                      Covid-19, Italia: in arrivo il primo volo charter di stagionali dal Marocco

                      Decollerà da Casablanca e atterrerà a Pescara il primo volo charter 747 previsto per martedì 19 maggio. A bordo 124 stagionali agricoli specializzati che andranno a lavorare nella piana “degli orti” di Avezzana. L’operazione, organizzata da Confagricoltura e supportata dal vice ambasciatore del Marocco, Matteo Romanelli, ha poi ottenuto il via libera dalla Farnesina dopo circa 25 giorni di trattative. Si parla di manodopera qualificata che sa utilizzare certi macchinari o ha il patentino per i trattamenti e che da anni lavora per le aziende agricole del Fucino. Imprenditori che non potevano fare a meno di queste competenze, tanto che sono disposti a pagare 425 euro per il volo di ogni bracciante

                      Di Valentina Bonazza

                      stagionali

                      È da aprile che voli charter portano stagionali agricoli specializzati dalla Romania alla Germania e alla Gran Bretagna, grazie ad accordi presi con i rispettivi governi. Non sufficienti comunque a colmare la loro mancanza di manodopera. Voli che l’Italia sembra aver perso, finora. Nel frattempo, tra dl Rilancio e altre iniziative messe in atto per recuperare forza lavoro tra gli italiani che il lavoro non ce l’hanno, come i portali di Confagricoltura o Coldiretti, per citarne alcuni, gli imprenditori abruzzesi mettono le mani ai portafogli per accogliere “a braccia aperte” gli operai marocchini necessari per salvare la stagione.

                      Infatti, come riporta La Repubblica, è previsto per martedì 19 maggio il primo volo di manodopera altamente specializzata che porterà da Casablanca  a Pescara stagionali esperti che lavoreranno in uno dei cinque orti più grandi d’Italia: quello del Fucino, nella Piana di Avezzano. Questo dopo aver “osservato il periodo di quarantena necessario – riporta Il Centro -. Inoltre gli spostamenti e i domicili saranno comunicati alle Asl di Pescara (città dove atterreranno) e Avezzano (competente per i comuni fucensi), ma anche alle due prefetture e al ministero del Lavoro. L’operazione è stata supportata dal vice ambasciatore del MaroccoMatteo Romanelli, che ha ottenuto il via libera dal ministero degli Esteri”.

                      Il primo volo Casablanca Pescara vedrà un volo charter 747 da 300 posti, ma che a causa delle misure di sicurezza anti-covid trasporterà solo 124 persone. Il giorno seguente ne dovrebbe atterrare un altro. “Gli imprenditori che hanno aderito all’iniziativa pagheranno il volo 425 euro a bracciante, pur di avere manodopera specializzata – spiega a La Repubblica Stefano Fabrizi, presidente di Confagricoltura Abruzzo -. Lavoratori che spesso da anni collaborano con questi imprenditori, che sanno utilizzare un mietitrebbia e hanno il patentino per i trattamenti, che sanno sopportare la stanchezza a piegar la schiena tutto il giorno ‘perché la terra è bassa’ e che sa come potare e raccogliere i prodotti della terra”.

                      Infatti gli imprenditori agricoli presenti nella piana di Avezzano, che racchiude circa 15 mila ettari di orti in altura, sono altamente strutturati e con tecnologie all’avanguardia. “Circa mille imprese con 8 mila operai agricoli lavorano in questi territori – sottolinea Fabrizi -. Circa 500 persone sono a tempo indeterminato nelle aziende più strutturate, soprattutto per la parte di surgelazione e di produzione di succhi. Poi ci sono tutti i lavoratori stagionali da marzo a fine novembre: di cui circa 5 mila stanziali, soprattutto magrebini, macedoni e albanesi poi qualche pachistano e pochi rumeni; e altre 2.500 che  per i tre mesi invernali tornano nel loro Paese ‘origine”, ma che con il Covid sono rimasti bloccati nei loro Paesi: sono persone altamente specializzate e i datori di lavoro non possono farne a meno, così dopo una trattativa di 25 giorni – sottolinea Fabrizi –, siamo riusciti ad avere il via libera dalla Farnesina”.

                      I nuovi arrivi, comunque, non riusciranno a coprire del tutto la necessità di manodopera, così come non sembra bastare l’apertura agli italiani, che ad oggi pare ancora una goccia nel mare delle necessità degli imprenditori agricoli italiani.

                      Resta il fatto che, in totale, in Italia “Sono stati 24 mila gli italiani che, attraverso vari siti dedicati ai lavori in ambito agricolo, si sono resi disponibili da Nord a Sud – riferisce La Repubblica del 14 maggio –. A confermare la buona volontà di tantissimi italiani: le cosiddette vittime economiche del coronavirus: ex baristi, ex commesse, muratori, guide turistiche, ragazzi e ragazze che non hanno  dimestichezza con la terra ma che, pur di non restare a casa senza fare niente e senza soldi, si sono messi in gioco”.

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