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                      CRAI, Frigerio: “Ortofrutta fino al 15% di incidenza”

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                      L’ortofrutta per il gruppo Crai Secom, storica insegna della Gdo leader per la sua capillarità, ha un’incidenza che va dal 14-15% nel nord Italia, fino a un 5-7% al sud. Le performance del reparto frutta e verdura sono state positive nel 2017, anche per quanto riguarda i prodotti private label, sinonimo di origine, qualità, stagionalità, tipicità. Carlo Frigerio, buyer ortofrutta di CRAI, ci parla dei trend del reparto, della scelta dei fornitori, dei prodotti che performano meglio e dei segmenti strategici. “L’esposizione a punto vendita è fondamentale in Gdo e “l’ortofrutta si presta molto a rendere un negozio attrattivo e valoriale”, sottolinea. L’e-commerce? È a buon punto. Le bioshopper? Ecco quali misure ha preso il gruppo

                       

                      di Carlotta Benini

                       

                      È uno dei pochi marchi storici italiani tuttora attivi a livello nazionale. Conta su una rete di oltre 3.400 punti vendita distribuiti capillarmente in tutta la Penisola, dalla Valle d’Aosta fino alla Sicilia, di vari format (supermercati, superette e negozi alimentari), affermandosi come leader qualitativo del mercato di vicinato. Stiamo parlando di CRAI Secom, gruppo della Gdo attivo in Italia da più di quarant’anni, che ha chiuso un 2017 ricco di soddisfazioni. Sul fronte ortofrutta, come avevamo anticipato in un altro articolo (leggi qui), CRAI ha inaugurato ad aprile scorso, a Segrate, la prima piattaforma centralizzata che, con i suoi 2 mila mq di superficie, ha una capacità di movimentazione di 8 mila colli al giorno e oltre 400 referenze tra frutta e verdura, legumi e frutta secca. Nel corso degli ultimi 12 mesi, inoltre, il gruppo ha visto uno sviluppo positivo delle sue linee private label, specie per quanto riguarda i segmenti premium e salutistici e il marchio dedicato al biologico. Ne abbiamo parlato con il buyer ortofrutta Carlo Frigerio, che ci ha parlato in generale delle performance del reparto frutta e verdura e dell’andamento delle referenze ortofrutticole a marca del distributore.

                       

                      Carlo Frigerio, buyer ortofrutta di CRAI

                      Che incidenza ha l’ortofrutta sul fatturato del gruppo?

                      In generale nel mercato della distribuzione moderna l’incidenza dell’ortofrutta si diversifica in base alle aree geografiche. Nel nord Italia mediamente ha un’incidenza tra il 14%-15%; al centro tra il 9%-10%; al sud tra il 5%-7%. Questo perché man mano che ci si sposta nel meridione c’è una frammentazione più alta e quindi una maggiore presenza di piccole botteghe ortofrutticole e degli ambulanti.

                       

                      Come sono le performance?

                      Il 2017 nel complesso è stato un anno positivo. Gennaio 2018 è partito un po’ in sofferenza a causa della deflazione che ha abbassato i prezzi di vendita. Difficile fare delle previsioni sui trend, in quanto molto dipende dalle condizioni climatiche, soprattutto in alta stagione e nel periodo primaverile/estivo.

                       

                      Quante referenze conta il vostro reparto?

                      L’assortimento dell’ortofrutta varia molto in base alla zona geografica e soprattutto a seconda del cluster dimensionale di negozio. Includendo anche la frutta secca e la quarta gamma, mediamente nei negozi piccoli ci sono circa 100-120 referenze, invece nel cluster medio-grande il numero di referenze varia tra 120-150 prodotti.

                       

                      Quali sono le caratteristiche dei prodotti ortofrutticoli a marchio Filiera Italiana Garantita CRAI?

                      Con l’offerta di frutta e verdura da Filiera Italiana Garantita, CRAI si è posta un obiettivo semplice e preciso: proporre alla propria clientela i migliori prodotti italiani nel momento di stagione, acquistandoli direttamente dai produttori, garanti di un’elevata qualità costante nel tempo. Per farlo ha fissato rigidi criteri selettivi. Tutti i prodotti ortofrutticoli sono rigorosamente italiani, provengono da zone particolarmente vocate alle varie produzioni.

                       

                      Cosa chiedete ai vostri fornitori?

                      I prodotti a marchio, sono di alta qualità: per diventare tali, devono avere tutte le caratteristiche organolettiche della varietà, gradi brix, durezza, succo, rapporto acidi/zuccheri. È fondamentale l’origine italiana e che si tratti di prodotti lavorati e confezionati da aziende in possesso di tutti i requisiti richiesti da CRAI.

                       

                      Ultime novità nella linea private label per il reparto ortofrutticolo?

                      Con il marchio CRAI presidiamo la frutta secca e anche il segmento della IV gamma, proponendo ai clienti diversi mix di verdure e in formati differenti. Nel 2016, oltre al lancio del marchio biologico CRAI Bio, attraverso il quale abbiamo esteso l’assortimento della IV gamma, abbiamo lanciato anche i piatti pronti al consumo (ciotole di insalate, composte da un mix di ingredienti, con i condimenti e arricchitori). Nel 2017 l’offerta si è arricchita con il marchio “Scelto per te”, con il quale CRAI si fa garante di alcuni prodotti importati come la frutta esotica.

                       

                      Il marchio CRAI Bio quante referenze conta?

                      Più di 100 referenze tra grocery, prodotti secchi, ortofrutta e quarta gamma. Con la linea di prodotti biologici, CRAI si occupa di una categoria sempre più ampia di consumatori esigenti, informati e poco omogenei per scelta di consumo alimentare. Dagli amanti della dieta mediterranea ai vegani, a chi ama il gusto e ha a cuore la cura dell’ambiente, CRAI Bio soddisfa tutte le sfumature di gusto a tavola. Nell’assortimento dei freschissimi abbiamo ad esempio i pomodori ciliegino e datterino, i limoni, le zucchine, le mele, le pere, i kiwi, la IV gamma.

                       

                      Quali sono, in generale, i prodotti che performano meglio in reparto?

                      In generale le mele e le banane sono medio performanti, poi ci sono gli agrumi molto forti durante la loro stagionalità. Poi sicuramente i pomodori, le patate, le zucchine e le melanzane. Non in ultimo, anche i prodotti di servizio come le cipolle e l’aglio registrano performance elevate e costanti tutto l’anno.

                       

                      Quanto è importante l’esposizione a punto vendita? In questo senso su cosa lavorate?

                      Il display e il layout sono fondamentali e l’ortofrutta si presta molto a rendere un negozio attrattivo e valoriale. Giocare con i colori e con le stagionalità è molto importante perché trasmette al cliente la qualità che trova in un punto vendita CRAI. La modalità espositiva cambia a seconda delle dimensioni dei negozi, ma abbiamo impostato delle linee guida tali per cui la qualità dell’esposizione non viene pregiudicata e si adatta perfettamente alla struttura e alle dimensioni del punto vendita.

                       

                      Quali misure avete adottato con l’introduzione dei nuovi sacchetti compostabili?

                      Innanzitutto abbiamo informato i nostri clienti dell’entrata in vigore della direttiva europea 2015/720 attraverso materiali di comunicazione in punto vendita. Il prezzo suggerito ai nostri affiliati, come politica nazionale CRAI, è pari a 2 centesimi. Questo però può variare in base alle diverse piazze.

                       

                      A che punto è l’e-commerce?

                      Siamo testando il progetto su alcuni negozi e i primi riscontri sono molto positivi.

                       

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