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                      Crisi Gdo, crolla anche il gigante americano Sears. In chiusura oltre 180 negozi

                      Lo storico gruppo della grande distribuzione statunitense, con 125 anni di attività alle spalle e la leadership sul mercato a stelle e strisce prima dell’avvento di Walmart, è in bancarotta, con un debito di circa 10 miliardi di dollari. La società ha annunciato il ricorso a procedure fallimentari e la chiusura 142 punti vendita non redditizi entro fine anno, oltre ai 46 negozi che già si contava di dismettere per novembre. Questi si aggiungono agli altri 103 store chiusi la scorsa primavera

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Sears chiusuraL’avanzata dell’e-commerce e la crisi dilagante dei centri commerciali si è abbattuta pesantemente anche in terra americana, regno per eccellenza di Amazon, tanto da mettere in ginocchio uno dei giganti della grande distribuzione a stelle e strisce. Stiamo parlando di Sears, catena iconica della storia americana, con 125 anni di attività alle spalle, 90 mila dipendenti e 3 mila negozi, finita ufficialmente in bancarotta per i troppi debiti e il calo degli acquisti.

                       

                      La capogruppo Sears Holdings corp, come riporta una nota ufficiale ripresa anche dal Sole 24 Ore, ha presentato richiesta di accesso alle procedure fallimentari previste dal “Chapter 11”, presso il Tribunale di White Plains ( Stato di New York). L’indebitamento nei confronti dei creditori si aggira intorno ai 10 miliardi di dollari, mentre i beni in possesso del gruppo supererebbero il miliardo.

                       

                      Sears chiusuraIn una nota Sears afferma che intende procedere il più rapidamente possibile al processo di ristrutturazione e si impegna a perseguire un piano di riorganizzazione nel breve periodo. L’accesso al concordato porterà quindi a una radicale ristrutturazione del business, con importanti tagli aziendali. Gli store a marchio Sears e Kmart resteranno attivi, come pure le vendite online, ma il gruppo dovrà chiudere altri 142 punti vendita non redditizi entro fine anno, oltre ai 46 negozi che già si contava di dismettere per novembre. Questi si aggiungono agli altri 103 negozi del gruppo che avevano già abbassato la saracinesca nella scorsa primavera.

                       

                      Fondata nel 1886 da Richard Warren Sears e Alvah Curtis Roebuck, Sears rappresenta tutto ciò che è stato della Gdo americana prima di Walmart. L’azienda inizia le vendite dapprima su catalogo, aprendo successivamente il suo primo negozio nel 1925. Sears è stata a lungo la catena numero uno negli Stati Uniti, grazie a una reputazione costruita sulla sua garanzia “Soddisfatti o rimborsati”. In termini di vendite sul mercato Usa, ha avuto la leadership fino al 1989, quando è stata appunto superata da Walmart.

                       

                      Il gruppo nel 2005 è stato rilevato dall’imprenditore Eddie Lampert, che negli ultimi anni ha tentato con ogni strategia possibile il rilancio della società, rimettendoci anche di tasca propria. Tuttavia i mutati scenari di mercato, con l’avvento dell’e-commerce il cambio di abitudini dei consumatori, hanno vanificato qualsiasi tentativo di rilancio. Dal 2012 a oggi si sono così accumulate perdite che hanno portato appunto a quota 10 miliardi i debiti del gruppo.

                       

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