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                      CSO Italy a Macfrut: l’ortofrutta italiana alla ricerca di nuovi mercati

                      La platea del convegno di CSO Italy a Macfrut 2019

                      CSO Italy

                      La platea del convegno di CSO Italy a Macfrut 2019

                      Facilitare le esportazioni aprendosi a nuovi mercati. Già, ma come? A questo tema, vitale per il futuro dell’ortofrutta italiana, il Centro Servizi Ortofrutticoli (Cso Italy) ha dedicato un convegno nel pomeriggio di mercoledì 8 maggio all’interno di Macfrut. Una tavola rotonda, moderata dal presidente del Cso Italy Paolo Bruni, con i massimi esperti del settore: Marco Salvi (presidente Fruitimprese), Davide Vernocchi (coordinatore settore agroalimentare dell’Alleanza delle Cooperative Italiane), Alessandro Dalpiaz (direttore Assomela), Andrea Badursi (Italia Ortofrutta), Riccardo Martini (amministratore delegato Dcs Tramaco), Salvo Laudani (Oranfrizer).

                       

                      Il dibattito è stato preceduto da un’approfondita analisi della situazione produttiva e commerciale dell’ortofrutta italiana, curata dalla direttrice del Cso Elisa Macchi. È stato evidenziato come negli ultimi anni la produzione di pere sia scesa da 900mila a 700mila tonnellate (con consumi interni in ripresa negli ultimi anni), mentre Belgio e Olanda (combinati) sono passati nello stesso lasso di tempo da 350mila a 720mila tonnellate. Le problematiche geopolitiche pesano, dall’embargo nei confronti della Russia all’instabilità della Libia. Basti pensare che tra il 2011 e il 2015 le esportazioni di pere italiane nel nord Africa avevano superato le 11mila tonnellate annuali. E mentre le pere del Belpaese non possono ancora entrare in Cina (dopo due anni di trattative), Belgio e Olanda vi esportano già dal 2014.

                       

                      Per quanto riguarda i kiwi, prodotto che vede l’Italia leader nel mondo per produzione ed export, sta aumentando la concorrenza greca, mentre la produzione si è ormai attestata sulle 400mila tonnellate annue (a fronte di un potenziale di 600mila tonnellate), con consumi stabili. Stabile anche la produzione di mele, costante sui 2,2 milioni di tonnellate, con un 50% di prodotto venduto sui mercati esteri (e una tendenza dei consumi interni non del tutto positiva). Questo mentre la Polonia ha raddoppiato la propria produzione di mele da 2,3 milioni a 4,5 milioni di tonnellate nel giro di pochi anni. In sofferenza invece le arance, come del resto l’intero comparto agrumi. L’offerta italiana si è contratta dai 2 milioni di tonnellate dei primi anni 2000 a 1,6 milioni di tonnellate, mentre l’import di prodotto spagnolo è quasi triplicato (da 50mila a 140mila tonnellate). Da inizio 2019 le arance si possono esportare in Cina, ma per ora solo quelle rosse (assieme ai limoni).

                       

                      L’uva da tavola ha visto calare l’offerta a circa un milione di tonnellate annuali. Si tratta della seconda specie frutticola italiana più esportata dopo le mele, ma i volumi sono scesi del 17% rispetto ai primi anni 2000. Il consumo interno continua a calare: dai 230mila euro tonnellate di inizio secolo si è arrivati alle 170mila degli ultimi anni. L’Italia mantiene comunque il primato a livello europeo della produzione (il 60% dell’uva da tavola dell’Ue viene dall’Italia), superando nettamente Grecia (290mila tonnellate) e Spagna (270mila tonnellate). L’export italiano rimane concentrato però, per oltre il 90 per cento, nei paesi dell’Unione Europea. Bisognerebbe aprirsi a nuovi mercati come Cina e Vietnam (già raggiunti dalla Spagna), Thailandia e Sud Africa.

                       

                      Di fronte a questa situazione l’appello del presidente di CSO Italy Paolo Bruni è chiaro ed incisivo: “Siamo ad un punto di svolta, in questo momento abbiamo l’evidenza di una contrazione importante dell’export italiano ma soprattutto stiamo subendo la forte pressione dei nostri principali concorrenti sul mercato interno. É chiaro che servono nuovi sbocchi, altrimenti non si riuscirà a garantire competitività al nostro prodotto. L’Italia – conclude Bruni – ha delle carte da giocare: il valore della sua produzione è riconosciuta e siamo i primi al mondo per salubrità ma, senza sbocchi in nuovi mercati, non possiamo crescere. In questo momento servono, più che mai le sinergie con le istituzioni per sbloccare i dossier pronti e come CSO ITALY siamo sempre stati da oltre 10 anni siamo sempre stati impegnati tecnicamente sulle barriere fitosanitarie a supporto delle imprese e delle Istituzioni.

                       

                      CSO Italy

                      Paolo Bruni, presidente di CSO Italy

                      Per le pere ha preso la parola Marco Salvi – presidente di Fruitimprese e grande produttore europeo. “Il dossier clou relativo alle pere è quello verso la Cina, che ha più volte ribadito che vuole trattare un solo prodotto per volta e con ogni singolo stato membro dell’Ue. E’ pertanto fondamentale accelerare le trattative tra stato Italiano e Cina per sbloccare la situazione. Per le pere – conclude Salvi – stiamo lavorando anche su altri importanti mercati, ma dobbiamo fare in fretta perché i nostri competitor sono già arrivati e ci erodono importanti quote di mercato”.

                       

                      Sul tema degli scambi commerciali interviene il coordinatore ortofrutta di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Davide Vernocchi, ponendo in particolare l’attenzione sull’annosa questione dell’export del kiwi in Giappone per il quale, nonostante l’incessante lavoro che dura ormai da anni, non c’è ancora l’atteso via libera per le aziende italiane. Proprio oggi, in concomitanza con il nostro incontro – dichiara Vernocchi – inizia ufficialmente la missione di Alto Livello guidata dal commissario europeo all’Agricoltura Hogan a Tokyo che si concluderà il 10 maggio. Anche Alleanza Cooperative partecipa alla missione e discuterà delle problematiche legate all’impossibilità si esportare ortofrutta fresca nel corso degli incontri sia con il commissario Hogan che con il Ministro Gianmarco Centinaio, atteso anche lui in Giappone per una visita ufficiale in programma il 10 maggio, nel corso della quale si occuperà anche del dossier kiwi. Il nostro auspicio è che la doppia missione del Commissario e del Ministro aiutino ad accelerare i tempi”.

                       

                      Sulle mele è intervenuto alla tavola rotonda del convegno organizzato da CSO Italy, Alessandro Dalpiaz – direttore di Assomela. “Sono molteplici – dichiara Dal Piaz – le trattative per autorizzare l’accesso delle nostre mele sui mercati terzi e faccio solo alcuni esempi esplicativi di come nonostante il grande impegno poi tutto si blocchi senza una reale motivazione. Abbiamo ben due dossier che attendono solo la firma: Taiwan e Vietnam, dove sono già presenti i nostri competitor francesi e polacchi. Fondamentale poi aprire il mercato cinese – dopo le pere – e accelerare l’apertura di Messico e Tailandia”.

                       

                      Per gli agrumi ha preso la parola Salvo Laudani, direttore marketing di Oranfrizer. “La produzione agrumicola – spiega – è in fase di rinnovamento, per le conseguenze legate ai danni provocati dal virus della Tristeza. Oggi chi ha riconvertito ha la strada spianata e dispone di agrumi, soprattutto di nuove cultivar di arance rosse (ma non solo) di eccellenza. Una riflessione sull’Europa: deve continuare ad occuparsi prevalentemente di importazioni oppure iniziare ad occuparsi anche di esportazioni? Deve gestire i rapporti internazionali con criteri di reciprocità o deve solo essere custode del libero mercato interno? É necessario dare un segnale di cambiamento al Parlamento Europeo”.

                       

                      Per l’uva da tavola  ha preso la parola Andrea Badursi, vice-presidente di Italia Ortofrutta, che ha rimarcato l’attenzione principale rivolta ai mercati del Sud Est Asiatico e nello specifico la Cina, dove c’è una crescente domanda dei consumatori cinesi per le sue qualità, dove però sono appena arrivati anche gli spagnoli. Interessante anche il Vietnam dove sono sbarcati sempre gli ispanici. A chiudere la carrellata di informazioni tecniche preziose per avere un quadro chiaro e completo della situazione non poteva mancare la logistica, tassello fondamentale ed indispensabile per l’export con l’intervento di Riccardo Martini, ad di DCS Tramaco. Il quadro appena visto non è incoraggiante dal punto di vista della logistica, le compagnie di navigazione privilegiano i porti dei paesi che garantiscono maggiori volumi di carico, soprattutto se si tratta di carichi refrigerati. Infatti le nuove rotazioni di importanti servizi marittimi verso Medio ed Estremo Oriente favoriscono i porti spagnoli a danno di quelli italiani. Anche un concorrente agguerrito come la Grecia ha servizi diretti verso Medio ed Estremo Oriente molto più veloci di quelli dall’Italia. Per colmare questo gap logistico è necessario fare sistema aggregando i produttori dei vari distretti frutticoli italiani, per creare la massa critica che a sua volta può creare nuove opportunità logistiche”.

                       

                      “La Regione Emilia Romagna – conclude l’assessore Simona Caselli – proprio in una logica di integrazione, ha garantito un forte impegno, a supporto della gestione dei dossier fitosanitari, per gli scambi internazionali. E in questa azione di sostegno, anche il presidio dei disciplinari di Produzione Integrata è stato di grande utilità per dimostrare le modalità di controllo delle fitopatie di interesse verso i paesi terzi. É convinzione che sia necessario passare da una gestione realizzata attraverso accordi bilaterali ad una negoziazione comunitaria che porti ad accordi europei verso quei paesi. In questo ambito è importante sottolineare come l’Emilia Romagna nelle sue attività di internazionalizzazione, abbia contribuito a favorire l’attenzione verso le sue produzioni di paesi come Cina, Canada, Stati Uniti e Sud Africa. In questo contesto risulta infine determinante anche un impegno del mondo produttivo per migliorare la concentrazione commerciale e logistica”.

                       

                      Al termine del convegno il presidente Bruni a nome di ACI, ASSOMELA, FRUITIMPRESE, ITALIA ORTOFRUTTA e CSO Italy ha consegnato al dottor Giuseppe Blasi, capo dipartimento DIPEISR-MIPAAFT, una richiesta congiunta al Ministero di impegno a mettere in campo tutte le risorse necessarie per avviare e portare a termine in tempi brevi le priorità indicate dal  settore riportate nel documento. Il dottor Blasi si è impegnato a portare il documento all’attenzione del prossimo Tavolo Ortofrutticolo in calendario entro il mese di maggio, per procedere in totale condivisione.

                       

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