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                      Ddl agricoltura biologica passa al Senato e ritorna alla Camera dopo 2 anni

                      Close up of box with ripe vegetables

                      195 sì, un no e un astenuto: con questi numeri è stata approvata in via definitiva dal Senato la legge italiana sull’agricoltura biologica. Per l’approvazione definitiva manca solo l’ultimo passaggio alla Camera, che aveva già dato il via libera alla norma nel dicembre del 2018 e dovrà ora discutere le modifiche approvate dal Senato. Tra le  indicazioni: l’introduzione di un marchio per il bio italiano, un piano d’azione nazionale per la produzione biologica con cadenza triennale e un piano nazionale per le sementi biologiche. Nel ddl anche l’istituzione di un fondo per lo sviluppo della produzione biologica e l’equiparazione del biologico al biodinamico

                      Dalla Redazione

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                      Copyright: Freepik

                      È stata approvata il 20 maggio in via definitiva dal Senato la legge italiana sull’agricoltura biologica con 195 voti a favore, un contrario e un astenuto. Il disegno di legge n. 988Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologicodovrà ora essere sottoposto all’ultimo passaggio definitivo presso la Camera dei Deputati, che aveva già dato il via libera alla norma nel dicembre del 2018 e dovrà ora discutere le modifiche approvate dal Senato, in quanto Palazzo Madama ha introdotto modifiche a quello licenziato da Montecitorio in prima lettura. Si tratta di uno dei pochi provvedimenti di iniziativa parlamentare di questa legislatura.

                      Tra le varie misure, il ddl istituisce il marchio “biologico italiano” di cui potranno fregiarsi “i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana“; poi ancora la possibilità di istituire distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e di adottare un piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico.

                      La principale modifica introdotta da Palazzo Madama è stato un articolo aggiuntivo, contenente una delega al governo per emanare entro 18 mesi uno o più decreti legislativi per “procedere a una revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli per la produzione agricola e agroalimentare biologica” fa sapere l’Ansa. Questi decreti legislativi dovranno “provvedere a migliorare le garanzie di terzietà dei soggetti autorizzati al controllo, eventualmente anche attraverso una ridefinizione delle deleghe al controllo concesse dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e a rivedere l’impianto del sistema sanzionatorio connesso”.

                      L’unico punto che ha diviso l’Aula del Senato è stata l’equiparazione, prevista dal testo, dell’agricoltura biodinamica a quella biologica. La senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato due emendamenti, poi bocciati, per espungere tale equiparazione. Cattaneo ha criticato la scelta definendo l’agricoltura biodinamica “una pratica esoterica e stregonesca” priva di basi scientifiche. Cattaneo, che ha poi votato contro il ddl, ha fatto un parallelo tra l’agricoltura biodinamica e Stamina. Anche Elena Fattori (Leu) ha espresso le stesse critiche, astenendosi nel voto finale. Contro l’agricoltura biodinamica anche Fdi, che ha però votato a favore del disegno di legge valutandone la positività nel suo insieme.

                      FederBio esprime soddisfazione per il risultato e ringrazia i gruppi politici che hanno espresso con convinzione il loro voto favorevole, sottolineando come “La legge sul biologico è uno strumento normativo fondamentale per supportare la transizione agro-ecologica e permettere di allineare l’Italia agli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, che puntano a triplicare la superficie coltivata a biologico e a ridurre del 50% l’uso di pesticidi e antibiotici e del 20% quello dei fertilizzanti entro il 2030”.

                      Con una superficie agricola utilizzata del 15,8%, contro una media europea del 7,8%, il biologico è l’elemento di punta del sistema agroalimentare italiano. Negli ultimi 10 anni ha fatto registrare trend di crescita a doppia cifra: le superfici bio in Italia, circa 2 milioni di ettari, sono aumentate del 79%, mentre le aziende bio, che attualmente sono oltre 80.000, del 69%. Inoltre, nel 2020 il mercato del biologico ha raggiunto i 6,9 miliardi di euro, di cui 4,3 miliardi relativi al mercato interno con un incremento del +142% dal 2010. Questi dati confermano una trasformazione del modo di produrre e consumare cibo, che la pandemia ha ulteriormente accentuato mettendo ancora di più in evidenza la stretta connessione tra la salute dell’uomo e quella del pianeta.

                      “Siamo particolarmente soddisfatti per l’approvazione in Senato della legge sull’agricoltura biologica, che stavamo aspettando da oltre 15 anni – dichiara Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio -. Si sblocca finalmente una norma attesissima da tutto il mondo del biologico e dai cittadini, la cui domanda di un cibo sano, prodotto nel rispetto dell’ambiente, è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni. Adesso occorre che la Camera approvi in via definitiva il provvedimento in tempi rapidi, per riuscire così a cogliere tutte le opportunità di questa fase di cambiamento strategico per i sistemi agricoli e alimentari nel nostro Paese e in tutta Europa. Infatti, nonostante questa legge sia rimasta ferma così a lungo, arriva proprio nel momento giusto: a distanza di poco tempo dall’adozione del Piano d’azione europeo per il biologico, redatto in attuazione della Strategia Farm to Fork, e all’avvio del percorso di stesura del Piano Strategico Nazionale della PAC. Il Piano Strategico italiano deve puntare su obiettivi ambiziosi di crescita del biologico e attivare tutti gli strumenti necessari per raggiungerli, sia in termini di aumento della produzione agricola che in termini di crescita della domanda di prodotti bio da parte dei cittadini, per favorire l’incremento della produzione e dei consumi”.

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