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                      Deloitte: “Sostenibilità e digitale binomio vincente per il futuro dell’Agrifood”

                      Sostenibilità e digitalizzazione: queste le due priorità principali per il futuro del settore agroalimentare secondo il report Deloitte Future for Food. Elementi ancor più fondamentali se si tiene conto del fatto che l’Italia è primo Paese in Europa per valore aggiunto e terzo per valore della produzione, che per agricoltura, silvicoltura e pesca è pari a 61,6 miliardi di euro. “Diventa quindi essenziale allocare risorse necessarie per rafforzare il valore del comparto, facendo leva su iniziative per stimolare la competitività, sia a livello nazionale sia europeo, dando quindi priorità all’innovazione e agli investimenti strategici che possono portare benefici”, sottolinea Eugenio Puddu di Deloitte Italia, illustrando trend di mercato e opportunità di crescita per le realtà dell’agribusiness

                      Dalla Redazione

                      Deloitte

                      La pandemia ha reso ancora più urgente affrontare due delle principali priorità di sviluppo del settore agroalimentare: sostenibilità e digitalizzazione. È fondamentale accelerare la trasformazione nelle imprese in questa direzione, mettendo a sistema aziende e filiere con soluzioni green e digitali che daranno forma al futuro di tutto il comparto. Ciò è particolarmente importante per un settore che contribuisce in modo significativo all’economia italiana. Nel 2019 ha generato nel complesso il 4,1% del valore aggiunto nazionale, di cui il 2,2% nel settore primario e l’1,9% nell’industria alimentare. Senza contare che l’Italia è primo Paese in Europa per valore aggiunto e terzo per valore della produzione. Parlare oggi di Future of Food significa quindi non solo rispondere alle sfide del quotidiano ma anche anticipare il cambiamento per rafforzare la competitività del settore, a beneficio delle persone, dell’industria e del Paese”. Nel presentare il report Future of Food lo hanno dichiarato Franco Chiavazza, agribusiness subsector leader di Deloitte Italia, ed Eugenio Puddu, consumer products sector leader di Deloitte Italia, illustrando trend di mercato e opportunità di crescita per le realtà dell’agribusiness, a livello nazionale e internazionale.

                      Da sottolineare il fatto che dal report Future for Food emerge che il 30% dei consumatori italiani presi in esame vedono il cibo come un modo per rimanere in salute, solo il 15% lo vede solo come una necessità e fonte di nutrimento. Il legame tra benessere e alimentazione ha radici profonde: un terzo degli italiani individua nella dieta una modalità per prendersi cura del proprio corpo e del proprio benessere, riconoscendo alla nutrizione un valore superiore alla mera necessità fisiologica. Parallelamente, sono generalmente riconosciute le implicazioni di una cattiva alimentazione, tra cui figurano in primis sovrappeso e obesità. Per entrambe le condizioni citate, che interessano in maggiore misura gli adulti con un livello di istruzione basso e difficoltà economiche, così come i bambini che hanno un genitore sovrappeso o obeso, si sta assistendo in Italia ad un trend di crescita ininterrotta a partire dal 2005.

                      Di conseguenza l’etichettatura o il packaging, ad esempio, sono ancora oggi un valido metodo per abilitare scelte di consumo consapevole. Per gli italiani, l’attenzione viene catturata principalmente dagli ingredienti, dall’origine del prodotto e, in terza battuta, dai valori nutrizionali, che interessano quasi un italiano su due. Dal report Deloitte emerge inoltre come nel 2019 nel carrello delle famiglie italiane erano presenti per il 18,3% prodotti free-from, per il 13,1% prodotti per “intolleranze” e per l’11,2% prodotti rich-in.

                      Sostenibilità e digitalizzazione sono due dei principali ambiti individuati dallo studio Deloitte “Future of Food”, che evidenziano le frontiere per il ripensamento della strategia del comparto. A spingere l’innovazione per la sostenibilità nel settore vi sono fattori endogeni, come l’impegno testimoniato dalle azioni per mitigare l’impatto ambientale implementate già dal 2018 da quasi sette imprese alimentari su dieci secondo i dati Istat, ma anche fattori esogeni, come la preferenza per i prodotti locali espressa dal 43% dei consumatori, anche a fronte di un prezzo più alto rispetto agli altri. A guidare invece la trasformazione digitale del settore è la diffusione di tecnologie avanzate, come l’IoT (per la tracciabilità dei prodotti e la collaborazione tra operatori della filiera), la blockchain (per ridurre le asimmetrie informative e migliorare l’operatività delle aziende) e l’AI, che introduce automazione e logiche predittive nei processi del settore.

                      In riferimento al contesto attuale, Puddu ha aggiunto che “diventa essenziale allocare risorse necessarie per rafforzare il valore del comparto, facendo leva su iniziative per stimolare la competitività, sia a livello nazionale sia europeo, dando quindi priorità all’innovazione e agli investimenti strategici che possono portare benefici. Il Piano comunitario e la sua possibile declinazione sul campo individuano tra le missioni fondamentali proprio gli aspetti di sostenibilità e transizione verso un’economia circolare così come di digitalizzazione e innovazione digitale. Se oggi possiamo iniziare ad allargare lo sguardo in cerca dei primi segni di ripresa, adesso è necessario cogliere le opportunità dei piani nazionali e comunitari per realizzare interventi strategici che consentano al comparto di crescere nel prossimo futuro”. Qui il report completo Deloitte

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