Con 148 voti favorevoli, 71 contrari e un astenuto l’Aula della Camera, l’11 luglio, ha approvato in via definitiva, convertendolo in Legge, il Dl Agricoltura che aveva già ricevuto la fiducia del Senato. Il provvedimento, di 15 articoli, che reca disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale, ha ottenuto il sì delle forze di maggioranza, contrarie le opposizioni. Tra le altre cose, prevede misure per coprire i danni alle coltivazioni e agli allevamenti (dalla Xylella al granchio blu), norme sugli impianti fotovoltaici e interventi per la lotta al caporalato.
“Mettiamo a terra importanti interventi per il settore agricolo, della pesca e dell’agroalimentare, ne potenziamo l’impatto e introduciamo nuovi strumenti per affrontare le crisi e le emergenze. La conversione in Legge del Decreto rappresenta un importante tassello della strategia complessiva che il Governo Meloni ha disegnato per lo sviluppo del settore agricolo e della pesca e che mira in prospettiva a rilanciare complessivamente l’agricoltura italiana anche a livello europeo e mondiale”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
“Abbiamo messo a disposizione oltre 500 milioni di euro per sostenere le filiere in difficoltà, affrontare le emergenze, garantire maggiori controlli, specialmente sulle importazioni e assicurare un giusto reddito ai nostri produttori“, ha sottolineato il ministro. “Inoltre, abbiamo rafforzato, insieme alla ministra del Lavoro Calderone, le azioni a contrasto del caporalato e contro le pratiche sleali per chi compra prodotti agricoli sottocosto, perché le eccellenze del nostro made in Italy devono essere legate non solo alla qualità delle produzioni ma anche alla dignità dei lavoratori agricoli. La difesa del settore primario rappresenta un interesse centrale per il Governo”.
“Il provvedimento – ha dichiarato Daniela Ruffino, deputata di Azione-Per (opposizione) – prevede grandi opere contro la siccità ma solo per alcune regioni, manca una strategia idrica nazionale. Mancano le azioni meno costose e più velocemente realizzabili, come la costruzione di vasche di accumulo dell’acqua piovana. Manca una tutela reale delle piccole imprese, quelle che combattono contro la brucellosi, la xylella, la peste suina, alle prese con una burocrazia che porta via loro tempo e risorse. Mancano controlli contro la piaga del caporalato, lo sfruttamento, l’assenza di tutele, e per il rilancio di un’agricoltura etica e solidale. Insomma è un provvedimento che non risolve le principali criticità”.
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