di Carlotta Benini
Prima il melone con i primi ettari e i primi test commerciali in una principale catena distributiva nel 2018, poi nel 2021 le angurie – Cometa e quindi anche Camilla (leggi qui) -, infine dall’autunno di due anni fa le zucche. Oggi il residuo zero è una parte importante della produzione di Agricola Don Camillo, che consolida il suo impegno green e l’attenzione alla salute del Pianeta e del consumatore aderendo all’associazione Zero Residui Odv, portando esperienza, passione e determinazione al progetto condiviso.
“Cinque anni fa, quando abbiamo iniziato a produrre a residuo zero (che, lo ricordiamo, significa ottenere un prodotto che non presenta residui di fitofarmaci al suo interno, o comunque tracce infinitesimali, inferiori al limite di quantificazione pari a 0.01 mg/kg, ndr) ci siamo rivolti all’associazione per avere consulenza e consigli tecnici – racconta Andrea Benelli, amministratore delegato di Agricola Don Camillo -. Ai tempi eravamo tra i primi a sperimentare questo tipo di produzione. Abbiamo avviato al contempo una collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Bologna, con cui abbiamo fatto tanti test e prove per capire come produrre in modo sostenibile, ma al contempo remunerativo per i nostri soci”.
La Op di Brescello (RE) oggi è una realtà che conta oltre 50 soci conferitori dislocati in tutta Italia e in grado di commercializzare ogni anno oltre 75 mila tonnellate tra meloni, angurie, zucche, clementine e arance. Ha tre magazzini di lavorazione: nella sede centrale a Brescello, a Ispica in Sicilia e il terzo a Massafra In Puglia. Grazie all’impegno dei soci produttori e alla collaborazione con l’Università di Bologna, oggi produce e commercializza con il bollino del residuo zero il melone retato – “da quest’anno anche Igp” rivela Benelli -, le angurie con e senza semi e le zucche. Il prodotto a residuo zero viene commercializzato sia con il marchio aziendale, che nelle private label di alcune insegne distributive.
“Crediamo fortemente in questa filiera, in quanto il prodotto a residuo zero è un prodotto che tiene in equilibrio la sostenibilità ambientale, la redditività delle aziende agricole e la salute e soddisfazione dei consumatori – continua Benelli -. Oggi sono tanti gli ettari dedicati al progetto, l’obiettivo futuro è quello di portare via via tutte le colture dei soci a residuo zero”. Un obiettivo ambizioso, “ma abbiamo visto che con particolari attenzioni ci si può arrivare”, dice. Tutte le colture o quasi: Agricola Don Camillo sta infatti facendo degli studi anche sulle clementine e le arance, “ma i tempi ancora non sono maturi”.
Ogni passaggio della filiera produttiva è strettamente pianificato e controllato, in modo da garantire la sicurezza e la qualità dei frutti. In campagna i produttori della Op da sempre seguono il disciplinare di produzione integrata, che prevede l’utilizzo di mezzi tecnici a basso impatto ambientale.
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