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                      Camilla a residuo zero, la novità green delle angurie seedless

                      Agricola Don Camillo investe in sostenibilità e, dopo il successo con i meloni, scommette anche per le angurie su un prodotto top di gamma a residuo zero. La campagna 2021 si è aperta con Cometa, la mini anguria precoce ora anche in versione green, poi da metà giugno è arrivata sui banchi anche Camilla a residuo zero, l’anguria nera di medio formato e senza semi che conserva tutte le eccellenti caratteristiche organolettiche del prodotto convenzionale, garantendo al consumatore la massima attenzione all’ambiente e alla sicurezza alimentare. “Siamo partiti con un test di 30 ettari e con una partnership in esclusiva con una principale catena della Gdo italiana – rivela l’Ad di Agricola Don Camillo Andrea Benelli -. I riscontri sono molto positivi”. A settembre si parte anche con la zucca a residuo zero

                      di Carlotta Benini

                      anguria Camilla a residuo zero

                      Camilla, l’anguria nera senza semi di Agricola Don Camillo, ora anche in versione green

                      C’è una novità sul mercato delle angurie top di gamma ed è all’insegna della sostenibilità e della sicurezza alimentare. Da metà giugno, infatti, è arrivata sui banchi di una principale insegna della Gdo italiana la prima Camilla a residuo zero, l’anguria midi senza semi di Agricola Don Camillo, che a partire da questa campagna 2021 ha messo in campo nuovi progetti green.

                      “Dopo avere sperimentato con successo una linea a residuo zero sui meloni, sul mercato già da tre anni, ora estendiamo questa esperienza anche alle angurie – esordisce Andrea Benelli, amministratore delegato della O.P. con sede principale a Brescello (RE) e soci in diverse regioni italiane. Questa nuova scommessa è partita a maggio con Cometa a residuo zero, la mini anguria precoce di cui Agricola Don Camillo ha l’esclusiva dei semi in Italia (leggi qui), ora sui banchi anche in versione green.

                      Da metà giugno, poi, è arrivata sul mercato anche Camilla a residuo zero, un’anguria di medio formato (va dai 4 ai 7 chili) che mantiene inalterate tutte le eccellenti caratteristiche organolettiche del prodotto premium convenzionale, al contempo garantendo al consumatore la massima food safety data dalla totale assenza di tracce di prodotti chimici sui frutti.

                      anguria Camilla a residuo zero

                      Camilla, l’anguria premium di medio formato

                      Come il prodotto convenzionale, Camilla a residuo zero è molto dolce e croccante e priva di semi, caratteristica, questa, che dona al frutto anche una maggiore shelf life rispetto alle angurie tradizionali. La buccia di Camilla è scura: dopo avere sperimentato nelle scorse stagioni le angurie Tiger, dalla tipica buccia striata (leggi qui), da quest’anno Agricola Don Camillo per la tipologia senza semi ha infatti scommesso sulle varietà midi a buccia nera, per allinearsi ai nuovi trend del mercato.

                      “Partiamo con un test su 30 ettari (dei 300 totali dedicati all’anguria Camilla, ndr) – rivela Benelli a proposito degli investimenti produttivi -, con l’obiettivo di aumentare progressivamente le superfici destinate al prodotto a residuo zero, un po’ come abbiamo fatto con i meloni”. Per quanto riguarda la distribuzione, in questa fase di lancio l’azienda di Brescello ha stretto una partnership in esclusiva con una principale catena nazionale. “I riscontri ad oggi sono molto positivi, l’attenzione da parte dei consumatori è alta e i consumi aumentano di settimana in settimana”, aggiunge l’amministratore delegato di Agricola Don Camillo.

                      Sui banchi Camilla a residuo zero si distingue per un grande bollino verde applicato su ogni frutto e per il sigillo di ceralacca apposto sul picciolo: una firma di qualità, a garanzia della massima sicurezza e sostenibilità.

                      Prossime novità green? “A settembre – rivela in conclusione Andrea Benelli – partiremo anche con la zucca a residuo zero, sia fresca che cubettata”.

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