Dalla Redazione
La DopEconomy italiana si conferma driver fondamentale e indiscusso dei distretti agroalimentari del nostro Paese. Lo certifica il 17° rapporto Ismea-Qualivita che nella sua analisi sui dati produttivi 2018 registra una ulteriore crescita che si inserisce nel trend degli ultimi dieci anni per il settore food e wine Dop Igp, con un valore alla produzione delle oltre 800 Indicazioni Geografiche che per la prima volta supera i 16,2 miliardi di euro (+6,0% in un anno) e con l’export che scavalca la soglia dei 9 miliardi di euro (+2,5%), grazie al lavoro di oltre 180mila operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.
Il valore di 16,2 miliardi di euro della produzione certificata Dop e Igp agroalimentare e vinicola nel 2018 mette a segno un +6,0% rispetto all’anno precedente e conferma un trend di crescita ininterrotto negli ultimi dieci anni per il comparto. Un incremento di un miliardo in un solo anno del valore alla produzione per il food e wine Dop Igp italiano, con la DopEconomy che arriva a fornire un contributo del 20% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale. La crescita è trainata dalle performance del comparto vino (+7,9% valore alla produzione dell’imbottigliato), ma è ottima anche la tendenza dell’agroalimentare (+3,8% valore alla produzione).
Sul fronte dell’export, Dop e Igp svolgono un ruolo guida per il made in Italy di qualità all’estero, con un export di settore che per la prima volta raggiunge e supera i 9 miliardi di euro nel 2018. Una crescita che vale il +2,5% in un anno, mantenendo stabile la quota del 21% nell’export agroalimentare italiano. È il comparto dei vini a fornire il contributo principale con un valore di oltre 5,4 miliardi, mentre più stabile è il valore delle Dop e Igp agroalimentari che si attesta sui 3,6 miliardi per un +1,2% annuo. L’agroalimentare italiano Dop Igp Stg nel 2018 raggiunge i 7,26 miliardi di euro di valore alla produzione e cresce del +3,8% rispetto al già positivo 2017, con un trend del +43% dal 2008. Il valore al consumo pari a 14,4 miliardi di euro conferma il risultato dell’anno precedente, mentre continua la crescita sul fronte export che per il comparto food IG raggiunge i 3,6 miliardi di euro per un +1,2% su base annua con le esportazioni agroalimentari Dop Igp che dal 2008 hanno registrato ogni anno una crescita in valore (+218% in totale). Un terzo delle esportazioni in valore è verso Paesi Extra UE (33%), mentre i mercati principali si confermano Germania (20%), USA (18%) e Francia (15%).
Per quanto riguarda l’ortofrutta, la produzione certificata Dop Igp si attesta a oltre 380mila tonnellate per un valore all’origine di 324 milioni di euro (+8,0% su base annua) e di 714 milioni al consumo (-17%): risultati condizionati dalla severa flessione del raccolto delle mele nell’arco alpino. Cresce in doppia cifra il valore alla produzione e al consumo per quasi tutte le altre principali produzioni IG: sale la frutta in guscio con la Nocciola del Piemonte Igp e il Pistacchio Verde di Bronte Dop e ottimo trend per il Melone Mantovano Igp. L’export per l’ortofrutta vale 223 milioni di euro e tra i prodotti più esportati spiccano la Mela Alto Adige Igp (al 12° posto nella categoria food, registra 114 mln a valore nel 2018, con un +29,2%), la Mela Val di Non Dop, l’Arancia Rossa di Sicilia Igp e la Melannurca Campana Igp, mentre lo Zafferano dell’Aquila Dop supera i 20 kg di produzione certificata (+47%);
L’analisi degli impatti economici territoriali elaborata nel rapporto Ismea-Qualivita 2019 mostra come tutte le province in Italia riscontrano una ricaduta economica dovuta alle filiere IG agroalimentari e/o vitivinicole. Un sistema che caratterizza tutto il Paese, anche se la concentrazione del valore è forte in alcune realtà: le prime quattro regioni per impatto economico si trovano al Nord Italia e concentrano il 65% del valore produttivo IG. Si contano cinque regioni sopra 1 miliardo di euro di valore generato dalle IG. Bolzano guida la classifica regionale, seguita a distanza da Trento, Cuneo, Catania e Siracusa.
Le cinque regioni che superano il miliardo di euro di valore alla produzione generato dalle IG sono il Veneto (3,90 mld €), l’Emilia-Romagna (3,41 mld €), la Lombardia (1,96 mld €), il Piemonte (1,23 mld €) e la Toscana (1,11 mld €). Le prime cinque province che superano la metà del valore complessivo generato a livello nazionale dalle filiere Food e Wine Dop Igp sono Treviso (1.763 mln €), Parma (1.389 mln €), Verona (1.155 mln €), Modena (782 mln €), Cuneo (686 mln €).
Si registrano così crescite importanti in cinque regioni, con un incremento superiore ai 100 milioni di euro in un solo anno in Veneto (+294 mln €), Puglia (+142 mln €) e Sicilia (+104 mln €) – trainate in particolare dagli ottimi risultati nel comparto vino – e in Campania (+105 mln €) e Sardegna (+100 mln €), soprattutto grazie al trend positivo nel settore agroalimentare. Fra le province le crescite più importanti si registrano per Treviso (+160 mln €), Napoli (+76 mln €), Trapani (+49 mln €), Taranto (+41 mln €), Sassari (+41 mln €), Verona (+40 mln €) e Brescia (+34 mln €).
Infine, nel mondo, oltre un prodotto Dop Igt Stg su quattro è italiano. A fine 2019 l’Italia ha confermato il primato mondiale per numero di prodotti certificati con 824 DOP, IGP, STG nei comparti Food e Wine su 3.071 totali. Nel 2019 sono state registrate 32 nuove IG nel mondo, 24 food (fra cui l’Olio di Puglia IGP in Italia) e 8 nella categoria wine (fra cui il Nizza Dop in Italia), con i numeri maggiori in Spagna (+7), Croazia (+4), Regno Unito, Italia, Francia, Grecia, Austria, Romania (+2). Nel 2019 l’Italia raggiunge la soglia dei 300 prodotti food Dop, Igp, Stg: anche questo un primato mondiale (il secondo Paese è la Francia con 251 prodotti Food IG).
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