È la tedesca Bmw l’azienda con la migliore reputazione in Italia. Alle sue spalle Ferrero e Luxottica. Eticità e trasparenza influiscono sulla percezione dei consumatori e moltiplicano la redditività. Il prodotto, da solo, se mai è bastato, oggi non basta più. L’utilizzo diffuso delle tecnologie digitali e l’onda lunga della crisi settennale hanno profondamente modificato le abitudini dei consumatori, cambiando percezioni, comportamenti, valutazioni. Lo rileva l’indagine Italy Rep Track realizzata da Reputation Institute e anticipata da CorrierEconomia nell’edizione di lunedì 5 maggio, con oggetto le principali aziende che operano sul territorio italiano siano esse quotate o non. Una indagine che svela come avere un buon prodotto continui ad essere un fattore importante, ma non è più da solo differenziante, al punto da pesare solamente per il 45 per cento nella decisione di acquisto del consumatore. Emergono quindi altri aspetti, non necessariamente intangibili: la fama sta divenendo un fattore con riflessi estremamente concreti, alla cui formazione concorrono, tra le altre cose, la trasparenza nell’agire e l’eticità dei comportamenti dell’azienda. Le parole vengono sempre più frequentemente sostituite dai fatti.
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