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                      EasyFoodstore, il nuovo business low cost di EasyJet dedicato al cibo, con alimenti a 50p

                      EasyJet, il colosso inglese degli aerei low cost, si tuffa nella sua ultima avventura, e questa volta punta al mercato del food. Ha aperto a Londra infatti il primo EasyFoodstore. La scommessa di sir. Stelios Haji-Ioannou è quella di lasciare fuori dagli scaffali del suo negozio i grandi marchi, e puntare su prezzi bassi e concorrenziali per aiutare chi fa fatica a mettere insieme un pasto
                      EasyFoodstore

                      Il colore è sempre quello arancione della compagnia aerea riconoscibile in tutto il mondo, ma questa volta ad essere easy è il cibo venduto ad un prezzo medio di 50p per prodotto. Il negozio, ancora in fase di sperimentazione, non si trova sulla strada principale, ma al primo piano di un grande palazzo acquistato dall’imprenditore inglese vicino alla stazione di East Croydon, nel sud di Londra e fuori dal locale campeggia il motto: “No expensive brands, just food honestly priced” (no marchi costosi, solo cibo a prezzi onesti). Secondo quanto riporta il quotidiano inglese The Guardian infatti, il piano rivoluzionario dell’imprenditore inglese prevede l’approvvigionamento di prodotti senza marchio direttamente dai grossisti per poi rivenderli con un guadagno inferiore rispetto ai prezzi normalmente applicati nei classici negozi di alimentari.EasyFoodstore

                       

                      Il progetto dunque è prevede di aprire negozi nelle zone più povere di Londra a partire dalla prossima estate. Secondo le previsioni EasyFoodstore a pieno regime immagazzinerà tra i 100 e i 150 prodotti e probabilmente rimarrà aperto per sette ore, cinque giorni a settimana. I negozi non consentiranno di pagare in contanti, sempre nell’ottica di riduzione dei costi, ma si sta già studiando un piano per consentire ai clienti di caricare una carta nel caso non posseggano carta di credito.

                       

                       

                      Il The Guardian riferisce anche che l’idea di entrare nel mondo del food è nata ad Haji-Ioannou dopo aver letto della crescita delle banche alimentari e del crescente numero di persone che, anche nelle città, faticano con il proprio stipendio ad arrivare a fine mese. A metà tra il business e la carità dunque la speranza di Haji-Ioannou ha confessato che se l’attività non portasse un vero e proprio profitto e fosse sufficiente solo a coprire i costi o addirittura a raggiungere una leggera perdita, Haji-Ioannou proseguirebbe ugualmente.