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                      Esselunga programma lo sbarco a Forlì nel 2025. Ma Confesercenti ricorre al Tar

                      Esselunga Forlì
                      Esselunga annuncia la realizzazione del suo secondo store in Romagna: sarà a Forlì e aprirà nel primo trimestre del 2025. Ma in città la catena non ha trovato propriamente un comitato di accoglienza: le associazioni di categoria hanno levato gli scudi già da quando, quasi tre anni fa, si parlava di un mega store di 2.500 mq tra via Bertini e via Balzella. Ora Confesercenti boccia anche la proposta di un punto vendita di dimensioni più contenute, quello che dovrebbe sorgere in via Ravegnana appunto, e fa ricorso al Tar

                      Dalla Redazione

                      Esselunga Forlì

                      Esselunga ha piani di espansione anche in Romagna, ma pare che il suo sbarco in città non sia gradito proprio ovunque. Se infatti a Ravenna la catena si sta preparando in grande all’apertura del suo primo store a metà del 2024  e ha già indetto un Job Day in proposito, a Forlì c’è chi continua a mettere i bastoni fra le ruote.

                      L’apertura di Esselunga a Forlì ci sarà ad ogni modo, è prevista per il primo trimestre del 2025 e lo store sorgerà in via Ravegnana e si estenderà per 1500 mq. Inizialmente la catena ipotizzava di insediarsi con un megastore da 2.500 mq tra via Bertini e via Balzella, ma la pratica urbanistica si è scontrata con un aspro dibattito politico, l’opposizione delle associazioni dei commercianti e la netta opposizione di un comitato costituito ad hoc, il Comitato No Megastore. Per questo infine il progetto è sfumato, come riporta Forlì Today.

                      Con l’ufficializzazione dell’apertura di un punto vendita di 1.500 metri quadrati targato Esselunga sulla via Ravegnana, all’incrocio con via Bonaparte, la scorsa settimana è arrivata anche notizia di un ricorso al Tar di Confesercenti, che ha chiesto la revoca del permesso di costruire, a causa di una presunta applicazione non corretta della superficie di vendita.

                      “Ci è stata sottolineata un’applicazione scorretta della superficie di vendita – spiega Esselunga in una nota riportata dal Resto del Carlino – ed è stata chiesta la revoca del permesso di costruire. Posto che riteniamo che la pratica sia corretta, ci pare che chiedere la revoca del permesso di costruire sia del tutto sproporzionato rispetto a quella che sarebbe una mera questione di arredo interno al negozio che non cambia la sostanza”.

                      Di parere opposto Confesercenti, che replica con una lunga lettera a firma del direttore Giancarlo Corzani: “Parliamo di circa 170 metri quadrati in più di superficie di vendita non conteggiati, capaci di generare non meno di 3 milioni di ricavi in più, non quindi un elemento di arredo”, dice il direttore. E nel merito del ricorso sostiene Corzani: “Resta il fatto che le società che sinora risultano essere titolari della concessione edilizia e dell’autorizzazione commerciale che la sottende, dell’intervento commerciale in via Ravegnana – angolo via Bonaparte, hanno istruito pratiche fondate su una interpretazione della superficie di vendita assolutamente difforme dalla più puntuale sentenza del Consiglio di Stato, dedicata al tema. Di tanto abbiamo informato gli Uffici Tecnici del Comune che, ne siamo certi, provvederanno a rettificare gli atti”.

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