di Francesca Lorandi
“Quest’anno avremo una qualità superiore rispetto alle stagioni passate”. Ad assicurarlo è Ettore Cagna, presidente di Agricola Don Camillo, specializzata nella coltivazione e commercializzazione di meloni, associata alla OP Asipo di Parma. Un risultato auspicato da Cagna, che da tempo si è prefissato un obiettivo: “Negli ultimi otto anni il consumo di meloni è calato di 2,4 chili pro capite in Italia– spiega – e di conseguenza anche la produzione è diminuita: In Italia è passata dai 20 mila ettari coltivati nel 2008 ai 18 mila attuali. Dobbiamo riconquistare la fiducia dei consumatori, fare in modo che tornino ad apprezzare il melone. Come? Stringendo un accordo con tutti i produttori italiani al fine di garantire un prodotto di qualità. Perché – sottolinea Cagna – la qualità è l’unico strumento che abbiamo per sopravvivere nel mercato”.
E la qualità è la parola d’ordine di Agricola Don Camillo che in questi giorni inizia a fare il bilancio di una raccolta partita una decina di giorni fa. In Sicilia, a Ispica, l’azienda ha aperto un nuovo magazzino, nato dalla partnership con l’azienda Candiano. “La raccolta è iniziata un po’ in ritardo a causa delle piogge che hanno caratterizzato i primi mesi dell’anno”, spiega Cagna. Tuttavia la tecnologia e l’innovazione stanno portando risultati importanti: “In cinque ettari abbiamo piante che crescono in verticale, ossia non poggiate a terra: in questo modo – sottolinea Cagna – la durata è maggiore e il grado zuccherino è uniforme in tutto il melone. La dolcezza risulta quindi omogenea”. Agricola Don Camillo ha poi creato altre importanti collaborazioni, con la Tunisia e con un partner in Francia, per dei terreni che si trovano in Marocco. E poi c’è il magazzino di Brescello, dove lavorano 120 persone: di recente la dimensione è raddoppiata, arrivando a 11.600 metri quadrati di superficie coperta e 26 mila metri quadrati di piazzale. “Oltre ad aver aumentato le celle di abbattimento – racconta Cagna – stiamo progettando una terza linea di calibratura, grazie alla quale potremo raggiungere dalle 45 alle 50 tonnellate di prodotto lavorato all’ora. Al momento, con le due linee funzionanti, arriviamo a 30 tonnellate di prodotto all’ora”.
Un lavoro su più fronti, quindi, al fine di ridare fiducia al consumatore garantendo un futuro prospero al melone. Su questa strada si inserisce anche l’attività all’interno dell’Asipo di Parma di Cagna, nominato nel consiglio come referente del prodotto fresco.
Aveve visto il video che abbiamo realizzato in esclusiva al magazzino di Brescello?
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