Dalla Redazione
Tempesta di sabbia? Errore umano? Problemi tecnici? Non è ancora stata stabilita con precisione la causa per cui la Ever Given, tra le più grandi navi portacontainer del mondo, con i suoi 400 metri di lunghezza e 60 di larghezza, martedì 23 marzo, alle ore 7.40, aveva urtato contro un argine roccioso ed era rimasta incagliata, bloccando completamente il Canale di Suez.
Stiamo parlando della via d’acqua che collega il Mediterraneo con il Mar Rosso e il Golfo di Aden, nota come rotta delle Indie, un’opera grandiosa, accarezzata già da Napoleone Bonaparte e costruita dai francesi tra il 1859 e il 1869. Dopo una lunga gestione anglo-francese, venne infine nazionalizzata da Nasser, l’allora presidente dell’Egitto, nel 1956.
Ci sono volute 15 navi, di cui 12 rimorchiatori – tra questi l’italiano Carlo Magno – e quasi una settimana per disincagliare l’enorme nave mercantile capace di pesare, a pieno carico, 220 mila tonnellate: il Canale di Suez è stato liberato nel pomeriggio di lunedì 29 marzo. La “coda” di vascelli in attesa di transitare è cresciuta fino ad arrivare ad almeno 367 navi.
Dal Canale di Suez passano 2,8 milioni di tonnellate di merci ogni giorno, pari al 12,5% degli scambi mondiali. Nel solo 2020 vi sono passate 18.829 navi mercantili, comprese le petroliere, per 1,17 miliardi di tonnellate di merci. Si calcola che la quota dell’import-export marittimo italiano che passa per il Canale di Suez sia molto rilevante, attorno al 40%.
Il Canale di Suez è libero! 🛳
Gli sforzi per disincagliare e rimettere a galla la nave Ever Given sono stati ripagati 💪😅#Libretti #ierioggidomani
Pubblicato da Libretti srl su Lunedì 29 marzo 2021
(Le operazioni per disincagliare la Ever Given e liberare il Canale di Suez sono state oggetto di numerosissimi “meme” sui diversi social network. Riportiamo qui sopra quello pubblicato ieri su Facebook da Libretti Srl, tra le aziende leader in Italia nella produzione di ortaggi, con sede a Vittoria, in Sicilia).
Sulle centinaia di navi bloccate dalla Ever Given ci sono anche decine, forse centinaia di contenitori di frutta destinati all’Oriente. In particolare di mele, il frutto più esportato oltremare in questo periodo dell’anno. L’incidente ha messo in evidenza la fragilità del commercio mondiale e della globalizzazione, che può andare in tilt perché una singola nave si mette di traverso.
Lo scenario globale potrebbe presto cambiare e ridimensionare l’importanza del Canale di Suez: si prevede che dal 2040 la rotta artica potrà essere aperta per 12 mesi all’anno. Questo significa risparmiare 7-10 giorni nei tempi di navigazione tra i grandi porti del Nord Europa e la Cina, con evidente risparmio in termini di carburante, risorse umane, inquinamento del pianeta.
La rotta artica di fatto oggi non è competitiva e neanche lontanamente comparabile con la rotta mediterranea perché è navigabile per intero solo da giugno a novembre, e con navi equipaggiate in maniera particolare, ma stando alle previsioni climatiche e agli sviluppi tecnologici del gigantismo navale i traffici sono in aumento costante, con percentuali a doppia cifra.
Sul tema si è espresso anche Luigi Merlo, ex presidente dell’Autorità portuale di Genova e oggi a capo di Federlogistica: “La rotta artica sarebbe una scelta pericolosa perché da un lato tenderebbe a isolare il Mediterraneo e dall’altro favorirebbe ulteriormente le ambizioni della Cina di controllo monopolista sui traffici e quindi sull’interscambio mondiale via mare”.
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