Dalla Redazione
Fra le corsie dei supermercati a settembre uno “sfrutt-attore” è entrato in azione offrendo gratis caffè, cioccolato, zucchero e banane. Un “regalo” pagato a caro prezzo da chi fatica tutti i giorni sui campi, ottenuto sfruttando la manodopera nei Paesi produttori. Qual è stata la reazione delle persone approcciate e coinvolte? Avranno accettato il prodotto, consapevoli di come è stato realizzato? Lo “sfruttatore” è il protagonista del videorealizzato da Fairtrade Italia per promuovere le Settimane Fairtrade (dall’11 al 27 ottobre in tutta Italia). In una situazione ideata dall’agenzia Creativi Digitali, l’attore propone e regala i prodotti che tutti acquistiamo quando andiamo a fare la spesa. Può farlo perché sfrutta gli agricoltori e i lavoratori nei Paesi in via di sviluppo dai quali provengono le materie prime. Fra le corsie, gli avventori del supermercato sono “suggestionati” con un cestino ricco e un’offerta “imperdibile”, per poi capire le attività di Fairtrade e ricevere dei gadget accompagnati da delle brochure informative.
Una campagna di sensibilizzazione che già l’anno scorso si è rivelata vincente per le vie del centro di Milano. In un’azione non convenzionale irriverente e provocatoria, i passanti, a Piazza San Babila, erano stati scossi dall’invito “Banane!!! Banane gratis!!! Oggi banane gratis”. In questo nuovo video, invece, i consumatori sono invitati a riflettere nei punti vendita, dove ogni giorno si compie la scelta su cosa portare a tavola. Per capire che anche facendo la spesa si può cambiare il mondo.
Una scelta sempre più condivisa dagli italiani. Lo confermano le ricerche di mercato più recenti. Lo scorso anno, un’indagine di Nielsen commissionata da Fairtrade Italia, ha misurato la propensione all’acquisto di prodotti etici nel nostro Paese, dove sempre più italiani hanno dichiarato una maggiore preferenza per le referenze del commercio equo e solidale (si passa dal 23% del 2014 al 29% dell’inizio 2018). Il trend italiano sembra seguire quello di altri Paesi, come rivela un recente sondaggio, condotto in cinque Paesi europei, frutto della ricerca GlobeScan 2019: la maggior parte delle persone che fa acquisti ha familiarità con il marchio Fairtrade e ritiene che rifletta i propri valori personali. I consumatori hanno fiducia nel marchio Fairtrade e lo associano strettamente all’approvvigionamento a prezzi equi, a un reddito dignitoso e all’aiuto agli agricoltori per uscire dalla povertà. Tutte caratteristiche fondamentali per creare fiducia.
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