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                      FICO Eataly World, 1,5 mln di visitatori nei primi 6 mesi. Ancora pochi dall’estero

                      FICO Eataly World, il parco dell’agroalimentare che sorge nella periferia bolognese è una realtà di grandi numeri e potenzialità. Lo confermano i dati resi noti lo scorso 30 maggio, che dimostrano nei primi 6 mesi di attività la partecipazione di quasi 1 milione e 500 mila visitatori con un indotto stimato da Nomisma in 13,3 milioni di euro. Rilevante anche l’impatto sul turismo del capoluogo emiliano: secondo la ricerca di Nomisma per ben il 64% di chi arriva fuori città, FICO è stato il motivo principale per recarsi a Bologna. FICO – che ha visto tra i suoi visitatori personalità di eccezione a livello internazionale – ha conquistato diversi riconoscimenti internazionali. Tuttavia, non mancano le critiche. A partire dalla percentuale di visitatori stranieri – l’8% – ancora ridotta per quella che dovrebbe essere una vetrina del made in Italy a livello internazionale

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Fico Eataly World

                      FICO Eataly World, il parco dell’agroalimentare più grande del mondo che sorge nella periferia nord-orientale di Bologna su 10 ettari di parco, con 40 fabbriche contadine, 45 punti ristoro e centro congressi, ha da poco spento le candeline per i suoi primi sei mesi di vita. E la fotografia che emerge dai dati che contraddistinguono questi primi mesi di attività – resi noti nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso 30 maggio alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Bologna Virginio Merola, dell’ad di FICO Eataly World Tiziana Primori, del direttore generale di Prelios Sgr Andrea Cornetti e del direttore generale di CAAB Alessandro Bonfiglioli – descrive una situazione in chiaroscuro.

                       

                      I visitatori di FICO Eataly World in questi primi sei mesi – quasi 1 milione e 500mila, per tre quarti provenienti da fuori Bologna e per l’8% dall’estero – hanno portato alle casse del parco un fatturato di 25,9 milioni di euro per fabbriche, ristoranti, botteghe, corsi, servizi, con un indotto – stimato dal centro di ricerca Nomisma – di 13,3 milioni di euro. Ma FICO è anche formazione – oltre 120 gli eventi scientifici e culturali organizzati da Fondazione FICO per oltre 300 ore di formazione gratuita ai cittadini – e congressi. Sono infatti 60mila le persone che hanno partecipato a congressi ed eventi business, mentre non mancano i percorsi formativi pensati per adulti e bambini: 30 mila gli alunni delle classi che hanno visitato FICO.

                       

                      Le rilevazioni statistiche condotte da Nomisma hanno inoltre confermato l’importanza di FICO per il turismo bolognese: nel 32% dei casi – su un campione rappresentativo di circa mille visitatori – i turisti hanno anche pernottato per una o più notti in città. Dalla ricerca emerge inoltre che il 68% di coloro che si reca a FICO ha meno di 45 anni, quasi il 90% è rappresentato da persone che vengono per la prima volta, mentre aumenta la quota di coloro che vengono da un’altra regione italiana, ben il 45%. Inoltre, per il 64% di chi arriva da fuori città FICO è stato il motivo principale per recarsi a Bologna.

                       

                      Parole di ottimismo e soddisfazione sono arrivate dal sindaco di Bologna Virginio Merola, che ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra a livello territoriale: “Parliamo finalmente con i fatti – ha affermato – stiamo andando bene, dobbiamo continuare ad insistere con un lavoro di lunga lena e con ottime prospettive se sapremo perseverare con il lavoro di squadra”. Positivo anche il direttore generale di CAAB Alessandro Bonfiglioli: “Anche gli investitori – ha commentato – hanno manifestato il loro apprezzamento per questi primi risultati, nella recente assemblea dei quotisti”.

                       

                      FICO Eataly World

                      L’ingresso di FICO Eataly World (Copyright: Fm)

                      Certo, un progetto così ambizioso non poteva non attirare apprezzamenti e critiche. I riconoscimenti a FICO (e all’intero territorio emiliano) sono diversi e arrivati da Oltreoceano così come dall’Europa: dal New York Times e Lonely Planet – che hanno inserito FICO e lEmilia-Romagna tra le mete da visitare in Europa nel 2018 -, alla consegna del prestigioso Mipim Award, l’Oscar mondiale dell’immobiliare. A questi importanti premi vanno poi aggiunte le personalità d’eccezione, che con la loro presenza hanno contribuito notevolmente alla visibilità del parco anche a livello internazionale: dal premio Nobel May-Britt Moser alla blogger cinese Momo, dall’astronauta Paolo Nespoli allo chef e conduttore Jamie Oliver.

                       

                      Le critiche – lo dicevamo – non mancano. Come sottolineava lo scorso 26 aprile un articolo de Il Sole24 Ore, sarebbero diverse – secondo alcuni – le lacune alla base del progetto FICO: a partire da quelle logistiche. Il bus-navetta che collega la stazione centrale di Bologna a Fico sarebbe “sempre vuoto, come il parco durante la settimana”. Parole decisamente tranchant, prontamente smentite da Tiziana Primori, ad di Eataly World, che ribatte sottolineando il numero di visitatori che al tempo il parco aveva già totalizzato, ben 1,25 milioni. Ma non basta: nell’articolo de Il Sole si faceva riferimento anche alla chiusura del ristorante dello chef stellato Enrico Bartolini. Circostanza che dai maligni veniva attribuita alla struttura stessa di FICO, poco collegato al capoluogo, “una cattedrale nel deserto” che pare non attirare molti turisti stranieri.

                       

                      Voci che in qualche modo trovano un appiglio nella percentuale ancora ridotta di presenze straniere, a maggior ragione per un luogo che si presenta come vetrina dell’agroalimentare made in Italy: oltre 100 mila visitatori stranieri per la maggior parte provenienti da Francia, Regno Unito, Germania, USA, Svizzera e Spagna. Non pochi ma nemmeno molti a fronte dei visitatori totali di FICO in questi primi sei mesi. “Abbiamo già incontrato 10 mila buyer stranieri – aveva dichiarato al Sole Tiziana Primori – e firmato un pacchetto turistico con la piattaforma cinese Totfree che porterà da qui all’autunno 30 mila cinesi nel parco. Gli stranieri sono l’8%, il nostro obiettivo è arrivare al 30%”. A buttare acqua sul fuoco anche le parole dello stesso chef Bartolini: “Fico – aveva spiegato – è un bellissimo progetto, ma non è responsabilità del luogo o di chi lo frequenta se una proposta non incontra le aspettative”.

                       

                      Se però il problema pare essere soprattutto di tipo logistico, si devono pur riconoscere gli sforzi da parte di FICO Eataly World per migliorare il collegamento con la città di Bologna. In questa direzione va senz’altro l’iniziativa annunciata sempre in occasione della conferenza stampa del 30 maggio: a partire dall’8 giugno, infatti, l’open bus a due piani di City Red Bus farà tappa anche a FICO, passando per i quartieri storici di San Donato. I turisti sono benvenuti a FICO, anche perché l’ingresso per tutti è rigorosamente gratuito.

                       

                      In definitiva, nonostante i dubbi e le attese sulla presenza internazionale, i dati incoraggianti diffusi in questi giorni e le iniziative in corso dimostrano le indubbie potenzialità di FICO per il territorio e per l’agroalimentare italiano. Ora la parola passa al tempo: solo i prossimi mesi – e anni – potranno smentire o confermare le voci di chi nel progetto non ha mai creduto. Il break even è previsto a 4 milioni di visitatori l’anno, secondo Tiziana Primori.

                       

                       

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