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                      Food packaging dagli scarti di mela: il brevetto dell’Università dell’Oregon

                      Un team di ricercatori dell’Università statale dell’Oregon, guidato dalla professoressa Yanyun Zhao, ha brevettato una fibra cellulosica derivata dagli scarti della lavorazione delle mele con cui produrre imballaggi in pasta modellata, biodegradabili e compostabili, resi impermeabili grazie all’aggiunta di particolari composti a loro volta organici. Varie le applicazioni: dai contenitori per il cibo da asporto ai vasi di fiori, dai cartoni e le bottiglie per le bevande, agli imballaggi clamshell utilizzati per frutta e verdura

                      Dalla Redazione

                      È un food packaging plastic free rivoluzionario, che non solo è biodegradabile e compostabile, ma è sostenibile a 360 gradi in quanto valorizza anche gli scarti alimentari: viene prodotto infatti con la sansa di mela. Si tratta di un’innovazione messa a punto dai ricercatori dell’Università statale dell’Oregon, che partendo dagli scarti della lavorazione delle mele utilizzate per la realizzazione dei succhi (scarti che rappresentano tra il 25 e il 30% del peso di questo frutto), con opportune aggiunte, hanno dato vita a una polpa di cellulosa impiegata a sua volta per la produzione di imballaggi in pasta modellata.

                      Finora la polpa, le bucce e gli altri scarti provenienti dalle mele erano ritenuti troppo permeabili all’acqua per poter essere impiegati a diretto contatto con cibi e bevande. Il team di ricercatori dell’Università dell’Oregon, guidato dalla professoressa Yanyun Zhao, ha ovviato al problema incorporando polimeri e composti con caratteristiche per migliorare la resistenza all’acqua come la lignina (proteina lignea a sua volta proveniente dagli scarti del rabarbaro), il chitosano (un polimero a base biologica che si ricava dall’esoscheletro di crostacei e insetti) e piccole dosi di glicerolo, e applicando rivestimenti super-idrofobici alla superficie del prodotto.

                      I ricercatori hanno determinato le quantità ottimali di quei polimeri e composti aggiungendo anche una piccola quantità di fibra di cartone, per la stabilità dei prodotti di imballaggio in pasta stampata.

                      Lo studio ha portato nuove informazioni sull’utilizzo della sansa di mela come fibra alternativa per produrre imballaggi eco-friendly, resistenti all’acqua e compostabili, per varie applicazioni: dai contenitori da asporto ai vasi di fiori, dai cartoni e le bottiglie per le bevande, agli imballaggi clamshell utilizzati per frutta e verdura. Il metodo e il prodotto ottenuto sono stati subito oggetto di brevetto.

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