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                      Frammenti dal Regno Unito: buona la prima di The London Produce

                      LondonProduceHP
                      Ottima la formula proposta dall’associazione inglese Fresh Produce Consortium e dal Produce Business magazine, organizzazione americana specializzata in marketing ed editoria: un evento di apertura per sviluppare le relazioni umane, a seguire una giornata che abbina l’aspetto fieristico a seminari di diversa natura, show cooking con chef stellati compresi, per finire con una giornata dedicata a visite a tema (produzione, logistica, grossisti, distribuzione)

                       

                      di Eugenio Felice

                       

                      TheLondonProduce

                      Una vista dall’alto del salone dedicato all’esposizione (Copyright: Fm)

                      Arriviamo mercoledì in una Londra fresca e piovosa. Città magnifica, in cui non manca nulla, impossibile annoiarsi. Della crisi, qui, non c’è traccia. Ci aspetta la serata di gala – più informalmente chiamata opening cocktail reception – della prima edizione del London Produce Show and Conference, un evento che abbina in modo nuovo e accattivante l’aspetto fieristico, quello convegnistico e le visite sul campo. Ci dirigiamo con il nostro mitico cab nero verso il Grosvenor House, un lussuoso Marriott su Park Lane, una strada che costeggia Hyde Park. È in questo maxi albergo che si tiene l’evento. Lo definiamo evento perché sarebbe riduttivo chiamarla fiera. Gli organizzatori la definiscono una “boutique one-day exhibition”, con 140 espositori escusivi, di cui quattro sono italiani: Didonna, Giuliano, Peviani, tutti specialisti in uva da tavola, e l’OP Arca Fruit.

                      Gruppo italiani

                      Da sinistra: Giordano Giardi (NCX Drahorad), Pierpaolo Amagno (Giuliano), Thomas Drahorad, Raffaella Didonna, Filippo Valenzano (Giuliano), Andrea e Gino Peviani (Copyright: Fm)

                      La serata, due ore in tutto, dalle 18.30 alle 20.30, ci fa capire subito che l’organizzazione non è impreovvisata, pur essendo la prima edizione. Ritiriamo il nostro badge e iniziamo a guardarci intorno. Si può già vedere, ma solo dall’alto, l’area espositiva, con tutti i vari stand modulari. Alla serata diamo un otto, per il cibo (anche l’ormai immancabile sushi), le bevande a base di frutta fresca, l’allestimento, tra cui delle gigantografie del mercato di New Covent Garden che festeggia proprio quest’anno i primi 40 anni, la musica e il clima generale che si respirava. Alla serata non sono mancati rappresentanti della produzione italiana: Raffaella Didonna, Gino Peviani con il figlio Andrea, Filippo Valenzano e Perpaolo Armagno della Giuliano Srl, Thomas Drahorad con Giordano Giardi, Angelica Curci della OP Arca Fruit. Tra gli altri italiani anche Maurizio Ventura della Sun World, azienda americana specializzata nello sviluppo di nuove varietà di uva da tavola (ma non solo), ed Eleonora Bergoglio dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cn) che ha tenuto un seminario il 5 giugno.

                      Bruce Peterson

                      Bruce Peterson, ex vice presidente della sezione deperibili di Wal-Mart (Copyright: Fm)

                      La fiera vera e propria è durata un giorno solo, giovedì 5 giugno. L’apertura del salone espositivo, con tanto di squillo di trombe, è stata preceduta da una breakfast panel discussion, sostanzialmente una colazione con inizio alle 7.30 del mattino – sì, avete letto bene – con relazioni di esperti sull’andamento e sulle tendenze del settore nel Regno Unito. Dalle 9.30 alle 17.30 l’esposizione, con 140 stand sia di aziende che esportano nel Regno Unito, come nel caso delle italiane indicate prima, sia di supplier inglesi desiderosi di aprirsi ai mercati internazionali. Come riferito da Gino Peviani a fine giornata, la fiera è apparsa, almeno in questa prima edizione, decisamente focalizzata sul mercato domestico. Non si sono visti quasi per niente compratori del Medio Oriente, della Russia, americani, indiani o cinesi, pur esercitando, la capitale inglese, un appeal “turistico” decisamente elevato. La parte espositiva è stata accompagnata da un fitto programma di seminari e di show cooking, anche se in questo caso l’affluenza è stata decisamente modesta.

                      QuartaGammaFrutta

                      Frutta pronta al consumo da Whole Foods (copyright: Fm)

                      Molto interessante la giornata di venerdì, dedicata ai tour. Si poteva scegliere una visita al New Covent Garden, il principale (ma non l’unico) Mercato all’ingrosso di Londra, che festeggia quest’anno i primi 40 anni di attività. Oppure una visita al London Gateway, un nuovo porto merci altamente automatizzato e ultre tescologico. Oppure una visita alle Watts Farms, un importante produttore inglese che serve circa 500 ristoranti e alcuni retailer. Per finire con un tour presso i punti vendita delle maggiori insegne inglesi. Noi abbiamo optato per quest’ultima possibilità e abbiamo notato soprattutto quattro cose: grande enfasi sul prodotto made in Uk, con addirittura alcuni imballi che riproducevano la Union Jack; la presenza massiccia di frutta di quarta gamma, proposta in tutti gli imballi, anche con cucchiaino annesso; le pesche e  nettarine erano morbide, mature al punto giusto, non dure come sassi (la commessa da Mark & Spencer ci ha confessato: “Eh, senò non le compra nessuno”); la presenza del prendi 3 pezzi e paghi con lo sconto: ad esempio da Sainsbury’s il sacchetto di uva già lavata venduto a 0,65 sterline, che diventano 1,5 sterline nel caso si acquistino 3 pezzi, con uno sconto quindi del 23 per cento.

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