di Eugenio Felice (da Fm, edizione gennaio 2014)
“Abbiamo avuto un riscontro del tutto inaspettato”, esordisce Bruno Francescon, quando a metà dicembre gli chiediamo come fosse andata lo scorso inverno la sua prima campagna d’Africa. “Pur avendo avuto un marzo e aprile straordinariamente piovosi, la domanda è sempre stata forte e abbiamo fatto fatica a soddisfarla. Abbiamo fatto il programmato, circa 1.800 tonnellate, via aerea e in parte via nave con varietà long life. Ci siamo appoggiati all’aeroporto di Montichiari (Brescia), molto efficiente, e alla compagnia aerea specializzata Avient con voli diretti da Dakar. Cinque ore di volo in tutto: in meno di ventiquattrore i meloni passavano dal campo di raccolta al bancone del supermercato, in Italia e in parte all’estero. “Qui non parliamo di una semplice attività di importazione – spiega Francescon, che riveste all’interno dell’omonima OP diverse cariche, tra cui presidente e amministratore – ma di una vera e propria delocalizzazione produttiva. Siamo noi, in sostanza, a produrre in Senegal, grazie all’accordo che abbiamo raggiunto con un importante partner spagnolo. Il sito produttivo si trova a circa 80 chilometri a sud di Dakar e si estende su un’area di oltre 150 ettari”.
Quest’anno – continua Francescon – abbiamo deciso di raddoppiare la superficie investita a meloni, passata da 60 a 115 ettari, sempre con varietà riconosciute dal consumatore italiano, quindi il cantalupo retato con solcatura della fetta, che in Senegal trova terreno fertile, grazie a condizioni pedoclimatiche molto favorevoli. In crescita anche la superficie dedicata alle zucche Delica e Violina, con circa 25 ettari. Al via infine la produzione di mini cocomeri da 2-3 chilogrammi su altri 15 ettari. Da novembre c’è un nostro tecnico fisso in loco per se-guire le fasi agronomiche e da febbraio sarà affiancato da altri due-tre tecnici per seguire con attenzione la fase di raccolta. È fondamentale infatti raccogliere il melone al giusto grado di maturazione. Abbiamo poi investito nell’ampliamento delle celle frigo per lo stoccaggio veloce del prodotto e in una nuova linea di precalibro e selezione così da portare in Italia solo prodotto di eccellente qualità. L’obiettivo è fare 3.500 tonnellate di meloni, con primo volo a fine febbraio. Saranno portati avanti anche mezzi alternativi, come nave e camion”.