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                      Fri-El Green House: la crescita, il servizio su Melaverde e l’esotico in idroponica

                      L’ultima puntata di Melaverde vede protagonista Fri-El Green House, azienda di Ostellato (Fe) leader dei pomodori in idroponica, coltivati negli oltre 30 ettari di serre hi-tech illuminate a Led e riscaldate con energia verde da biogas, con un consumo idrico e di suolo inferiore del 70% rispetto alle colture convenzionali. Un tema attuale, quello del risparmio idrico, con la siccità che sta attanagliando il Paese. Con il brand H2Orto l’azienda produce e commercializza in Gdo anche cetrioli e peperoni e ora sta facendo dei test rivoluzionari: l’esotico in Emilia, coltivato fuori suolo. “Stiamo provando papaya e mango”, racconta l’amministratore delegato Florian Gostner, che ci parla dell’ambizioso piano di sviluppo sostenibile di un’azienda giovane e dinamica, con un’importante quota rosa, che dal 2020 ad oggi vede il fatturato quasi triplicarsi

                      di Carlotta Benini

                      Fri-El Green House serre led

                      Fri-El Green House conta di raggiungere i 60 ettari di serre hi-tech

                      Con i suoi 31 ettari di serre ipertecnologiche illuminate da 220 chilometri di luci led per la produzione invernale è l’unica azienda in Italia in grado di garantire una qualità costante 365 giorni l’anno, prodotta in un unico sito in maniera sostenibile. La sostenibilità circolare è il valore cardine dell’azienda, che oggi, a dispetto delle difficoltà che tutto il settore ortofrutticolo si trova ad affrontare, continua a crescere mettendo in campo nuovi e ambiziosi progetti e con un fatturato che entro fine anno si prevede quasi triplicato rispetto al 2020. Fri-El Green House è stata protagonista dell’ultima puntata di Melaverde (guarda qui), il programma di Canale 5 condotto da Ellen Hidding e Vincenzo Venuto, andata in onda domenica 26 giugno.

                      L’azienda di Ostellato (Ferrara) – partecipata dal Gruppo Fri-El, uno dei principali produttori italiani di energia elettrica da fonti rinnovabili – è leader nella produzione di pomodoro in idroponica ed è pioniera nel suo settore. Con il marchio H2Orto – Bontà sostenibile produce e commercializza tutto l’anno in Gdo, in Italia e all’estero, pomodoro a grappolo, pomodoro cocktail e pomodoro ciliegino, ma anche peperoni e cetrioli. La coltivazione avviene fuori suolo, con l’utilizzo di lana di roccia e fibra di cocco, in serre hi-tech in vetro e ferro illuminate a Led e riscaldate con energia verde da biogas, con un consumo idrico e di suolo inferiore del 70% rispetto alle colture convenzionali. E ora in azienda si stanno esplorando nuove nicchie produttive: ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato Florian Gostner.

                      Fri-El Green House Florian Gostner

                      Florian Gostner, amministratore delegato di Fri-El Green House

                      Fri-El Green House nasce nel 2015 con 1,5 ettari nel ferrarese e oggi conta oltre 30 ettari di serre: qual è la previsione di crescita per il futuro?
                      Il piano industriale prevede di arrivare a 60 ettari. L’obiettivo principale però è la transizione energetica entro 2025. Vogliamo diventare indipendenti dai combustibili fossili e rendere il bilancio di CO2 pari a zero dal punto di vista energetico.

                       Crescita delle superfici che va di pari passo con quella del giro d’affari?
                      Il fatturato dal 2015 ad oggi è in forte aumento, grazie alla crescita della superficie produttiva e al passaggio da prodotti di massa (pomodoro a grappolo classico) a prodotti premium (pomodoro cocktail, datterino, ciliegino). Dai 13 milioni di euro del 2020 stimiamo per il 2022 di raggiungere un valore di 31 milioni e una produzione di 13 mila tonnellate di pomodori.

                      Questo a dispetto della crisi che sta attraversando il settore, fra rincari energetici e costi alle stelle delle materie prime.
                      Sostenibilità per noi è un concetto circolare, a quella ambientale fa seguito anche quella economica. Tutti i processi che abbiamo in essere sono finalizzati a un’ottimizzazione delle risorse e a un azzeramento degli sprechi. Pensiamo ad esempio al risparmio idrico: 70% in meno di acqua rispetto a una coltura tradizionale vuol dire anche 70% in meno di concimi, che altrimenti verrebbero sprecati.

                      Fri-El Green House pomodoro idroponica

                      Il pomodoro coltivato in idroponica risparmiando il 70% di acqua e di superfici

                      Acqua, un tema più che mai attuale con la siccità che sta attanagliando il Paese. Come state fronteggiando la crisi idrica?
                      Stiamo gestendo il problema con gli con stoccaggi di acqua piovana che abbiamo a disposizione. Abbiamo infatti grossi bacini che raccolgono le piogge, inoltre in tutta la superficie coperta sono presenti dei sistemi di recupero che consentono di raccogliere l’acqua che la pianta non assorbe e di riutilizzarla nei cicli successivi, quindi non c’è nessuna dispersione nel suolo.

                      Quali sono i benefici della produzione idroponica?
                      Fa bene all’ambiente, perché viene minimizzato l’utilizzo e l’inquinamento del suolo, il consumo e lo spreco dell’acqua. Fa bene ai prodotti perché le piante vengono coltivate in un ambiente chiuso e protetto da fattori esterni, tramite lotta integrata, con l’utilizzo di insetti utili. Essendo fuori suolo, inoltre, la nostra produzione non necessita di erbicidi. Non da ultimo, fa bene al consumatore: questo metodo produttivo infatti impedisce l’assorbimento di sostanze indesiderate come il nichel presente nel suolo, e grazie a questo il nostro prodotto lo possono consumare anche le persone allergiche a questo metallo, che rappresentano circa il 10% della popolazione.

                      Nichel free dunque, e Gliphosate free: queste le certificazioni che spiccano sulle confezioni dei prodotti H2Orto. E il residuo zero, è un progetto a cui state lavorando?
                      Coltivare a residuo zero significa rinunciare a un 20-25% di produttività e al momento non abbiamo clienti interessanti a investire in questo senso. Tecnicamente comunque per i tre quarti dell’anno la nostra produzione è a residuo zero, anche se non possiamo certificarlo.

                      esotico idroponica Fri-El Green House

                      Papaya in idroponica, la nuova frontiera dell’esotico: i frutti ancora piccoli nella serra di Crevalcore

                      Nel servizio su Melaverde si parla di test per ampliare la gamma dei vostri prodotti. Su cosa state lavorando?
                      Nelle serre a Crevalcore, in provincia di Bologna, stiamo facendo dei test per la coltivazione di frutti esotici. Andremo a raccogliere i primi frutti tra settembre e ottobre.

                      Esotico in idroponica, in Emilia? Un unicum senza dubbio.
                      Stiamo testando papaya e mango. Al momento si tratta solo di piccoli quantitativi sperimentali, ma stiamo già raccogliendo grande interesse da parte dei clienti.

                      Nel servizio di Melaverde Hellen Hidding fa notare al pubblico come nella vostra azienda siano impiegati molti giovani e con un’importante quota rosa.
                      Abbiamo oltre 380 collaboratori, di cui il 41% donne, con un’età media di 34 anni. Siamo un’azienda giovane, che valorizza l’economia locale sostenendo l’occupazione nei territori nei quali investe e opera. La nostra mission è quella di coltivare il sogno di un futuro più buono e sostenibile, per tutti.

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