di Eugenio Felice
L’Azienda Agricola Frulana si trova in provincia di Udine, a Chiopris-Viscone, a 20 km dal mare e a 20 km dalle montagne. Nasce nel 2010 su iniziativa di Leonhard Lösch, originario dell’Alto Adige, per oltre 30 anni attivo nel settore ortofrutta, sia in importazione che in esportazione. L’azienda si estende oggi su 17,5 ettari, in un unico blocco, di cui 14 dedicati alla varietà Granny Smith (50 mila alberi) e il resto alla nuova varietà Crimson Snow (10 mila alberi, due terzi dei quali piantati questa primavera). La sua particolarità è di essere la più grande azienda agricola in Italia e forse in Europa nella produzione di mele Granny Smith biodinamiche, certificate Demeter.
Frulana fa parte di un manipolo di produttori che hanno scelto la strada non facile dell’agricoltura biodinamica e si sono riuniti 5 anni fa nella cooperativa Bio Meran di Lagundo (Bolzano), che a sua volte è il più grande produttore europeo di mele biodinamiche. L’azienda di Leonhard Lösch vanta diversi primati: è stata ad esempio la prima in Friuli ad essere certificata Casaclima – peraltro produce con il fotovoltaico più energia di quella che consuma – e per il terzo anno consecutivo ha ricevuto, il 29 settembre, il premio come migliore azienda biologica del Friuli. Oltre alla certificazione Demeter, l’attenzione ad ambiente e lavoratori è attestata dalla certificazione GlobalGap con il modulo Grasp.
“La raccolta delle Granny Smith – ci spiega Leonhard Lösch – quest’anno è iniziata il 23 settembre per finire l’8 ottobre. La Crimson Snow è invece una varietà più tardiva, come Pink Lady, si raccoglie ai primi di novembre. Il raccolto è sano, pulito, praticamente senza faccetta rossa, il caldo elevato e prolungato di questa estate non ha influenzato negativamente la produzione, grazie al microclima particolare di questa zona, dove nel pomeriggio arriva sempre la Bora da Trieste a rinfrescare anche le giornate più calde. Il grado zuccherino è mediamente di 11 gradi Brix, che per la Granny Smith è molto buono. Ci aiuta il terreno, molto argilloso, e la raccolta che ritardiamo il più possibile per permettere ai frutti di raggiungere la corretta maturazione sulla pianta”.
“Questa – sottolinea Lösch – è la missione della nostra azienda: produrre una mela sana, biodinamica, molto buona da mangiare. Pur non potendo usare le tecniche di conservazione post raccolta come Smartfresh, con questo sistema di raccolta veloce e al giusto grado di maturazione riusciamo a mantenere la merce senza problemi fino a giugno all’interno delle celle ad atmosfera controllata. Tutto lo stoccaggio viene fatto dalla cooperativa Bio Meran, che poi si occupa anche della commercializzazione. Per quanto non abbiamo ancora sotto mano i dati definitivi, prevediamo che per le Granny Smith il raccolto di prodotto “sano” sia quest’anno attorno alle 800-900 tonnellate”.
“Poteva essere anche superiore, il nostro potenziale è di 1.000 tonnellate – dichiara Lösch – se non ci fosse stato il problema della cimice asiatica, un vero flagello per cui oggi non esistono rimedi. Gli insetti antagonisti ci sono, già utilizzati in altre aree del mondo, ma per la normativa vigente non si possono usare non essendo autoctoni. Sono in corso sperimentazioni con insetti antagonisti autoctoni ma la strada pare ancora lunga. Quest’anno abbiamo messo in via preventiva 2,5 chilometri di reti anti insetto tutto attorno ai meleti, sopra ci sono le reti antigrandine, ma comunque abbiamo avuto un 15-20 per cento di prodotto danneggiato, che sarà destinato all’industria. L’invasione della cimice asiatica è un processo irreversibile, è già arrivata anche in Alto Adige e duole constatare che la politica ancora una volta non è reattiva”.
I mercati di riferimento per le Granny Smith prodotte dall’Azienda Agricola Frulana sono la Scandinavia, la Francia, la Germania e l’Austria. Lo scorso anno qualche spedizione è stata fatta anche verso il Canada e il Medio Oriente. E in Italia? “Siamo presenti in punta di piedi – ammette con rammarico Leonhard Lösch – la GDO da poco sta inserendo con convinzione in assortimento prodotti biologici, con il driver che è sempre il prezzo più basso; il biodinamico è considerato né necessario né interessante. Un peccato perché non c’è giorno che passa in cui non abbiamo consumatori che ci scrivono per sapere dove possono comprare le nostre mele, magari dopo aver visto uno dei nostri post sui social. Stiamo quindi pensando di fare un e-commerce”.
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