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                      Secondo i dati elaborati da Unioncamere e Infocamere sulla base del registro delle imprese delle Camere di Commercio, il 2022 ha visto un trend positivo per quanto riguarda l’andamento delle aziende Italiane anche se in leggera flessione rispetto al 2021. In rallentamento infatti la nascita di nuove imprese (-6%) e in aumento delle chiusure (+7,5%). In questo quadro, il settore dell’agricoltura registra un calo netto di 3.363 unità. Nonostante il calo, il settore agricolo conta comunque un totale di quasi 722 mila imprese attive (di fatto circa 1 impresa su 10 è attiva in agricoltura)

                      Dalla Redazione

                      agricoltura

                      In controtendenza rispetto all’andamento generale, nel 2022 calano le imprese in agricoltura con un saldo negativo di -3363 realtà. Lo rendono noti i dati di Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio. Nonostante l’andamento negativo – sottolinea però la Coldiretti – il settore agricolo sale sul podio con un totale di quasi 722mila imprese attive, dopo commercio e costruzioni. In altre parole in Italia – precisa la Coldiretti – più di una impresa su dieci (12%) è attiva in agricoltura.

                      “Si tratta di realtà che oltre a svolgere un ruolo economico hanno anche un impatto positivo sull’ambiente e sulla conservazione dei territori messo ora a rischio dagli effetti della guerra e dei cambiamenti climatici. Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che oltre 1/3 delle aziende che lavorano nel settore dell’agricoltura (34%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo mentre il 13% è addirittura in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività secondo il Crea. Nel dettaglio, il settore dell’agricoltura, silvicoltura pesca ha perso 3.363 aziende, arrivando a 721.614 realtà al 31 dicembre 2022 con una variazione del -0,46% nel 2022 e dello 0,07″.

                      Più in generale, riporta il comunicato di Unioncamere e InfoCamere, in tutte e quattro le macro-aree del Paese il tasso di crescita del 2022 presenta risultati positivi ma più contenuti rispetto al 2021, con il Centro che fa segnare il maggiore ampliamento della base imprenditoriale (+0,9%) rispetto all’anno precedente.

                      Tra le regioni, il Lazio si conferma quella più dinamica, con un tasso di crescita pari all’1,6% anche se in lieve rallentamento rispetto al 2021 (quando era cresciuta del 2,2%). Complessivamente nessuna regione fa meglio del 2021, con Marche e Molise che chiudono l’anno in campo negativo facendo registrare rispettivamente un saldo di -929 e -45 imprese. Quanto ai settori, oltre alle costruzioni (+20.509) quelli che nel 2022 hanno fatto registrare gli aumenti maggiori nel numero di imprese registrate sono stati le attività professionali scientifiche e tecniche (+10.474) e i servizi alle imprese (+4.968). A chiudere in rosso, invece, sono stati il commercio (-8.756), l’agricoltura (-3.363) e le attività manifatturiere (-2.549).

                      Sembra così essersi assorbito a livello generale, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla pandemia sulla natalità e mortalità delle imprese. Dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a solo + 19mila imprese) e il rimbalzo del 2021 (+87mila), con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 48mila attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8% che, al netto del +1,42% del 2021, rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio. Il contributo più rilevante al risultato annuale è venuto dal settore delle Costruzioni, cui si deve oltre il 40% del saldo nazionale.

                      Dopo il rimbalzo, anche in termini di crescita imprenditoriale, registrato nel 2021, il saldo tra iscrizioni e cessazioni del 2022 è il miglior risultato in valori assoluti e in termini percentuali dal 2011 – sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli -. Un terzo del saldo del 2022 si deve alle imprese del Mezzogiorno, aumentate di oltre 17mila unità soprattutto grazie alla spinta delle Costruzioni (che proprio al Sud segnano il tasso di crescita più elevato, +2,61%), e alla ripresa del turismo (+1,76% a fronte di un dato medio del +0,85%)”.

                      C’è però da vedere il trend sul lungo periodo: in 38 anni sono scomparsi quasi i due terzi delle aziende agricole italiane e questa riduzione è stata più accentuata negli ultimi 20 anni. Il numero di aziende che lavorano nel settore dell’agricoltura si è infatti più che dimezzato rispetto al 2000, quando era pari a quasi 2,4 milioni. Aumenta, però, la Sau (Superficie agricola utilizzata, ndr.) che nello stesso periodo è passata da 5,1 a 11,1 ettari medi per azienda. Leggi qui per approfondire.

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