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                      Gdo in ginocchio al Nord. La colpa è della crisi ma anche della liberalizzazione

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                      Secondo Federdistribuzione l’utile netto della grande distribuzione organizzata è crollato dall’1,4% del 2010 al -0,1% del 2013 e gli investimenti sono passati dai 4 miliardi del 2006 ai 2 del 2013. Tra chiusure e conversioni, a essere più colpito, come è normale che sia in questi frangenti, è il personale

                       

                       

                      gdoLa liberalizzazione degli orari dei negozi ha fatto bene alla Gdo? Non proprio. Secondo Federdistribuzione l’utile netto della grande distribuzione organizzata – non solo quella alimentare, parliamo anche di eletronica di consumo, arredamento, etc. – è crollato dall’1,4% del 2010 al -0,1% del 2013 e gli investimenti sono passati dai 4 miliardi del 2006 ai 2 del 2013. Per il Veneto, giusto per fare un esempio, tutto ciò ha significato mille tra licenziamenti e contratti di solidarietà.

                       

                      [Ikea deserta di sabato. È sciopero]

                       

                      Una situazione che si riflette sulle catene distributive: Carrefour ha appena rinnovato per un altro anno il contratto di solidarietà a 55 dipendenti di Portogruaro (su 194) e a 35 dipendenti (su 201) di Marcon, dove si tira da cinque anni prima con la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga tagli. E questi tagli vengono fatti a fronte di un prolungamento dell’orario di apertura fino a mezzanotte agli store di Toscana e Piemonte.

                       

                      [Auchan: “Non lasciamo l’Italia. Torneremo all’utile nel 2017″]

                       

                      Qualche numero. Federdistribuzione segnala per il Veneto 4.791 presidi della Gdo tra ipermercati, supermercati, discount, cash&carry, superstore, mini-iper e distribuzione alimentare e non alimentare al dettaglio. Sono tanti, e hanno provato a restare a galla “sfruttando” la liberalizzazione. Ma alla vendita di Billa, il primo a inaugurare l’apertura serale fino alle 21, è arrivato il commissariamento del Mercatone Uno da parte del ministero dello Sviluppo Economico, il ridimensionamento della Metro,  i tagli di Auchan e ora cominciano a traballare anche Sma e MediaWorld. La grande distribuzione insomma arranca, ha creato migliaia di posti di lavoro in più rispetto al passato ma soprattutto al fabbisogno del territorio e non sa più come mantenerli.