L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Gdo, la ripresa non si vede. Rapporto Coop: “Italiani più poveri ma smart”

                      L’8 settembrea a Milano è stato presentato il Rapporto Coop 2016, l’osservatorio redatto dall’Ufficio studi Ancc-Coop con i contributi di Ref, Nilsen, Iri, Gfk, Demos, Nomisma e Ufficio studi Mediobanca, giunto alla 35esima edizione. Più vecchi e più soli, più poveri e disuguali, ma anche più tecnologici, attenti all’ambiente, alla salute a uno stile alimentare “pulito”. È la fotografia dei “nuovi italiani” che emerge dal rapporto, in cui sul fronte della grande distribuzione, si evidenzia una situazione ancora non rosea. Le vendite di generi alimentari calano, -1,4% nei supermercati e -2,6% nei discount. In controtendenza i consumi di ortofrutta, che crescono, seppur timidamente, così come quelli dei prodotti bio&veg, gluten free e naturali

                       

                      Dalla Redazione

                      grocery-store-405522_1920

                      I consumi in Gdo non decollano: è la fotografia del Rapporto Coop 2016, presentato l’8 settembre a Milano

                      Nella grande distribuzione italiana la ripresa tanto sperata sembra farsi ancora attendere, segnali di una svolta decisiva non se ne vedono. Le vendite di generi alimentari calano, sia nel canale tradizionale (-1,4%) che nel discount (-2,6%), secondo i dati Nielsen, come riporta un articolo sul Sole 24 Ore. Tuttavia, i consumi (+1,1%) fanno sempre meglio del Pil. È questa in sintesi la fotografia scattata dal Rapporto Coop 2016, presentato l’8 settembre a Milano. Il rapporto, alla sua 35esima edizione, è stato realizzato dall’Ufficio studi Ancc-Coop con i contributi di Ref, Nilsen, Iri, Gfk, Demos, Nomisma e Ufficio studi Mediobanca. Fornisce anche un’analisi del nuovo italiano: più povero, sì, ma anche più smart e attento alla sostenibilità. L’dentikit del consumatore del domani è descritto nell’anteprima digitale dell studio pubblicato sul sito di Coop (vedi qui)

                      Quella della Gdo è una ripresa “a intermittenza, che rispetto allo scorso anno è ulteriormente rallentata”, ha sottolineato Albino Russo, a capo dell’Ufficio Studi Ancc, curatore del Rapporto Coop 2016. Sul trend dei consumi pesano evidentemente la crisi degli ultimi anni e alcune tendenze di fondo del nostro Paese, fotografate dall’analisi a tutto campo del rapporto curato dall’ufficio studi Coop: l’erosione dei redditi e del risparmio delle famiglie (dal 2007 a oggi il tasso di risparmio è calato di circa 3 punti percentuali); un tasso di disoccupazione giovanile elevatissimo (al 37,6% e quattro under 35 su cinque ammettono di sentirsi ai margini della società); la ricchezza finanziaria concentrata nel portafoglio degli over 65: 154mila euro contro i 18mila degli under 35.

                       

                      Sui fattori strutturali si innestano le cento sfaccettature della rivoluzione silenziosa a tavola degli italiani: la spesa per alimentari è calata del 12% in un decennio; si sono tagliati i consumi di carni rosse, pasta, salumi, latticini, uova e dolciari. Al contrario crescono gli acquisti di frutta e verdura, pesce, prodotti bio e integrali, latte ad alta digeribilità, dolcificanti, tonno naturale, prodotti a base soia, riso e gluten free. In grande crescita anche il ricorso al cosiddetto “altro cibo”: beveroni, integratori e pillole generano un giro d’affari da 2,5 miliardi di euro in Italia, con un salto del 7,7% rispetto all’anno prima.

                       

                      La timida ripresa delle vendite nel 2015 – continua nella sua analisi il Sole 24 Ore – ha dato qualche sollievo ai bilanci boccheggianti delle catene commerciali: l’anno scorso le 9 grandi Coop hanno registrato ricavi per 11,2 miliardi contro 11,4 miliardi dell’esercizio precedente (11,94 miliardi l’intera rete, 11,93 miliardi nel 2014).

                       

                      Come interpretare il margine industriale a lumicino di Coop? “L’anno scorso abbiamo investito 646 milioni nell’attività caratteristica – ha detto Marco Pedroni, presidente di Coop Italia – Abbiamo puntato sulla convenienza, registrando vendite a valore stabili e aumentando i volumi. Inoltre Coop ha una missione sociale che ci spinge a fare scelte anche onerose: per esempio la rinuncia totale all’olio di palma. Siamo stati la prima catena a deciderlo, anche se sappiamo che l’allarme scatta quando si assumono determinate quantità». Pedroni ha annunciato anche il rilancio sul prodotto a marchio, fatto di una rivisitazione delle oltre 3mila referenze già a scaffale e “il lancio di altre 4mila referenze per un fatturato di 3 miliardi e un’incidenza del 27% a valore e del 33% a quantità”.

                       

                      Lo sguardo va anche all’estero: oltre 700 prodotti a marchio hanno già raggiunto gli scaffali reali e virtuali del mercato asiatico e degli Emirati Arabi coinvolgendo oltre 200 aziende fornitrici, mentre una gamma di prodotti Fior Fiore è già reperibile sugli scaffali francesi.

                       

                      Infine il presidente di Coop Italia ha annunciato che, prima del Natale, a Milano Bicocca Village risorgerà il Supermercato del futuro realizzato per Expo con l’Mit senseable city lab di Boston e lo studio Carlo Ratti. Si tratta di circa mille mq, di cui 300 circa dedicati alla ristorazione. “Il nuovo Supermercato del futuro sarà un laboratorio dove Coop potrà testare sul campo le soluzioni più innovative del nostro settore”.

                       

                      Copyright: Fruitbook Magazine