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                      GDO, l’analisi di Mediobanca 2021. Campioni di utili Esselunga, Eurospin e Conad

                      Archiviato un 2020 eccezionale, il new normal ripropone i nodi strutturali della GDO: margini calanti, e-commerce non redditizio – in quanto è un segmento che continua a registrare margini negativi per oltre il 10% – e l’ormai consolidata ascesa dei discount. A fare da regine degli utili Esselunga ed Eurospin, ma i  veri “campioni nascosti” corrono veloci. A scattare la fotografia della GDO in Italia e a livello internazionale, alla luce della bolla causata dallo scoppio della pandemia, è l’Area Studi Mediobanca che ha presentato il 9 marzo la nuova edizione dell’Osservatorio sulla GDO italiana e internazionale a prevalenza alimentare. Lo studio aggrega i dati economici e finanziari di 117 aziende nazionali e 27 maggiori player internazionali per il periodo 2015-2019. Dal report emerge chiaro anche il “fenomeno drugstore” in Italia, che ha registrato vendite per 3,6 miliardi nel 2019, mentre per quanto riguarda la sostenibilità, le performance della GDO sono buone, anche se la reportistica è da migliorare. Lidl Italia è campione di crescita delle vendite tra il 2015 e il 2019

                      Dalla Redazione

                      Mediobanca GDO 2021

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                      L’Area Studi Mediobanca ha pubblicato il 9 marzo 2021 la nuova edizione dell’Osservatorio sulla GDO italiana e internazionale a prevalenza alimentare che aggrega i dati economici e finanziari di 117 aziende nazionali e 27 maggiori player internazionali per il periodo 2015-2019. Per l’Italia la copertura è stimata pari al 93% del mercato. Lo studio comprende un approfondimento su 32 drugstore italiani e un focus sulla sostenibilità della GDO in Italia e all’estero. L’indagine completa è disponibile per il download sul sito www.areastudimediobanca.com.

                      Il 2020 della Distribuzione Moderna è atteso chiudere con un progresso del 5%, di cui l’1% attribuibile all’esplosione del canale on-line. Il Report Mediobanca sulla GDO sottolinea incrementi molto marcati per i discount (+8,7%), i super (+6,8%) e i drugstore (+6,6%). L’intero sistema dovrebbe ripiegare dell’1,6% nel 2021, cumulando nel biennio un aumento del 3,3%. Continua la crisi delle grandi superfici che si prevede perderanno il 4,8% nel biennio 2020-21. Con un +60% nel 2021, l’e-commerce potrebbe arrivare al 3% del mercato già nel 2021, due anni in anticipo rispetto al 2023 previsto prima della pandemia. Si tratta tuttavia di un segmento che continua a registrare margini negativi per oltre il 10%. Nel 2020 la concentrazione del mercato italiano è in aumento: la market share dei primi cinque retailer è del 57,5% dal 52,8% del 2019. Il mercato italiano supera così quello della Spagna (50%), ma resta frammentato rispetto a Francia (78,1%), Gran Bretagna (75,3%) e Germania (75,2%). Nel 2020 Conad detiene la maggiore quota di mercato con il 14,8%, seguita da Selex al 13,7% e dalle Coop al 12,9%. Nel 2011 le Coop erano il primo gruppo con il 15,3%, seguite da Conad al 10,6% e da Selex all’8,1% (elaborazioni ASM su rapporto Coop 2020, rapporto Conad vari anni, consensus di mercato e Damodaran online – New York University). I dati preliminari dei grandi retailer internazionali quotati indicano vendite nel 2020 in crescita dell’8,3%, con effetti molto positivi sui margini industriali (+17,1%) e sul risultato netto (+42,4%).

                      Mediobanca GDO 2021

                       

                      Margini in calo nel 2015-2019, la vera sfida per il 2021. Il Roi del sistema è calato al 4,9% del 2019 dal 5,6% medio del 2015-2017. Il trend discendente interessa tutti i segmenti che pure segnano livelli molto diversi: i discount dal 20,1% al 16,6%, la Distribuzione Organizzata dall’8,8% al 7,8% e la Grande Distribuzione dal 6,7% al 4%. Dinamica analoga – sottolinea il Report Mediobanca sulla GDO – per l’ebit margin: dal 2,5% del 2015-2017 al 2,1% del 2019, con i discount in questo caso in lieve crescita dal 4,7% al 4,9%, la Distribuzione Organizzata in calo dal 2,8% al 2,4% e la Grande Distribuzione in flessione dal 2,9% all’1,9%. Per Conad la traiettoria è dal 2,5% all’1,8%, mentre le Coop segnano sull’intero quinquennio un margine negativo che si fissa al -1,4% nel 2019. Crescono i 32 drugstore italiani che hanno realizzato nel 2019 vendite per 3,6 miliardi +5,1% sull’anno precedente. L’ebit margin è al 4,6%, il Roi al 12,3%. La forza lavoro complessiva sfiora le 13mila unità.

                      Le curiosità nei conti dei singoli operatori della GDO. Lidl Italia è campione di crescita delle vendite tra il 2015 e il 2019: +8,7% medio annuo, seguita da Eurospin e Agorà appaiate al +7,6%. Segue il trio Lillo-MD (+6,9%), VéGé (+5,3%) e Crai (+5,2%). In termini di redditività del capitale investito (Roi) primeggia Eurospin (20,2%), seguita da Lillo-MD (16,5%), Agorà e Lidl Italia al 12,9% e Crai all’11,9%. Tutti i restanti operatori sono sotto la doppia cifra, capeggiati da VéGé al 9,1%. Supermarkets Italiani si conferma regina di utili cumulati tra il 2015 e il 2019: 1.340 milioni, seguita da Eurospin a 1.016 milioni, Conad a 879 milioni e VéGé a 839 milioni. Carrefour ha cumulato perdite per 603 milioni, Coop per 252 milioni. Coop Alleanza 3.0 è la maggiore cooperativa italiana con vendite nel 2019 pari a 4.043 milioni, seguita da PAC 2000 A (Gruppo Conad) a 2.851 milioni e Conad Nord Ovest a 2.586 milioni che precede Unicoop Firenze a 2.320 milioni. Il prestito soci del sistema Coop appare in costante declino dagli 11,1 miliardi del 2014 agli 8 miliardi del 2019. Negli ultimi 5 anni le Coop hanno realizzato proventi finanziari netti per 1.233 milioni e subìto svalutazioni finanziarie per 845 milioni.

                      I “campioni nascosti” macinano crescita e redditività. All’interno della Distribuzione Organizzata operano aziende di dimensioni rilevanti. Quelle con fatturato superiore a 500 milioni sono venti, dalla Finbre (Maxi Di) con 2.124 milioni, alla Poli con 506 milioni. Alcune hanno segnato nel 2019 performance rilevanti in termini di Roi: Verofin (Tigros) al 18,2%, Gruppo Arena al 18%, SC Evolution (Iperal) al 15,8%, Supermercati Tosano Cerea al 15,3%, Cannillo (Maiora) al 15,2% e Mega Holding (Megamark) al 15,1%. In aggregato i venti operatori fatturano 20,6 miliardi, sono cresciuti nel 2019 del 5,9% e segnano un Roi medio del 7,9%. Nel complesso, si posizionerebbero alle spalle dei discount, ma con un Roi pari a circa la metà.

                      I maggiori operatori internazionali. Nel 2019 i maggiori retailer internazionali selezionati hanno un fatturato che oscilla tra i 463 miliardi di euro per WalMart e i 18,6 miliardi di euro della portoghese Jeronimo Martins. Tali operatori fatturano circa il 20% del loro giro d’affari in punti vendita all’estero: la maggiore proiezione internazionale è dell’olandese Ahold Delhaize (77,6%), seguita dalla Jeronimo Martins che vende soprattutto in Polonia (73,3%) e dalle francesi Auchan (62%) e Carrefour (52%). Il panel esprime un Roi medio nel 2019 pari al 9%, doppio di quello italiano ma in calo costante dal 10,9% del 2015. La classifica per Roi comprensiva dei retailer internazionali e di quelli italiani vede primeggiare l’australiana Coles (31,3%), seguita dall’italiana Eurospin (20,2%), dall’altra australiana Woolworths (19,8%), dalla statunitense Target (18%) e ancora dall’italiana Lillo-MD (16,5%). Buone anche le perfomance delle due società iberiche: Jeronimo Martins (13,6%) e Mercadona (13,3%). La Lidl Italia segna un Roi (12,9%) superiore a quello della casamadre tedesca Lidl Stiftung (8,8%). Supermarkets Italiani (Esselunga) detiene il primato internazionale quanto a vendite per metro quadro nei confini nazionali: con 15.900 euro precede le britanniche J Sainsbury con 13.600 euro, Tesco con 11.500 euro e Wm Morrison a 11.200 euro e le due australiane Woolworths (10.700 euro) e Coles (10.400 euro).

                      Sostenibilità ambientale nella GDO italiana e internazionale. Di sostenibilità le imprese della GDO trattano diffusamente in sezioni dedicate dei propri siti internet. Si tratta dell’87,3% dei gruppi italiani e del 96,5% di quelli esteri. Sporadica in Italia la presenza di report dedicati che interessano il 62,5% del totale contro il 96,4% rilevato nei gruppi internazionali. Circa alcuni dei temi oggetto di misurazione analitica, i retailer italiani appaiono nella sostanza allineati ai grandi player internazionali. Quanto alle risorse umane, nel 2019 la forza lavoro femminile è pari al 62,9% del totale in Italia contro il 60,3% dell’estero; in termini di formazione, le ore annue dispensate ai dipendenti che ne hanno diritto ammontano a 16,3 in Italia e 21,6 all’estero; il ricorso al part-time interessa il 52% dell’organico in Italia, il 43,8% all’estero. Sui temi ambientali, invece, sottolinea il Report Mediobanca sulla GDO, la quota di rifiuti differenziati è pari al 75,1% in Italia e al 71,7% all’estero. L’intensità energetica è allineata: circa 450 kWh per mq, ma i retailer italiani sono meno impattanti in termini di intensità carbonica: 136 kg di CO2 per mq contro 208 kg. A questo link tutte le infografiche.

                       

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