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                      Paolo Gerevini: «Il cambio di passo di Melinda: più qualità, più varietà, più estero»

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                      Abbiamo incontrato a Madrid durante Fruit Attraction a inizio ottobre – l’ennesima edizione in crescita e di successo – il nuovo direttore generale del consorzio che ha sede a Cles (Trento). La Spagna rappresenta il secondo mercato per volumi, con 15 mila tonnellate esportate nella scorsa campagna. Per Paolo Gerevini “Melinda è riconosciuta come la regina delle mele: dobbiamo rafforzare questa dichiarazione con i fatti”

                       

                      di Eugenio Felice

                       

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                      Paolo Gerevini allo stand Melinda durante Fruit Attraction 2016 (Copyright: Fm)

                      Paolo Gerevini è da metà settembre il nuovo direttore generale di Melinda, il Consorzio che raccoglie oltre 4 mila famiglie di frutticoltori trentini, distribuiti in particolare tra la Val di Non e la Val di Sole. Lo abbiamo incontrato all’inizio di ottobre a Fruit Attraction, dove Melinda per il sesto anno consecutivo ha partecipato con uno stand elegante e pulito, molto bello con quelle sue foto grande formato con paesaggi di montagna. Gerevini, uomo di comprovata esperienza nel mondo cooperativo e non solo – ricordiamo il passato in Barilla, Valfrutta e Pizzoli – ci ha accolto con grande disponibilità e gentilezza, pur non avendo preso, noi, un appuntamento.

                       

                      L’estero. La Spagna rappresenta ormai il secondo mercato dopo l’Italia per Melinda, con 15 mila tonnellate di mele esportate la scorsa stagione. “Melinda – spiega Gerevini – vende i tre quarti delle sue mele in Italia. Nessuna azienda al mondo può pensare di puntare solo sul mercato interno. Per questo stiamo guardando con attenzione a quei marcati in grado di premiare la qualità del prodotto. Uno di questi è quello spagnolo, in cui il consumatore assomiglia a quello italiano così come il sistema distributivo, che vede ancora una forte presenza del canale tradizionale fatto di grossisti e negozi specializzati. Il nostro impegno in Spagna sta crescendo così come sta crescendo nei confronti di altri Paesi particolarmente interessati a mele Golden di alta qualità”.

                       

                      La promessa. “Se da una parte stiamo investendo sull’estero, dall’altra non è nostra intenzione trascurare il mercato interno”, mette in chiaro Gerevini. A breve peraltro riprende la fortunata campagna con gli spot televisivi.  “Il piano strategico – precisa – era già stato delineato prima che io arrivassi e ha portato come risultato, a partire da questa campagna appena iniziata, una mela dalle caratteristiche qualitative superiori. Sono stati gli stessi distributori a rendersene conto. Nell’ultimo periodo abbiamo messo in atto degli accorgimenti sia nei frutteti che negli stabilimenti per portare sui punti vendita delle mele migliori rispetto al passato, in termini di aspetto esteriore, sapore e croccantezza. Visto che Melinda è la regina delle mele, dovremo proseguire su questa strada e rafforzare questa dichiarazione con i fatti”.

                       

                      Le varietà. “L’inserimento di Evelina è stato molto positivo”, afferma Gerevini. “Ora abbiamo sei varietà, tra Red Delicious, Gala, Fuji, Renetta e ovviamente la Golden Delicious, che è storicamente la regina delle mele, in particolare in Italia. Certo non possiamo fermarci qui. Attraverso Novamela stiamo studiando molte nuove varietà che devono avere in particolare due precise caratteristiche: idoneità di gusto e colore alle esigenze del mercato e idoneità al nostro territorio di coltivazione che nella maggior parte dei casi esalta le caratteristiche positive delle mele ma talvolta, essendo un territorio montano, non risulta adatto per altre. Le Golden Delicious continueranno a essere il nostro cavallo di battaglia, anche perché è un prodotto radicato nel territorio, ma ci sarà un ribilanciamento graduale verso varietà rosse o bicolore, anche in base a quelle che sono le richieste sia del mercato interno che di quelli esteri che vorremmo andare a servire”.

                       

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