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                      Germania, Penny vende 9 prodotti al loro prezzo “reale” in base all’impatto sul clima

                      In Germania, l’insegna discount Penny ha lanciato un’iniziativa che potrebbe sembrare del tutto controcorrente: se infatti in Europa governi e associazioni si stanno muovendo per ridurre l’impatto dell’inflazione sulla spesa delle famiglie, Penny ha deciso di alzare per una settimana il prezzo di suoi nove prodotti facendo pagare ai propri clienti il loro prezzo “reale”, ovvero calcolato da esperti di due università tedesche sulla base dell’impatto ambientale che questi prodotti hanno. Il 100% del sovrapprezzo Penny lo devolverà al progetto Zukunftsbauer, che promuove un’agricoltura più rispettosa del clima in collaborazione con il caseificio Berchtesgadener Land. Inoltre, Penny Germania aggiungerà 50.000 euro all’importo ricavato. Sarà solo una provocazione o una trovata commerciale? Oppure si tratta davvero di un tentativo di sensibilizzazione dei clienti sull’impatto reale di alcuni prodotti, soprattutto di origine animale?

                      Dalla Redazione 

                      Penny

                      Mentre in tutta Europa si fanno largo accordi per ridurre l’impatto dell’inflazione sulla spesa delle famiglie, principalmente quelle dal reddito più basso (ne è un esempio la recente Social Card in Italia), in Germania Penny annuncia di aver “aumentato i prezzi per una settimana in difesa dell’ambiente”. Quella che può sembrare forse solo una provocazione, in realtà è un’iniziativa senza precedenti.

                      Come funziona. Come si legge sul sito del discount tedesco, Penny ha deciso di lanciare l’iniziativa dal 31 luglio fino al 5 agosto 2023 in tutti i suoi 2150 punti vendita in Germania volta a vendere al costo “reale” nove prodotti (principalmente latticini e derivati dalla carne).

                      Ma cosa si intende per prezzo “reale”? Si tratta di un prezzo calcolato specificatamente sui prodotti Penny selezionati da esperti dell’Università di Norimberga e di Greifswald, i quali hanno sommato al costo di produzione di quei prodotti anche quello che ritengono essere il loro effetto sull’ambiente, sul suolo, sul clima, sull’uso dell’acqua, sulla salute e sulle emissioni. Di fatto quindi tenendo conto di tutti i danni ambientali causati dalla produzione di quegli alimenti specifici.

                      Il guadagno “aggiuntivo” che Penny ricaverà dalla vendita di questi nove prodotti a prezzo aumentato (o “effettivo”) sarà devoluto a progetti ambientali locali: “Tutti i ricavi aggiuntivi derivanti dal vostro acquisto saranno devoluti al progetto Future Farmer, in cui collaboriamo con il caseificio Berchtesgadener Land per promuovere un’agricoltura rispettosa del clima. Inoltre, aumenteremo l’importo della donazione di altri 50.000 euro. Sostenete il nostro progetto anche dopo la fine della campagna scegliendo i nostri prodotti Zukunftsbauer quando fate la spesa” spiega Penny sul sito.

                      Resta il fatto che si tratta di un aumento del costo per gli acquirenti di alcuni prodotti, principalmente di origine animale. La campagna “wahre Kosten” o “costi reali” infatti ha portato il prezzo dei wurstel Penny da 3,19 euro a 6,01 euro, la mozzarella ha subito un rincaro del 74% da 0,89 a 1,55 euro, lo yogurt alla frutta del 31%, da 1,19 euro a 1,56 euro. Il popolare formaggio maasdamer è aumentato del 94% a 4,84 euro. Nello specifico, per quanto riguarda il formaggio, gli scienziati hanno calcolato costi nascosti di 85 centesimi per le emissioni dannose per il clima, come metano e CO2, 76 centesimi per i danni al suolo causati dall’agricoltura intensiva e dalla produzione di mangimi, 63 centesimi per l’effetto dei pesticidi utilizzati, compreso il loro impatto sulla salute degli agricoltori, e 10 centesimi per l’inquinamento delle acque sotterranee dovuto all’uso di fertilizzanti. Tra i prodotti venduti da Penny al “prezzo reale” anche le cotolette vegane, a cui è stato concesso un moderato aumento del 5%. 

                      Penny, sul sito, spiega così l’iniziativa: “A causa dell’inflazione e della fluttuazione dei prezzi delle materie prime, molti prodotti risultano più costosi in questo momento. Noi di Penny facciamo tutto il possibile per assicurarvi sempre i migliori prezzi, ma dobbiamo anche pensare al domani e vogliamo fare qualcosa di buono per l’ambiente insieme a voi: dal 31 luglio al 5 agosto 2023, applicheremo una compensazione ambientale su nove dei nostri prodotti”.

                      Una provocazione che Penny rivolge ai suoi clienti per far riflettere e accrescere il livello di consapevolezza in un momento in cui c’è tanto “green washing” che spesso però non porta a modificare per davvero i propri comportamenti. “Fai una scelta ecologica quando fai la spesa. Gli alimenti hanno un impatto sociale e ambientale, dalla produzione all’acquisto, ma non si riflettono nel prezzo al dettaglio – sottolinea Penny sul sito -. Se si vuole davvero porre rimedio, è necessario pagare i cosiddetti costi reali di quei prodotti”.

                      “Vogliamo creare una consapevolezza sui costi ambientali nascosti dei generi alimentari”, ha dichiarato ai media tedeschi Stefan Görges – direttore operativo di Penny -. Dobbiamo trasmettere lo scomodo messaggio che i prezzi dei nostri prodotti alimentari, maturati lungo la catena di approvvigionamento, non riflettono in alcun modo i costi ambientali“.
                      La dottoressa Amelie Michalke, ingegnere industriale ed esperta di sostenibilità dell’Università di Greifswald, nel nord della Germania, ha dichiarato che non è ancora possibile presentare il costo reale per la salute e l’ambiente per più di una gamma selezionata di prodotti. L’esperimento è stato quindi limitato a una gamma più ristretta per la quale è stato possibile effettuare calcoli realistici. “Manca una base scientifica completa su questo tema. Ma speriamo che questo ci dia un forte impulso a discutere e considerare i prezzi dei generi alimentari in un modo che sia facile da usare ed equo“.

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