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                      Goel Bio, tornano sui banchi gli agrumi che combattono la ‘ndrangheta

                      Dopo due anni di assenza dal mercato a causa di un susseguirsi di circostanze avverse, tornano sui banchi gli agrumi Goel Bio, marchio che aggrega aziende agricole biologiche calabresi che si oppongono alla malavita locale. Limoni, arance e clementine combattono la ‘ndrangheta e sono simbolo di un’economia buona e giusta: disponibili nei punti vendita delle catene dedicate al biologico e all’equosolidale e nei negozi specializzati

                      Dalla Redazione

                      clementine Goel Bio

                      Un produttore di clementine calabresi Goel Bio

                      Sono tornati nei punti vendita nei punti vendita delle catene dedicate al biologico e all’equosolidale e nei negozi specializzati gli agrumi di GOEL bio – Solidale Italiano, i frutti della legalità raccolti in Calabria sottraendo terreno – in senso letterale – alla ‘ndrangheta e sostenendo le aziende agricole che si contrappongono coraggiosamente alla malavita o che sono state vittime di soprusi, ricatti, minacce e danneggiamenti.

                      Negli ultimi due anni se n’è sentita la mancanza, oggi clementine, arance e limoni tornano sui banchi, con una storia da raccontare. I produttori di Goel Bio – società di Goel-Gruppo Cooperativo che opera nel settore agroalimentare e che collabora con Altromercato – raccontano i problemi affrontati negli ultimi mesi per riportare in bottega i frutti del loro lavoro, dopo uno stop ai raccolti a causa di un susseguirsi di circostanze sfavorevoli allo sviluppo di un’economia buona e giusta. “Come sanno anche i bambini, per fare il frutto, ci vuole il fiore – spiega Altromercato – . La fase del passaggio dal fiore al frutto, l’allegagione, è uno dei momenti più importanti per quello che sarà il raccolto. Se un contadino potesse scegliere dove impiegare tutta l’intelligenza artificiale e umana del mondo, probabilmente la investirebbe qui, per proteggere i suoi fiori. È successo invece che l’aumento delle temperature estive, fino a 46 gradi, ha compromesso la fruttificazione, generando una perdita di produzione del 40-50%”.

                      Se prima si riusciva a riempire una cassa raccogliendo i frutti da due alberi, adesso servono tre o quattro piante, più tempo, più forza lavoro: costi di produzione più alti, con aumenti dei prezzi generalizzati. E poi c’è l’impatto del cambiamento climatico, più grave per le produzioni di pochi ettari, rispetto a quelle di chi può ammortizzare i costi su colture diverse e appezzamenti più grandi. Per chi ha scelto un’agricoltura biologica, inoltre, si aggiunge il problema dell’aumento del prezzo del concime biologico, quasi del 50% nel 2023.

                      “Nel corso degli ultimi due anni i nostri produttori di agrumi hanno affrontato anche il problema legato al confezionamento, che è necessario per i negozi che non vendono il prodotto bio sfuso – continua nel racconto Altromercato -. Con il suo vecchio macchinario, Goel dipendeva per materiali e manutenzione da un’unica azienda monopolista che, dando la precedenza ai suoi clienti più importanti, ha causato il blocco della fornitura per tutta la stagione, per la mancata manutenzione”. Da qui la decisione di acquistare una nuova macchina retinatrice compatta, semi-automatica. Questa soluzione richiede il doppio delle persone per portare a termine il lavoro, un altro fattore che incide sui costi, ma che ha reso i produttori di Goel Bio indipendenti nel processo di confezionamento e ha consentito di sostituire i materiali in plastica con rete ed etichette compostabili: un’altra decisione della cooperativa calabrese a favore della sostenibilità ambientale e sociale.

                      “Lavorare rispettando l’ambiente e le persone è sempre più importante e sempre più difficile. Come consumatori possiamo fare molto per incoraggiare le pratiche migliori, in tantissimi modi”, è la considerazione finale, con l’auspicio che conoscere le storie dei prodotti che portiamo in tavola e anche dei loro prezzi possa aiutare a fare scelte di consumo etiche e consapevoli.

                      Un’agrumicoltura buona e giusta

                      La Locride, in provincia di Reggio Calabria, è un territorio con tassi di disoccupazione giovanile che toccano punte del 75%. I fenomeni criminali, in primis la ‘ndrangheta, trovano terreno fertile. Il mercato degli agrumi è ormai a pezzi, come dimostrato dalla rivolta di Rosarno nel 2010, e le arance nella piana di Gioia Tauro arrivano a essere pagate al produttore cinque centesimi al chilo.
                      Goel Bio nasce nel 2009 all’interno di Goel Gruppo cooperativo, con la voglia di innescare un processo di riscatto e cambiamento, per contrastare il sistema che la ‘ndrangheta ha creato in Calabria: un meccanismo di corruzione che genera depressione economica e di disoccupazione.

                      Oggi la cooperativa aggrega le aziende agricole calabresi che si oppongono alla malavita, costruiscono uno sviluppo sostenibile del territorio, garantiscono una condotta aziendale etica e offrono prodotti tipici di alta qualità. Ai produttori di Goel Bio viene corrisposto un prezzo equo che consente di garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.
                      I prodotti “Goel Bio” sono certificati biologici e pongono al centro del processo produttivo l’imperdibile patrimonio di biodiversità, restituendo al consumatore il diritto di scelta alimentare.

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