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                      Grandine sugli albicocchi e allarme gelate in Romagna: il punto con gli agronomi di Apofruit

                      Le grandinate che il 2 aprile hanno colpito alcune zone vocate dell’Emilia Romagna – ravennate in primis – hanno danneggiato interi frutteti nella loro fase vegetativa più delicata. “Le albicocche, essendo nella fase fenologica più avanzata, sono la specie che ha risentito maggiormente dei danni meteo”, ci racconta Andrea Cimatti, tecnico agronomo di Apofruit Italia. Meglio per melo e pero, mentre anche sul kiwi ci sono state ripercussioni. Ora c’è allarme per il rischio di gelate. “Se le temperature i prossimi giorni saranno rigide come previsto, il pericolo che la produzione di frutta estiva venga compromessa è elevato” rivela Gabriele Liverani, altro agronomo del gruppo cooperativo

                      di Carlotta Benini

                      albicocco grandine

                      Albicocco in fase di scamiciatura (foto pagina Facebook Condifesa Ravenna)

                      Albicocchi in fase di “scamiciatura” devastati dalla grandine, ma danni anche ai pescheti romagnoli e agli impianti di kiwi, mentre sembra – almeno per il momento – più contenuto il danno su peri e meli in fiore. Questo il quadro a tinte fosche emerso da un primo sopralluogo nelle campagne emiliano romagnole – ravennati in primis – che domenica 2 aprile sono state colpite da una violenta ondata di maltempo, con la grandine che in particolare ha colpito interi frutteti nella loro fase vegetativa più delicata (leggi qui).

                      “Nella zona di Massa Lombarda e Sant’Agata sul Santerno le grandinate sono state violente – esordisce Andrea Cimatti, tecnico agronomo di Apofruit Italia che segue i soci del ravennate -, per fortuna in assenza vento, cosa che ci permette di essere fiduciosi sul fatto che sul melo e sul pero, che sono ancora in fase di fioritura, i danni siano stati più contenuti”. “Sicuramente le albicocche sono state la specie più colpita – continua -. Le piante avevano già i frutticini scamiciati (più sensibili rispetto ai boccioli e alle gemme, ndr), quindi sicuramente la produzione è stata compromessa, con ripercussioni che quantificheremo nelle prossime settimane. Il pesco è in una fase fenologica più arretrata in questo momento, quindi l’auspicio è che i danni su questo siano più contenuti”.

                      Le zone epicentro delle grandinate del 2 aprile sono state appunto quelle di Sant’Agata sul Santerno e Massa Lombarda, ma danni si sono verificati anche nelle campagne di Solarolo e Lugo. “Alcune aziende avevano già aperto le reti antigrandine e quindi sono riuscite a salvare la produzione – rivela Cimatti -. La stima dei danni non è ancora stata fatta, però credo che le albicocche, essendo appunto nella fase fenologica più avanzata, siano la specie che ha risentito maggiormente dei danni meteo dei giorni scorsi”.

                      Il quartier generale di Apofruit a Cesena

                      Ora la preoccupazione è per il rischio di gelate che si prospetta nei prossimi giorni, con temperature minime previste sotto lo zero nelle campagne romagnole. “Ci aspettiamo picchi di freddo fino a 2-3 gradi sotto zero tra mercoledì 5 e giovedì 6 aprile – continua Cimatti -. Speriamo che le previsioni vengano smentite, perché con queste temperature, specie se protratte per diverse ore, ci saranno ripercussioni in negativo sulle drupacee. Meno sulle pomacee, si spera, in base alle esperienze passate”.

                      E poi c’è il kiwi, altra coltura che in primavera può risentire di questi bruschi cali di temperatura. “In alcuni impianti, specie quelli più pregiati dedicati al kiwi giallo, sono attivi gli impianti di irrigazione antibrina”. racconta Gabriele Liverani, altro tecnico agronomo di Apofruit che segue invece la zona del forlivese, dove i soci della cooperativa non hanno fortunatamente subito danni da grandine i giorni scorsi. Ma la preoccupazione per le gelate primaverili resta alta: questi sistemi di prevenzione non coprono infatti il 100% delle colture frutticole.

                      “In altre zone sono attive delle pale anti brina, che grazie all’azione delle ventole mitigano la temperatura al suolo mischiando l’aria fredda che si stratifica nelle aree più basse dell’atmosfera con quella più calda che si trova più in alto”, continua. Ma anche in questo caso si tratta di sistemi di protezione non diffusi in tutte le aziende socie.

                      “La frutta estiva è già in fase di scamiciatura e i frutti ormai sono già allegati. È una fase, questa, ancor più delicata della fioritura, e se le temperature i prossimi giorni saranno rigide come previsto il pericolo che la produzione di frutta estiva venga compromessa è elevato”, conclude il tecnico agronomo di Apofruit.

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