Più frutta e verdura, più olio, vino e mozzarella, più biscotti e caffè, crescono carni bianche e maiale, in calo i detersivi e i prodotti di bellezza nei carrelli dei lombardi. Se frutta e verdura sfusa hanno registrato nello specifico un +28%, quella in busta già pronta all’uso è salita del 13 per cento, mentre la frutta da sola ha fatto segnare un incremento superiore al 12 per cento.
Ci sono poi i vini a denominazione di origine controllata con un +20%, olio e mozzarelle +2%, pollami e carni suine +5,5%. Secondo i due attori di questa indagine, questa rimodulazione della spesa alimentare lombarda: «è dovuta da una parte alla crisi che porta le famiglie a consumare più colazioni e pasti a casa invece che andare al bar e al ristorante, dall’altro c’e’ un rafforzamento della cultura alimentare della dieta mediterranea».
Il consumatore – spiegano Coldiretti Lombardia e “Iper, La grande i” – tende a selezionare di più la spesa sia guardando al portafoglio sia a un più generale obiettivo di salute che vede in una dieta equilibrata su prodotti di qualità la strada maestra del buon vivere in un contesto sociale sempre più attento all’ambiente e al corretto uso del cibo e dell’educazione alimentare per i bambini.