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                      “I supermercati ci stanno ammazzando”. Lettera di un fornitore di ortofrutta

                      Supermercati-contratto-fornitori-ortofrutta-ammazzando
                      Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente la lettera di un produttore e fornitore di ortofrutta che serve alcuni gruppi della grande distribuzione italiana. La lettera è firmata ma per volontà di chi la ha scritta manteniamo l’anonimato. L’argomento della lettera è il rapporto, complicato e in squilibrio di forza, tra i gruppi di supermercati e i fornitori di ortofrutta. Il produttore e fornitore lamenta contratti esosi da parte della GDO, contratti che non sono stati “alleggeriti” nemmeno nell’anno del Covid, a fronte di una marginalità nella filiera dell’ortofrutta che ormai è vicino allo zero

                      Dalla Redazione (aggiornato il 27 gennaio 2021, ore 15.00)

                      Supermercati-contratto-fornitori-ortofrutta-ammazzando

                      Buongiorno Direttore,

                      spesso nella vita si corre, nel nostro lavoro ancor di più, spesso quindi non abbiamo il tempo di pensare dove stiamo sbagliando, cosa possiamo migliorare, come controllare i costi che abbiamo. Ecco i costi che abbiamo. Qui si accende una lampadina: possibile che tra i tanti costi che abbiamo uno dei più esosi sono i contratti che stipuliamo per poter fornire i supermercati? Com’è possibile che spesso i contratti incidono per il 10/12% della fornitura e non vengono nemmeno considerati sui listini perché c’è sempre la guerra del prezzo?

                      Ultimamente vedo pubblicità o post sui social dove la GDO italiana si vanta di essere vicina all’agricoltura italiana e a me che sto dentro tale filiera da ormai 30 anni mi viene letteralmente da vomitare perché so bene che non è cosi. Come mai la GDO italiana cui tanto sta a cuore l’Italia e la nostra agricoltura nel 2020, anno COVID, non ha “alleggerito” i contratti esosi che ha stipulato con i fornitori ma bensi ha staccato comunque le fatture premio fine anno mensili e vari “premi” a cifre fisse pur non mantenendo i fatturati almeno pari al 2019?

                      E come mai per il 2021, anziché rivedere gli accordi a ribasso per dare una mano a noi fornitori si preparano i contratti con gli aumenti percentuali e cifre fisse? L’ortofrutta ha sempre meno margini ormai quasi vicino allo zero, andrebbe almeno rispettata, non dico sostenuta, ma rispettata. Invece se proviamo a farci capire dalla GDO veniamo messi fuori perché non stiamo ai loro contratti: quindi se firmi sei dentro e muori lentamente, se non firmi sei fuori e muori sul colpo. Quale morte scegliere tra le due?

                      Inoltre, riflettevo ancora, se la GDO apre punti vendita in una regione non è giusto che faccia lavorare i produttori e fornitori della stessa regione in cui apre i punti vendita al fine di creare reddito ai cittadini di quella stessa regione che poi, con quei soldi, si ritrovano a fare spesa nei supermercati? È cosi che dovrebbe funzionare a livello nazionale.

                      Sa cosa penso Direttore? Che ci vogliono gli attributi e primo o poi a uno dei convegni dove la GDO incotra l’agricoltura italiana salgo sul palco e spiattello tutto a tu per tu e se oggi chiedo l’anonimato è solo perché si ha paura di perdere contro un sistema distributivo che ci tiene come burattini.

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                      ++Aggiornamento del 27 gennaio 2021. Ore 15:00++

                      Buongiorno Direttore,

                      mi fa piacere che il mio sfogo stia sollevando una certa attenzione. Non è che la GDO debba essere criminalizzata, anche perché oggi è difficile farne a meno, ma mi piacerebbe avere con loro un confronto, che ci capissimo su quali siano le esigenze del mondo agricolo e quali siano le esigenze del mondo distributivo. Se si fanno le guerre, nelle guerre perdono tutti e non vince nessuno. Con la guerra si perde entrambi, ci vuole collaborazione. Oggi chi perde è il consumatore finale, che compra ortofrutta pagandola a prezzi imbarazzanti e con una qualità che rispecchia quello che paga. Spesso è uno schifo.

                      Il problema oggi è che non si riesce a instaurare un dialogo costruttivo con la GDO. Oggigiorno non si può nemmeno parlare di questi argomenti. Parliamo linguaggi differenti. Loro parlano nei loro social di sostenibilità e sostegno al mondo agricolo. Noi sentiamo parlare solo di prezzo, ogni insegna con il suo capitolato. Siamo con il coltello alla gola. Siamo in mano a una banda di buyer schizzinosi, spesso impreparati, che magari un mese prima acquistavano detersivi, che anziché rendersi disponibili ad ascolarci si chiudono a riccio pur di soddisfare le richieste dei responsabili commerciali che hanno al di sopra di loro. Siamo allo sbando.

                      Lettera firmata

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