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                      Il biologico cresce del 5% nel carrello degli italiani. Ortofrutta +4,7%

                      L’agroalimentare bio è un comparto in crescita (+5% sul 2021) e oggi vale 4,6 miliardi di euro. È quanto emerge dall’Osservatorio Sana 2021, curato da Nomisma in collaborazione con AssoBio, Ismea e Agenzia ICE. I dati, presentati oggi in fiera a Bologna, dicono che la Gdo è il canale di riferimento per le vendite bio, che nel 2021 raggiungono i 2,2 miliardi di euro (+2%). La drogheria alimentare è la prima voce di spesa, seguono il fresco e l’ortofrutta, che oggi rappresenta il 12% delle vendite e segna un +4,7% a valore rispetto. Dai dati dell’Osservatorio Sana emerge anche il profilo di un consumatore sempre più fidelizzato al bio: oggi per un italiano su due il biologico nel carrello rappresenta sempre la prima scelta, soprattutto per alcune categorie di prodotti come frutta, verdura e uova. E nell’ultimo anno quasi 9 famiglie su 10 hanno acquistato almeno una volta un prodotto biologico

                      Dalla Redazione

                      biologico Osservatorio Sana 2021

                      Sono stati presentati oggi alla Fiera di Bologna i dati dell’Osservatorio Sana 2021 che danno una fotografia del comparto alimentare biologico in Italia: un comparto che oggi vale 4,6 miliardi di euro, con vendite che crescono del 5% rispetto allo scorso anno. I dati dell’osservatorio sono curati da Nomisma su survey dirette, dati Nielsen e dati provenienti da AssoBio, Ismea e Agenzia ICE. In tempi di pandemia i consumi at home – con un valore di oltre 3,8 miliardi di euro – rappresentano la porzione più importante del mercato (+4% rispetto al 2020, anno terminante luglio). La dinamica dell’away from home, invece, vede una ripresa con le progressive riaperture di ristorazione e pubblici esercizi, del ritorno alla mobilità e della progressiva diminuzione del ricorso allo smart working, segnando un +10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e una dimensione che ha di poco superato i 700 milioni di euro.

                      In Italia la Gdo è il canale di riferimento per il biologico: nel 2021 (anno terminante luglio – fonte Nielsen) le vendite di biologico hanno raggiunto 2,2 miliardi di euro, con una crescita del +2% sul 2020. Al secondo posto la rete dei negozi specializzati che sfiorano il miliardo di euro di vendite e continuano a crescere, mettendo a segno un aumento del +8% rispetto all’anno precedente. In espansione le vendite anche negli altri canali (negozi di vicinato, farmacie, parafarmacie, mercatini, GAS etc.) che registrano vendite per 723 milioni di euro (+5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). All’interno della Distribuzione Moderna, nel 2021 il canale Iper+Super ha veicolato 1,4 miliardi di euro di vendite di prodotti bio, con dimensioni stabili rispetto allo stesso periodo del 2020. Segue, per ampiezza, il canale Discount (205 milioni di euro), che segna inoltre una decisa crescita (+11%). Ma è soprattutto l’e-commerce a segnare l’incremento più significativo: +67% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con 75 milioni di euro di vendite. Infine, gli Specialisti Drug che, nonostante rappresentino una quota ancora di dimensioni ridotte delle vendite della Distribuzione Moderna (2 milioni nel 2021), risultano in forte crescita rispetto allo scorso anno: +63%.

                      La composizione degli acquisti bio in Distribuzione Moderna identifica la drogheria alimentare (pasta, prodotti da forno, conserve, sughi etc.) come la prima categoria per vendite a valore – con una incidenza pari al 57% del totale del carrello; seguono con un’incidenza del 21% il fresco (formaggi, salumi, yogurt, uova etc.) e l’ortofrutta, che rappresenta il 12% delle vendite e segna un +4,7% a valore rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le referenze, sono uova, confetture e spalmabili a base di frutta e bevande vegetali i tre prodotti più venduti: nella classifica dei primi dieci, le verdure di IV gamma bio figurano al nono posto.

                      biologico Osservatorio Sana 2021Questo per quanto riguarda il mercato interno, e l’export? I dati ottenuti grazie a un’indagine diretta sulle imprese, intervistate da Nomisma per ICE e Federbio nell’ambito del progetto ITA.BIO, rivelano che le esportazioni di prodotti agroalimentari nel 2021 hanno registrato delle performance più che positive, raggiungendo quota 2,9 miliardi di euro, con una crescita del +11% rispetto all’anno precedente. I prodotti agroalimentari biologici oggi rappresentano circa il 6% dell’export agroalimentare italiano totale.

                      L’Osservatorio Sana 2021 delinea quindi il profilo del consumatore italiano di prodotti bio. La crescita dei consumi domestici riflette il progressivo ampliamento della consumer base, che nel 2021 ha raggiunto ormai l’89% delle famiglie (nel 2012 questa percentuale era del 53%). Questo significa che nell’ultimo anno quasi 9 famiglie su 10 hanno acquistato almeno una volta un prodotto biologico e che in soli nove anni il numero di famiglie acquirenti è aumentato di circa 10 milioni. Oggi il biologico non è una semplice “moda”, ma un’abitudine ormai radicata nei consumi degli italiani: in oltre la metà delle famiglie del nostro Paese (54%) cibo e bevande bio si consumano almeno una volta a settimana e per il 50% dei responsabili degli acquisti alimentari il biologico nel carrello rappresenta sempre la prima scelta, soprattutto per alcune categorie di prodotti come frutta, verdura e uova.

                      La dinamica dei consumi e le vendite nei diversi canali si è resa possibile grazie all’evoluzione degli assortimenti, tanto più che il 52% dei consumatori si dichiara soddisfatto rispetto all’offerta a scaffale (anche se solo l’11% lo è completamente). Questo ha innalzato il livello di fedeltà di molte famiglie italiane, che non hanno modificato le proprie abitudini di acquisto verso il bio neanche durante la pandemia: il 62% degli user bio, infatti, continua a comprare bio come nel pre-Covid e il 25% ha addirittura aumentato la propria spesa, spinto da necessità salutistiche e scelte sostenibili sempre più impellenti.

                      Complessivamente tra gli attributi incentivanti all’acquisto di biologico c’è la provenienza: il 57% decide di comprare un prodotto bio se gli ingredienti sono di origine italiana e il 37% se la sua provenienza è locale o a km zero. Ma qual è la leva che guida il primo acquisto? Sicuramente la curiosità (per un 57%), ma ancor di più la voglia di mettere a tavola prodotti di elevata qualità che garantiscano benefici sulla salute (64%) poiché privi di pesticidi e chimica di sintesi. Tra i fattori che invece continuano ad attrarre i consumatori abituali, compaiono anche altri valori che il bio incorpora, primo tra tutti la sostenibilità, elemento determinante per il 39% dei consumatori.

                      Infine, anche le caratteristiche della confezione sono importanti nelle scelte di acquisto: il packaging del prodotto bio deve essere eco-friendly, il che si traduce, per il 52% dei consumatori, in una confezione riciclabile al 100% oppure totalmente compostabile (per un altro 27%).

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