L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      Il futuro del retail? Si costruisce sul reparto F&V. Lo studio di SGMarketing

                      Nell’ambito della terza edizione di Fresh Retailer, il 29 settembre a Milano, è stata presentata la prima indagine trade dedicata alla Gdo nazionale dal titolo “Il reparto ortofrutta del futuro: strategie, opportunità e scenari”. L’analisi, condotta da SGMarketing, società leader delle food strategies, ha visto la partecipazione record di 20 responsabili freschi e ortofrutta rappresentativi del 60% del canale moderno, e ha permesso di delineare il ruolo del partner-fornitore, le aree di lavoro e di presidio del cliente-consumatore, promo-comunicazione su tutte

                       

                      Dalla Redazione (articolo completo su Fm di novembre)

                       

                      Salvo Garipoli ha moderato le conferenze di Fresh Retailer e presentato la ricerca di SGMarketing

                      Un “luogo-non luogo” in grado di attrarre il consumatore, rendere coinvolgente la shopping experience e fidelizzare all’acquisto. È lo spazio dedicato nei supermercati ai prodotti freschissimi, ortofrutta in testa: questo in un’epoca – la nostra – di profonda rivoluzione dei consumi e degli stili di vita. Lo confermano i numeri: se parliamo dell’Italia, oggi il 29% della popolazione sceglie di organizzare il proprio pasto quotidiano prediligendo frutta e verdura alle proteine di origine animale. In questo contesto di mercato, il posizionamento distintivo per le insegne si gioca all’interno del reparto ortofrutta: un biglietto da visita, su cui puntare per essere distintivi e fare innovazione, facendo leva su alcune aree di presidio strategico.

                       

                      A dircelo è la nuova ricerca di SGMarketing dal titolo “Il reparto ortofrutta del futuro: strategie, opportunità e scenari”, presentata il 29 settembre scorso a Milano in occasione della terza edizione di Fresh Retailer. Si tratta della prima indagine trade dedicata alla Gdo nazionale che la società bolognese, specializzata nel marketing agroalimentare, ha realizzato intervistando un panel qualificato di 20 responsabili freschi e ortofrutta, rappresentativi del 60% del canale moderno. Ha permesso di delineare il ruolo del partner-fornitore e le aree di lavoro e di presidio del cliente-consumatore, fornendo alcuni spunti di riflessione per la tavola rotonda che ha seguito la presentazione della ricerca illustrata da Salvo Garipoli, a cui hanno partecipato Daniele Furlani di Conad, Giovanni Panzeri di Carrefour Italia, Giuseppe Capaldo di Coop Consorzio Nord Ovest, Luca Boselli di Lidl Italia, Gregorio Martelli del Gruppo Gabrielli.

                       

                      “Abbiamo chiesto ai responsabili della Gdo quali sono le aree da presidiare attraverso la propria capacità di attrarre il consumatore finale. – ha spiegato Garipoli nel corso della presentazione – Sono emersi elementi interessanti, indicati dai vari intervistati come aree critiche di successo”.

                       

                      Al primo posto c’è la comunicazione, sia del prodotto che del reparto stesso. Essa è considerata una variabile strategica di differenziazione, e anche un elemento che sembra sostenere l’inserimento, all’interno dell’assortimento, di nuovi prodotti. “Ecco allora che, – sottolinea Garipoli – torna il tema dell’innovazione varietale, che deve essere associata al livello del servizio. Questo comporta un alto livello di specializzazione e la capacità di essere innovativi, anche da parte dei fornitori”.

                       

                      La Gdo, secondo quanto emerge dallo studio, ha la necessità di approcciare il proprio business all’interno del reparto ortofrutta, dando ad esso una chiave di category management, ovvero provando a mixare efficienza ed efficacia, ponendo al centro del percorso il consumatore finale. “In questo senso è fondamentale che ogni retailer trovi la propria dimensione competitiva. – precisa il senior consultant di SGMarketing – Ci vuole differenziazione, per fidelizzare il consumatore”. Questo giocando anche su temi classici come il territorio (molto importante per il 75% degli intervistati), la stagionalità (65%) e l’italianità (60%). Il consumatore, in questo modo, si sente rassicurato. Poi deve essere anche soddisfatto sul fronte del valore aggiunto, grazie alla proposizione di prodotti innovativi (70%) e linee premium (60%), intercettandolo on line e dentro il punto vendita, “media” ritenuti paritariamente molto importanti per il 50% del campione.

                       

                      Altro elemento chiave è l’innovazione, di prodotto e di processo, che deve diventare lo strumento operativo da utilizzare in chiave assortimentale e gestionale”. “L’approccio al reparto ortofrutta – precisa Garipoli – si sostanzia oggi più che mai nella capacità di selezionare percorsi innovativi in grado di garantire la piena soddisfazione del cliente-consumatore nel proprio processo di scelta (anche attraverso l’innovazione varietale), acquisto, grazie alla presenza in reparto di una quota crescente prodotti confezionati e consumo attraverso la possibilità di poter accedere ad un quota sempre maggiore di prodotti ad alto valore aggiunto”.

                       

                      E il prezzo? “È sbagliato – dichiara Salvo Garipoli – sostenere che il promozionale non sia importante, o abbia meno importanza rispetto al passato. Il prezzo è un elemento a supporto dell’accessibilità del prodotto: non toglie valore, ma lo aggiunge”. Per il 65% degli intervistati, infatti, il promozionale si conferma una leva da attivare strategicamente per favorire il primo acquisto e sottolineare il posizionamento del reparto nella sua dimensione più qualitativa, attraverso politiche di taglio prezzo profondo e di breve durata. In tal senso il digitale rappresenta una nuova frontiera da approcciare in maniera coerente, integrata e rilevante, quale canale parallelo rispetto a quello fisico e prospetticamente quale area di business concreto.

                       

                      In conclusione, il futuro del retail si costruisce attraverso il reparto ortofrutta, che diventa un modello per il posizionamento dell’insegna e del punto vendita stesso. “Bisogna iniziare ad approcciarlo in un’ottica di business multicanale, che vive il processo della digitalizzazione con modalità e strumenti differenti, ma in maniera coerente”. In secondo luogo il punto vendita deve assumere sempre di più il ruolo di piattaforma esperienziale utile a guidare, formare e informare il cliente-consumatore nel proprio percorso di spesa. Infine l’innovazione di prodotto e di processo deve diventare un elemento operativo. “Deve essere la base per costruire l’efficacia del nostro assortimento e l’efficienza del nostro modello di costo”.

                       

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