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                      Il futuro dell’agricoltura? Assosementi: “Sta tutto nel seme”. Le nuove sfide

                      Aumentare la competitività e la produzione sostenibile, guardare a prodotti più salubri e nutrienti e garantire redditività ai produttori, in un contesto attuale sempre più condizionato dai cambiamenti climatici e dalle nuove avversità: queste le nuove sfide che il settore delle sementi – il primo anello della filiera ortofrutticola – deve affrontare per l’agricoltura del domani. Se n’è parlato l’11 ottobre all’evento celebrativo dei cent’anni di Assosementi, durante una tavola rotonda che ha focalizzato l’attenzione su Green Deal e Farm to Fork. Si è parlato anche di ricerca e innovazione, di miglioramento genetico, di strategie di riduzione dei pesticidi e di New breeding techniques. All’interno di Assosementi, oggi il settore orticolo è il più rappresentativo, con una quota del 28,6% e 33,3 mila ettari dedicati in Italia

                      di Carlotta Benini

                      Assosementi

                      “Il futuro dell’agricoltura? È tutto racchiuso all’interno di un seme”: sono le parole del direttore di Assosementi Alberto Lipparini a delineare il tema della giornata celebrativa con cui l’associazione italiana dell’industria sementiera festeggia il suo primo secolo di storia. Lunedì 11 ottobre a Sant’Agata Bolognese – in un evento in presenza e in diretta streaming che ha costituito la seconda tappa dei festeggiamenti del centenario di Assosementi – si sono puntati i riflettori su un settore che, riprendendo le parole di Lipparini, rappresenta valori cardine della filiera agroalimentare come tracciabilità, innovazione, biodiversità, su cui fare leva per superare le nuove sfide dell’agricoltura, in un contesto attuale sempre più condizionato dai cambiamenti climatici e dalle nuove avversità. “Siamo partiti nel 1921 e da allora molte cose sono cambiate – esordisce il direttore Lipparini -.  Il cambiamento climatico e la crescita della popolazione mondiale allora non ci toccavano mentre oggi sono l’attualità. Costituiamo il primo anello di molte filiere e con ricerca e competenza stiamo affrontando queste sfide estremamente importanti”.

                      Oggi il mercato mondiale delle sementi vale 25 miliardi di euro ed è molto segmentato, così come quello nazionale che vale un miliardo di euro. Una segmentazione che in Italia vede il settore orticolo come il più rappresentativo, con una quota del 28,6% e 33,3 mila ettari di terreni dedicati. Oggi Assosementi, che raggruppa 145 aziende socie ed è strutturata in cinque sezioni che comprendono le orticole, il foraggio, le colture industriali (mais, orzo, soia etc.), i cereali e i breeder, ha alcune fondamentali sfide da affrontare: aumentare la competitività e la produzione sostenibile, guardare a prodotti più salubri e nutrienti, adeguarsi ai cambiamenti climatici e garantire redditività ai produttori. “Ci candidiamo ad avere un ruolo importante nell’agricoltura del futuro, siamo il fiore all’occhiello del Made in Italy – aggiunge Lipparini -, un compito ambizioso che poggia però su alcune consapevolezze. Il seme non è solo l’organo riproduttivo delle piante ma è anche la sintesi del lavoro di molti scienziati. Non ci può essere infatti un’agricoltura moderna senza innovazione per le nuove sementi”.

                      La parola passa quindi a Mirko Barbieri, amministratore delegato di Nunhems Italia, il brand con cui la società sementiera BASF Vegetable Seeds opera nel settore delle orticole, che a Sant’Agata Bolognese ha il suo quartier generale. Oggi Nunhems – BASF Vegetable Seeds è presente in 37 Paesi e commercializza 200 miliardi di semi all’anno per 50 miliardi di chili di orticole, detenendo circa 1200 varietà commerciali. “Ogni giorno 500 milioni di consumatori mettono in tavola prodotti frutto della ricerca di Nunhems – sottolinea l’Ad -. La nostra realtà investe in innovazione il 20% del suo fatturato”. A guidare l’attività di selezione varietale è il desiderio di “rendere l’alimentazione salutare, piacevole (e qui si parla di customer experience, di estetica e di gusto, di convenience, ndr) e sostenibile, in senso ambientale ma anche economico per tutta la filiera”.

                      Assosementi

                      Sostenibilità, “taste” e convenience sono tre aspetti fondamentali che guidano l’attività dei breeder e rappresentano ciò che vuole il consumatore, poi ci sono anche tutti quegli aspetti tecnici fondamentali per la produzione (e in seconda battuta anche per la distribuzione) come la resistenza (ai patogeni, alle muffe etc.) e la shelf life. Lo sottolinea Marta Graziani, breeder di BASF Vegetable Seeds, parlando dell’attività che viene svolta tra il quartier generale a Sant’Agata Bolognese e il sito produttivo ad Ascoli Satriano (FG), dove vengono portati avanti programmi di miglioramento genetico su peperoni, pomodori e angurie. Nel portfolio di Nunhems Italy oggi ci 18 tipologie di ortaggi e più di 200 varietà tra pomodoro, peperone, melone e carciofo.

                      L’evento di Assosementi prosegue quindi con una tavola rotonda istituzionale in cui si parla principlamente di innovazione e sostenibilità verso un’agricoltura del futuro, di Green Deal e di strategia Farm to Fork. “Transizione ecologica e innovazione sono le parole chiave della politica europea per l’agricoltura”, dichiara Angelo Frascarelli, presidente di Ismea -. La strategia europea, fortemente voluta da consumatori e cittadini, ci chiede di produrre in quantità e qualità con una transizione equa e giusta che non penalizzi gli agricoltori, ci chiede inoltre di ridurre la chimica e gli antibiotici, sviluppando nuovi metodi di produzione”. Alcuni numeri della strategia: ridurre del 50% uso pesticidi entro 2030 e raggiungere 25% terreni dedicati al bio. Serve innovazione per un’agricoltura smart, come sottilinea il presidente di Ismea, quindi genetica, agricoltura di precisione, robotica, blockchain. “Bisogna poi guardare alla sostenibilità e alla resilienza, quindi capacità di adattamento e gestione del rischio – conclude Frascarelli -. Questo ci porta nella direzione di un’alimentazione sempre più di qualità. Avremo una agricoltura più smart, più vicino ai consumatori e con un maggiore valore del prodotto.”

                      “L’ortofrutticolo è un settore strategico della nostra agricoltura, che a livello internazionale vive però un momento molto complesso – gli fa eco Antonella Incerti, Deputata Pd e componente della XIII Commissione Agricoltura -. C’è il tema della deperibilità, dei molti investimenti in materia di stoccaggio, imballaggi e distribuzione, oltre alla criticità che riguarda la grossa frammentazione della filiera, nonostante le Op. Pesa molto questa frammentazione, specialmente per un settore che ha un potere di contrattazione debole con la Gdo. Poi a questi elementi si aggiungono le crisi derivanti dai cambiamenti climatici e dalle patologie. Ci sono infine le grandi sfide europee, ineludibili per il settore agricolo”. Alla politica, dunque, il compito di tenere insieme la filiera, a partire dalla ricerca, spingendo su innovazione e giusto reddito

                      A parlare della ricerca è anche il presidente della Comagri Camera Filippo Gallinella. “Il tema della ricerca e dello sviluppo nel settore delle sementi è fondamentale per garantire produttività e sostenibilità. Per questo abbiamo da poco depositato una Proposta di legge sulla sperimentazione a terra delle Nbt (New breeding techniques), andando perciò nella direzione richiesta dall’agenda 2030, garantendo cibo sostenibile e per tutti”.

                      La tavola rotonda ha visto anche la partecipazione di Roberto Morelato, presidente sezione ortive di Assosementi, Raffaele Nevi, Responsabile Agricoltura di Forza Italia e componente della XIII Commissione Agricoltura e Alberto Ancora, vice presidente di BASF Agricultural Solutions EMEA South E-APE/S. Quest’ultimo ha focalizzato l’attenzione anche sulla questione pesticidi: “Negli ultimi 15 anni siamo passati da 1000 a 300 molecole registrate a livello europeo. L’Italia sulla riduzione dei fitofarmaci ha intrapreso da anni un percorso virtuoso con risultati eccellenti”. Ma attenzione, gli agrofarmaci non possono essere del tutto eliminati. “L’innovazione è la chiave e va tutelata, sostenuta però da un approccio scientifico e non ideologico”. I lavori sono stati chiusi dal videomessaggio dell’Onorevole Salvatore De Meo, eurodeputato PPE e Componente della Commissione Agricoltura.

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