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                      Il limone dell’Etna entra nella grande famiglia dei Dop e Igp della Sicilia

                      Il limone dell’Etna si aggiunge alla lista dei limoni Igp italiani, grazie al via libera per l’iscrizione nel registro delle eccellenze Igp ottenuto dall’Unione Europea. Sempre in Sicilia, inoltre, possiamo trovare il limone Interdonato di Messina Igp e il limone di Siracusa IGP, oltre alla Arancia Rossa di Sicilia Igp e alla Arancia di Ribera Dop. La Sicilia vanta complessivamente 65 prodotti a marchio di qualità tra cibi e bevande mentre l’Italia è il Paese che conta il numero più alto di prodotti certificati Dop e Igp: nell’ortofrutta, il Belpaese la fa da padrone con 115 su 400 prodotti ortofrutticoli Dop, Igp e stg

                      Dalla Redazione

                      limoni igp

                      (copyright: Pixabay)

                      Alla lista dei limoni Igp della Sicilia si aggiunge anche il limone dell’Etna, che ha ottenuto pochi giorni fa dall’Unione Europea il via libera per l’iscrizione nel registro delle eccellenze Igp. Sono due le cultivar di limoni che crescono sulle basse pendici dell’EtnaMonachello e Femminello, la cui buccia, ricca di oli essenziali, ha un colore che varia da verde chiaro a giallo citrino o giallo chiaro, a seconda della maturazione e – come si legge nel disciplinare – un peso del frutto che oscilla da 80 a 90 grammi. Il limone dell’Etna IGP può essere commercializzato allo stato fresco e i frutti devono essere obbligatoriamente bollinati al 100%, mentre la raccolta deve essere effettuata a mano la mattina, quando sulla superficie degli agrumi è evaporata tutta la rugiada notturna.

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                      Il logo del limone dell’Etna Igp

                      Tipico quindi della costa orientale siciliana, il limone dell’Etna Igp cresce sulle pendici del vulcano grazie al sole e ai venti di Levante e Scirocco. Il limone dell’Etna Igp identifica infatti i limoni coltivati nell’area lungo la fascia costiera etnea, in un’area compresa tra il fiume Alcantara, a nord, e il confine settentrionale del comune di Catania. Di fatto comprende i comuni di Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Mascali, Piedimonte Etneo, Riposto, Santa Venerina, San Gregorio di Catania, Valverde, Zafferana Etnea.

                      Tutti questi fattori climatici e naturali conferiscono a questo agrume un succo molto aromatico e un sapore acidulo ma gradevole. Infatti, rispetto ad altri limoni, presenta un epicarpo molto ricco di ghiandole oleifere con contenuto in oli essenziali di elevata qualità sotto il profilo aromatico. Un limone che vede la sua coltivazione su larga scala già alla fine del Settecento, grazie all’espansione del commercio via mare dai porti di Riposto e di Catania e all’utilizzo del succo di limone sotto forma di “agrocotto” in farmacia per la prevenzione dello scorbuto.

                      Il limone dell’Etna è così l’ultimo arrivato nella lista dei limoni italiani Igp. Sempre in Sicilia, infatti, possiamo trovare il limone Interdonato di Messina Igp, frutto di un innesto tra cedro e limone; e il limone di Siracusa Igp, frutto della cultivar Femminello siracusano, coltivato lungo la fascia costiera della provincia di Siracusa e che offre tre tipologie di frutti: Primofiore, Bianchetto o Maiolino e Verdello.

                      Se poi ci spostiamo in Calabria possiamo trovare il limone di Rocca Imperiale Igp, anche conosciuto come limone rifiorente, poiché fiorisce almeno quattro volte all’anno. La sua polpa è di colore giallo pallido, quasi priva di semi, mentre il succo è abbondante, chiaro e scarsamente acido, di conseguenza il sapore non è amaro e il profumo è intenso. In Campania i limoni Igp sono quelli di Sorrento e della Costa d’Amalfi. Il limone di Sorrento Igp è di dimensioni medio-grosse, presenta una polpa color giallo paglierino e un succo altamente acido e ricco di vitamina C, mentre la buccia, di colore giallo citrino, è di medio spessore ed è molto profumata; il limone della Costa d’Amalfi Igp è invece prodotto nei comuni della Costiera Amalfitana: questo limone è di dimensioni medio-grandi, con una forma affusolata (da cui il termine sfusato) rivestita da una buccia di colore giallo particolarmente chiaro, utilizzato per la produzione del limoncello. Infine, in Puglia troviamo il limone Femminello del Gargano Igp, coltivato nella zona costiera e subcostiera settentrionale del promontorio del Gargano nella provincia di Foggia. Si distingue in due tipologie: limone a scorza gentile, detto Lustrino, e limone oblungo, detto Fusillo.

                      igp

                      Si allunga così la lista dei prodotti Dop e Igp della Sicilia, che per la sola categoria dell’ortofrutta può vantare: l’arancia di Ribera Dop, l’arancia Rossa di Sicilia Igp, il cappero di Pantelleria Igp, la carota Novella di Ispica Igp, la ciliegia dell’Etna, il fico d’India di San Cono Dop e il fico d’India dell’Etna Dop, la Nocellara del Belice Dop, la pesca di Leonforte Igp, il pistacchio verde di Bronte Dop, il pomodoro di Pachino Igp, l’uva da tavola di Canicattì Igp e l’uva da tavola di Mazzarrone Igp. Complessivamente, tra cibi e bevande, la Sicilia vanta 65 prodotti a marchio di qualità e probabilmente la lista è destinata a crescere.

                      In effetti l’Italia è il Paese che conta il numero più alto di prodotti certificati Dop e Igp e, specialmente nell’ortofrutta, il Belpaese la fa da padrone con 115 su 400 prodotti ortofrutticoli Dop, Igp e Stg. In particolare, segnala l’Osservatorio Qualivita nell’ultimo report di ottobre, sono 656 i prodotti Food a Denominazione di Origine Protetta (DOP), 780 i Prodotti a Indicazione Geografica Protetta (IGP) e 64 le Specialità Tradizionali Garantite (STG).

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