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                      Il problema dell’ortofrutta italiana oggi? La manodopera che non si trova

                      Texel-VI.P-confezionamento-Fm

                      Una fase del confezionamento di mele Ambrosia cerate (Copyright: Fm)

                      Qual è il problema principale dell’ortofrutta italiana oggi? Il cambiamento climatico? Il rialzo dei costi di produzione? La debolezza dei consumi? Le normative sempre più stringenti nell’utilizzo di fitofarmaci? Sì, sono tutte risposte corrette. “Ma il principale, quello che veramente crea più grattacapi oggi alle aziende italiane, è il reperimento della manodopera, tanto nei campi di raccolta, quanto nei magazzini di confezionamento”. È l’opinione e la convinzione di un imprenditore del settore ortofrutticolo con cui abbiamo conversato alla cena di Natale di Fruitimprese Veneto il 14 dicembre

                      di Eugenio Felice

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                      Una fase del confezionamento di mele Ambrosia cerate (Copyright: Fm)

                      Manca giusto una settimana al Natale, giorno di grandi abbuffate e scambio di regali. Sarà forse un Natale vissuto con una certa parsimonia, dato che l’inflazione pesante degli ultimi due anni ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie italiane? È questo che ci chiediamo mentre nel buio e nella nebbia ci dirigiamo lungo le stradine di campagna che da San Bonifacio scendono verso il Castello di Bevilacqua, un comune della Bassa Veronese sul confine con la provincia di Padova. Proprio qui, dentro le mura del castello, il 14 dicembre si è riunita Fruitimprese Veneto per la cena di Natale e lo scambio di auguri. A fare gli onori di casa il presidente Stefano Pezzo. Una cinquantina le persone intervenute, anche da fuori regione.

                      Fruitimprese, non solo commercio di ortofrutta

                      Ma cos’è Fruitimprese? È bene spiegarlo ai non addetti ai lavori. Si tratta dell’associazione nazionale delle imprese ortofrutticole, con sede a Roma e diversi distaccamenti regionali. Comprende aziende che fatturano da 5 milioni di euro fino ai pesi massimi da qualche centinaio di milioni di euro, aziende in particolare focalizzate sull’import e sull’export di ortofrutta. Tra queste citiamo Orsero Spa, la più grande, quotata anche in borsa. Aziende, o meglio imprese, che si occupano anche direttamente o indirettamente di produzione di ortofrutta, come ha specificato durante l’incontro il suo direttore Pietro Mauro. “Non siamo solo commercianti”, ha dichiarato. Il fatturato delle aziende associate vale 8 miliardi di euro.

                      “i prezzi rasoterra in ortofrutta non li vedremo più”

                      Durante la serata abbiamo modo di conversare con vari imprenditori. In particolare con uno di questi, che ci spiega come sta andando, per sommi capi, il settore ortofrutta: “Negli ultimi anni è cambiato tutto, certi prezzi rasoterra non li vedremo mai più. Basta guardare adesso cosa sta succedendo con diverse orticole. Anche prodotti poveri come patate e cipolle hanno prezzi impensabili solo pochi anni fa. Prodotti di importazione come i pomodori del Marocco hanno prezzi astronomici, mai visti prima. Questo sì per l’inflazione, ma anche perché è diventato sempre più difficile produrre, a causa del cambiamento climatico e delle tante malattie e parassiti che compromettono il raccolto, con la possibilità di usare sempre meno fitofarmaci”.

                      Il vero problema è il reperimento della manodopera

                      La serata Fruitimprese Veneto è stata sponsorizzata dalla BCC di Verona e Vicenza. Un suo analista ha trasmesso un segnale di fiducia alla platea: il termometro dell’inflazione in Italia e in Europa si è raffreddato negli ultimi mesi, tanto che la Banca Centrale Europea ha fatto sapere che non rialzerà ulteriormente i tassi e anzi ci possiamo attendere nel 2024 l’inizio di un progressivo allentamento di cui non potrà che beneficiare l’economia. È il momento di stappare le bottiglie? Non ancora, ci vuole prudenza. Anche perché alcuni nodi sono irrisolti. “Per il settore ortofrutta – ci puntualizza l’imprenditore di cui sopra – il vero problema oggi è il reperimento della manodopera, tanto nei campi di raccolta, quanto nei magazzini di confezionamento”.

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