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                      “Il sogno di Luz”: la favola che insegna ai più piccoli a non sprecare l’ortofrutta

                      Si chiama “Il sogno di Luz” ed è la nuova opera di Lucrezia Argentiero, giornalista e filmaker fondatrice di Whynok, il primo movimento italiano che si impegna a combattere gli sprechi dei prodotti ortofrutticoli brutti ma buoni. Una favola illustrata che insegna  ai bambini a non selezionare frutta e verdura inseguendo la bellezza esteriore, perché la diversità non è un difetto, è sinonimo di unicità. “È inaccettabile che un terzo della frutta e verdura che produciamo rimanga a marcire nei campi, solo perché non rispecchia gli standard estetici dettati dal mercato globale”, ci racconta l’autrice. “Essere imperfetti – prosegue, spiegando come quello del libro sia un messaggio universale – significa essere noi stessi ed è un puro atto di rivoluzione. La stessa rivoluzione deve valere per quello che scegliamo di mangiare”

                      di Carlotta Benini

                      Biancolatte è un piccolo paese dove mancano le emozioni e dove tutto è bianco, ovattato e omologato. Ci vive Luz, una piccola “ribelle” che vuole cambiare il mondo, renderlo più colorato e meno perfetto. Un giorno insieme ai suoi amici animali arriva su una strana collina, popolata dagli “scherzi della natura”, fra cui Mastro Pomodoro, Carotino, Mimina la fragolina, Uvetta e Luigina la Melanzana. Questi bizzarri personaggi ortofrutticoli hanno tutti dei difetti estetici, per questo sono stati scartati e accatastati. Saranno Luz e i suoi amici pennuti a dare loro un’opportunità di riscatto, facendoli così conoscere in tutta la loro bontà. C’è una nuova favola illustrata che racconta ai più piccoli l’importanza di non sprecare il cibo e il valore dei cosiddetti brutti ma buoni, frutta e ortaggi difettati o fuori calibro che vengono scartati solo perché non sono esteticamente idonei a essere commercializzati. Si chiama “Il sogno di Luz” ed è la nuova opera di Lucrezia Argentiero (in foto), giornalista e filmaker pugliese di origine e bolognese di adozione fondatrice di Whynok, il primo movimento italiano che si impegna a combattere questo spreco (leggi qui). L’autrice è anche socia dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta. Il suo libro, corredato da numerose tavole a colori (realizzate dall’illustratore Leo Semeraro), vuole insegnare ai bambini a non selezionare frutta e verdura inseguendo la bellezza esteriore, ma a essere cittadini consapevoli e rispettosi di un Pianeta sempre più fragile e delicato, che necessità di un cambiamento profondo da parte dei suoi abitanti.

                      Argentiero, come nasce questa pubblicazione?
                      È un self publishing, un progetto che ho fortemente voluto e autofinanziato per dare seguito all’attività di Whynok, che negli ultimi anni si è concentrata in particolare sul mondo dell’infanzia. Noi adulti siamo ormai abituati a vedere le cose in modo standardizzato. È quindi sui giovani che dobbiamo scommettere, radicando in loro fin da piccoli il concetto di diversità intesa come unicità.

                      Anche in ortofrutta?
                      Assolutamente sì. Ortaggi diversi, oggi, possono essere quelli che hanno subito la siccità, o il cui aspetto è stato intaccato dagli eventi climatici estremi. Hanno sofferto, ma non per questo sono meno buoni. Anzi, meritano – così come tutto il settore ortofrutticolo – ancor più rispetto. È inaccettabile che oggi un terzo della frutta e verdura che produciamo rimanga a marcire nei campi, solo perché non rispecchia gli standard estetici di forma e dimensione dettati dal mercato globale.

                      Sarebbe necessario un cambio di paradigma…
                      Il cambiamento ce lo impone la coscienza, il clima che muta, il sudore di chi la terra la coltiva. Le abitudini, i gusti e le scelte alimentari iniziano a formarsi sin dall’infanzia. Per questo nasce “Il sogno di Luz”, una favola per tutti, non solo per i più piccoli, che parla di diversità e di accettazione e che soprattutto educa a non sprecare il cibo. Ora, più che mai, dobbiamo ricucire quello strappo tra produzione e consumo, rivedendo i canoni estetici che applichiamo a ciò che mangiamo.

                      Dove si può acquistare il libro?
                      È in vendita su Amazon. Anche questa è stata una scelta ragionata: ho avuto proposte da due editori diversi, ma nessuno mi garantiva una vera e propria distribuzione. Allora ho deciso di dare vita a un progetto controcorrente, in linea con quella che è anche la mia indole. Ho pensato che il self publishing fosse la soluzione migliore per dare più voce a chi fondamentalmente non ne ha. Amazon è il mezzo per arrivare più comodamente a più persone. “Il sogno di Luz” è un prodotto che va avanti grazie alla forza di tutti noi, e non ha fini di lucro: il ricavato infatti servirà a finanziare i progetti per le scuole portate avanti con il movimento contro lo spreco Whynok.

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