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                      Il vino “nuoce alla salute”: via libera all’etichettatura in Irlanda

                      In Irlanda è stato convertito in legge il regolamento che prevede l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie relative alla possibilità di “nuocere gravemente alla salute”. Anche il vino quindi sarà presto considerato alla stregua delle sigarette. La Commissione europea ha dato il via libera alla proposta irlandese per silenzio-assenso, nonostante le critiche di 13 Stati tra cui l’Italia. Così “si rischia di aprire le porte in Europa e nel mondo a una normativa che colpirebbe una filiera che in Italia vale 14 miliardi di euro, che dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell’export agroalimentare” chiosa Coldiretti

                      Dalla Redazione

                      vino etichetta Irlanda

                      foto: Jos Speetjens (@jefspeetjens) – Unsplash

                      “L’alcol nuoce gravemente alla salute”. Anche il vino, per l’Irlanda, che ora lo etichetterà così. L’Isola di Smeraldo infatti è ufficialmente il primo Paese europeo ad introdurre nelle etichette delle bottiglie del nettare di Bacco le avvertenze salutistiche riguardanti il consumo del prodotto, alla stregua di quello che si fa già da tempo con le sigarette, per intenderci.

                      La notizia arriva dal ministro irlandese della Salute Stephen Donnelly. La legge prevede che le etichette dei prodotti alcolici indichino il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto e contengano avvertenze sul rischio di consumare alcol durante la gravidanza e sul rischio di malattie del fegato e tumori mortali dovuti al consumo di alcol.

                      La legge si applicherà dopo un periodo di transizione di tre anni, dal 22 maggio 2026, come riporta il Corriere della Sera. La Commissione europea ha dato il via libera per silenzio-assenso, alla proposta irlandese, nonostante le critiche di 13 Stati tra cui l’Italia. La settimana scorsa le associazioni europee e nazionali di produttori di vino, birra e distillati hanno presentato reclami ufficiali alla Commissione Ue perché apra una procedura di infrazione contro l’Irlanda.

                      “L’entrata in vigore della legge sulle etichette allarmistiche del vino in Irlanda è un precedente pericoloso che mette a rischio il record nelle esportazioni di vino Made in Italy di 7,9 miliardi realizzati lo scorso anno”, è il commento di Coldiretti, che si auspica che la decisione possa essere ridiscussa nel comitato barriere tecniche in sede Wto il 21 giugno, dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni già anticipate da diversi Paesi a partire dagli Usa, che sono il principale consumatore di vino. “Ma è anche importante – precisa Coldiretti – che la Commissione Europea monitori gli effetti sul mercato interno per valutare la possibilità di aprire una procedura di infrazione”.

                      Si tratta infatti, dice l’associazione, di una norma distorsiva del commercio che è il risultato di un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia. “Anche se le esportazioni di vino italiano in Irlanda sono state nel 2022 pari ad appena 45 milioni di euro, la decisione – continua Coldiretti – rischia però di aprire le porte in Europa e nel mondo a una normativa che colpirebbe una filiera che in Italia vale 14 miliardi di euro, che dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell’export agroalimentare”.

                      Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all’anno, con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende. “È del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol”, conclude il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.

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