Negli ultimi 15 anni i consumi di frutta e verdura sono crollati: ogni famiglia ne acquista 130 kg in meno all’anno. Tuttavia, è convinta di portarne a casa molta più che in passato. A sostenerlo è SG Marketing che, in un’indagine, sottolineando come la crisi abbia cambiato il quotidiano di tante famiglie, i pasti si siano via via destrutturati, le quantità siano state razionalizzate e gli sprechi ridotti. Si consumano meno carne e meno carboidrati, preferendogli frutta, verdura e legumi, ma in quantità inferiori al passato.
L’Organizzazione mondiale della sanità stima che in più della metà dei Paesi europei il consumo di frutta e verdura sia inferiore a 400 grammi al giorno, mentre in un terzo sia inferiore a 300 grammi. Stando a un’inchiesta di Repubblica.it, le analisi dell’Efsa sulla base di sondaggi nazionali suggeriscono che la quantità raccomandata è raggiunta solo in 4 dei Stati membri dell’Ue. Tra i luoghi scelti per l’acquisto c’è la grande distribuzione (65,7 per cento), i supermercati in particolare (41,8 per cento), ma fanno eccezione il Sud e le isole, dove la preferenza è ancora oggi accordata al fruttivendolo (38,6 per cento).
Dell’importanza del comparto se ne è resa conto Conad, dove il reparto ortofrutta è di fondamentale importanza strategica, tanto da essere collocato all’ingresso di supermercati e superstore quale biglietto da visita del punto di vendita stesso. Un reparto a cui destina attenzioni e “cure” particolari in quanto vale circa il 10 per cento delle vendite complessive.