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                      Inflazione: nel 2022 fare la spesa in Italia costa 229 euro in più

                      Per il 2022 si stima un aumento dei prezzi del +23%, che si somma ai rincari attorno al 31% già registrati nel 2021: a mettere nero su bianco uno studio dell’Allianz Trade di Gruppo Allianz che spiega le varie cause concomitanti che stanno portando a una serie di rincari, soprattutto nei prodotti d’uso quotidiano, ortofrutta inclusa. Secondo il report, infatti, nel 2021 in Italia prezzi delle verdure sono aumentati del 10% e a seguire, con cifre appena al di sotto del 10%, la frutta, la carne e le bevande. E il resto d’Europa non se la passa meglio

                      Dalla Redazione

                      spesa inflazione

                      Dopo aver assistito nel 2021 a un generale aumento dell’inflazione con prezzi attorno al 31%, nel 2022 si prevede un’ulteriore crescita del +23% a causa dell’aumento dei costi delle materie prime come il carburante, l’elettricità e i fertilizzanti. A confermare questi numeri è lo studio dell’Allianz Trade di Gruppo Allianz, che sottolinea inoltre come a incidere sui prezzi sono anche i modesti rendimenti agricoli, che si sono tradotti in basse scorte, e, più recentemente, l’’invasione russa in Ucraina, che ha avuto un impatto non solo sulla fornitura di generi alimentari, come grano e petrolio, ma ha anche prodotto effetti sui prezzi dei prodotti sostitutivi. Tutto ciò, quindi, avrà una ricaduta pesante sui consumatori finali.

                      Secondo lo studio – che stima che i rivenditori trasferiscano sui consumatori l’equivalente del 75% dell’aumento dei costi della produzione – l’inflazione alimentare inciderà sulla spesa del consumatore europeo in media di 243 euro in più, per lo stesso paniere di prodotti alimentari, rispetto al 2021. Tra i paesi presi in analisi, si stima che gli italiani, nel 2022, dovranno mettere a budget 229 euro in più per la spesa alimentare rispetto al 2021. In Germania si arriverà addirittura a spendere 254 euro in più, in Francia 224 euro, in Spagna dovranno aggiungere 200 euro, mentre in Polonia l’incremento sarà contenuto a 152 euro.

                      “In Italia – afferma Luca Burrafato, responsabile dei Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa per Allianz Trade – tutti i principali beni alimentari acquistati dalle famiglie sono in aumento. La pasta, dal 2021 a oggi, ha segnato il maggior incremento con un +12,5%, olii e grassi sono a +10,3% e le verdure +10%. Seguono, con incrementi appena al di sotto la doppia cifra, la frutta, la carne e le bevande”.

                      I produttori di alimenti e bevande dell’Eurozona hanno già alzato i loro prezzi del 14% dall’inizio del 2021: gli aumenti maggiori si sono riscontrati soprattutto nei prodotti d’uso quotidiano, inclusi oli e grassi (+53%), farine (+28%) e pasta (+19%). Tendenza diversa quella dei prezzi al dettaglio degli alimenti, che hanno registrato solo un +6%; il che significa che i rivenditori hanno per ora trasferito meno della metà dei costi più alti di produzione sui consumatori finali.

                      Gli episodi passati dimostrano, infatti, che quando si registra un’elevata inflazione in campo alimentare, l’adeguamento dei costi nei confronti del consumatore finale avviene sempre con un certo ritardo. Tenuto conto di un aumento generale del costo della vita (carburante, elettricità, affitti, cibo fuori casa, ecc.), è probabile – fa sapere il report – che questo incremento dei costi darà luce a dibattiti su possibili interventi del welfare, per alleviare l’onere nei confronti delle famiglie maggiormente in difficoltà.

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